Due dei maggiori artisti figurativi del 900. Di Gentilini sono esposte opere comprese tra gli anni '50 e la meta' degli anni '70. L'artista mescola pittura e disegno con un fondo preparatorio in sabbia di fiume, per dissacranti simulacri di un passato glorioso, nature morte, i nudi femminili, coppie di innamorati e i banchetti. Gnoli e' presente in mostra con due opere del 1954 e 1963, che conciliano un linguaggio di chiara impronta pop con rarefatte atmosfere metafisiche.
Inaugura venerdì 7 maggio 2010 alle ore 17.30, presso la galleria Di Paolo Arte, la mostra "Domenico Gnoli - Franco Gentilini", che resterà aperta fino al prossimo 30 giugno. Dopo avere presentato le mostre "La Metafisica" di Carlo Carrà e Giorgio de Chirico e "Forma 1" con Piero Dorazio e Achille Perilli, Di Paolo Arte dedica una nuova esposizione a due dei maggiori artisti figurativi del Novecento.
Franco Gentilini si forma nel contesto della cultura italiana tra la seconda guerra mondiale e il dopoguerra, mette a punto la sua nota tecnica fatta di un felice connubio tra pittura e disegno con un fondo preparatorio in sabbia di fiume. Le opere in mostra sono cronologicamente comprese tra gli anni cinquanta, con alcuni significativi capolavori della svolta stilistica dell’artista, e la metà degli anni settanta. L’iconografia è quella cara all’artista: le grandi cattedrali, simulacri di un passato glorioso, divenuti oramai simboli vuoti e logori, le nature morte, i nudi femminili, le coppie di innamorati e i banchetti. Perché, come ci ricorda Moravia, Gentilini fu soprattutto un narratore per immagini, il cantore ironico e dissacrante di una realtà grottesca, in cui il rimando al quotidiano, nelle sue forme e nei suoi attributi più comuni, si trasforma in una discreta ma profonda partecipazione alle pene e alle miserie umane.
Figura di primo piano dell'arte internazionale negli anni Sessanta è Domenico Gnoli, il più originale interprete della Pop in chiave italiana che sviluppa un suo personale linguaggio, privo di riscontri analoghi nelle esperienze contemporanee. Presente in mostra con due opere del 1954 e 1963, il fascino di questo artista così particolare risiede nella capacità di conciliare un linguaggio di chiara impronta pop con rarefatte atmosfere metafisiche che, quanto le dimensioni irrealmente ingigantite degli oggetti rappresentati, contribuiscono a creare un senso di spaesamento e straniamento. L’artista viene considerato il degno discendente della "metafisica" dechirichiana e uno dei maggiori rappresentanti del cosiddetto "iperrealismo" pittorico.
Biografie
Franco Gentilini nasce a Faenza il 4 agosto 1909. Inizia in giovane età a lavorare come apprendista in una bottega di ebanista intagliatore. Nel 1928 fa il primo viaggio a Parigi, nel 1930 la giuria della XVII Biennale di Venezia ammette un suo dipinto nei saloni espositivi. Nel 1932 si trasferisce definitivamente a Roma. Entra nell'ambiente letterario dello storico Caffè Aragno, dove conosce e frequenta artisti e letterati (Cagli, Mucci, Falqui, Sinisgalli, de Libero), avviando con loro lunghe collaborazioni nell'illustrazione di testi e poesie. Gli anni trenta sono anni di partecipazione a numerosi Premi, a Biennali e Quadriennali. Gentilini passa dalla realizzazione di opere pubbliche commissionate, ad opere al cavalletto (ritratti, modelle) ed a composizioni ispirate alle popolari feste campestri. Dalla metà degli anni cinquanta le sue figure (famose le sue donne ispirate all'attrice Kim Novak) e composizioni si trasformano verso l'essenzialità geometrica, assumendo quasi una bidimensionalità piena di effetti cromatici e ritmici del colore. La pittura di Gentilini si aggancia alla tradizione popolare, riabilitando l'aspetto grafico della pittura. La sua attività continua fino al 1981, quando muore il 5 aprile dopo una brevissima malattia. Le sue opere, sempre contese dai collezionisti, sono presenti in importanti musei e raccolte pubbliche tra cui la Galleria degli Uffizi a Firenze, i Musei Vaticani, la Pinacoteca Comunale di Faenza, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione a Parma, la Galleria nazionale d'arte moderna e Palazzo Montecitorio a Roma.
Domenico Gnoli (Roma, 1933 – New York, 1970) è stato un pittore, illustratore e scenografo italiano. Figlio della ceramista Annie de Garrou e dello storico dell'arte Umberto Gnoli, ebbe in famiglia un'educazione artistica privata.
Dopo aver esibito disegni a Roma (1950) e a Bruxelles (1951), durante gli anni cinquanta lavorò sia come scenografo nei teatri d'Italia, Londra e Parigi, sia come illustratore per diversi giornali.
Dal 1955 al 1962 visse a New York, lavorando soprattutto come pittore, e giungendo nel 1964 al repertorio per il quale, grazie alla corrispondenza con il gusto e le tematiche della Pop art, ha ottenuto grande fama. Si dedicò allo studio e alla riproduzione fedele dei particolari di oggetti quotidiani (le trame di un tessuto, una cravatta, una tasca, una scarpa, una manica, un colletto rosso, la scriminatura dei capelli), raffigurazioni realistiche e fortemente ingrandite di dettagli minuti di corpi, capi di vestiario, oggetti isolati dal loro contesto preannunciando l'iperrealismo.
Immagine: Domenico Gnoli, Senza titolo, 1963, olio su tela sabbiata, cm. 145x88
Ufficio stampa
Studio Pesci Tel. 051 269267 – Fax 051 2960748 info@studiopesci.it
Inaugurazione venerdì 7 maggio 2010, ore 17.30
Galleria Di Paolo Arte
Galleria Falcone e Borsellino 4 a/b, Bologna
Orari della galleria
tutti i giorni 11.00 – 13.00 e 16.00 – 20.00
chiusa la domenica