Una Stanza Tutta Per Se'. Continua ri-declinazione del gia' accaduto attraverso il ri-adeguamento della cenere di qualcosa che si trasforma in qualcosa d'altro. Il suo lavoro esprime una quotidianita' che si nutre di relazioni ordinate ed organizzate nei centrini disegnati con sapienza in teche di plexiglas.
A cura di Martina Cavallarin
Una stanza tutta per sé è la prima mostra personale a Roma di Maria Elisabetta Novello, giovane artista vicentina che sviluppa con sapienza ed ossessione una pratica artistica che ha trovato nella componente materica che sta alla base del suo lavoro, la cenere, il modo di concepire la magnificenza della vita disinnescandone la struttura autoritaria ed obbligatoria dei fatti che si susseguono e mai più ritornano. La poetica di Novello è laica pur godendo la sua opera di una certa ieraticità contrapposta ad una ricerca antropologica volta a svelare identità, a restituire microinformazioni che la cenere contiene come memoria nascosta ed invisibile.
Continua ri-declinazione del già accaduto attraverso il ri-adeguamento della polvere di qualcosa che si trasforma in qualcosa d’altro il suo lavoro esprime un flusso controllato della storia personale ed universale, di una quotidianità che si nutre di relazioni ordinate ed organizzate nelle linee e nei cerchi dei grandi mandala a terra come dei centrini disegnati con sapienza in teche di plexiglas. I suoi “paesaggi” sono vue d'optiques che raccontano l’infinito, l’evanescente, la linea sottile dell’irraccontabile di duchampiana memoria.
Lo strumento principale del suo lavoro è una dichiarazione di matrice fortemente concettuale. Nell’ornare e formare le composizioni di cenere Novello compie un’operazione rituale, precisa, pensata, un atto di memoria, un dettaglio domestico che rallenta il tempo presente, rimbomba di passato, si va componendo nel futuro. Le nubi di polvere determinati dal suo respiro “registrato” e amplificato o i centrini dipinti su vetrini da esami di laboratorio scientifico contengono microinformazioni labili ed evanescenti, sono lavori preziosi, giochi tra apparizione di linee, ricami, curve e sparizioni compiuti con intelligenza contemporanea e inusuale individualità.
Il lavoro di Novello parte da una matrice estetizzante ed intimista per rapportarsi con contenuti nascosti altamente concettuali che si basano sul ruolo della donna, i retaggi familiari, i ricordi rielaborati e riflessi in un tempo sempre dilatato ed imprevedibile. Da tutto ciò deriva il titolo della mostra Una stanza tutta per sé presa in prestito da uno dei libri più significativi di Virginia Woolf (Londra, 25 gennaio 1882 – Rodmell, 28 marzo 1941): scrittrice, saggista e attivista britannica, Woolf parla di “una stanza tutta per sé”, un luogo in cui l’universo femminile possa trovare il suo spazio, la sua libertà sociale e creativa, la sua memoria storica e il suo proprio tempo.
Senza pentimento e senza ripensamenti Novello procede per sbilanciamenti affermando un’esperienza e cancellandola attraverso la forma estetica dell’opera che non vuole fissare un suo rigido e indelebile segno nel mondo, ma trasparire appena come sintomo apparso e subito scomparso della fluidità esistenziale dell’arte.
Immagine: Di-segni, 2007, cenere su plexiglas, 150x150cm
Inaugurazione Lunedì 10 maggio 18.30
Galleria Erica Fiorentini Arte Contemporanea
via Margutta, 17 - 00187 Roma
Da Lunedì a Venerdì ore 10.30-13.30 e 15.30-19.30. Sabato ore 10.30-13.30; o su appuntamento