'Il viaggio e' andato a meraviglia'. Il lavoro dell'artista torinese si concentra in questo caso su quello che lei stessa definisce un esercizio di immobilita'. Il video - esercizio uno - ripropone l'esperienza in un lunghissimo piano-sequenza di 120 minuti, riducendo al minimo qualsiasi tipo di interpretazione: lo spettatore diventa parte del paesaggio in movimento che e' lo sfondo visivo e sonoro dell'azione.
Il viaggio è andato a meraviglia è il titolo della mostra di Ludovica Carbotta presentata nello spazio di CHAN. Il lavoro
dell’artista torinese si concentra in questo caso su quello che lei stessa definisce “un esercizio di immobilità”. Utilizzando un
lampione stradale come elemento di sostegno, Ludovica Carbotta rimane a lungo immobile nel paesaggio urbano, contrap-
ponendo la propria individualità, quasi neutralizzata dal gesto mimetico, al continuo e omologante movimento delle perso-
ne. Il video – esercizio uno – ripropone l’esperienza in un lunghissimo piano-sequenza di 120 minuti, riducendo al minimo
qualsiasi tipo di interpretazione: lo spettatore diventa parte del paesaggio in movimento che è lo sfondo visivo e sonoro
dell’azione.
L’ inquadratura fissa ottiene un’immagine giocata sull’equilibrio tra verticale (il palo) e orizzontale (il movimen-
to delle macchine). L’attenzione all’urbanistica e l’attitudine architettonica che contraddistinguono molti lavori di Ludovica
Carbotta trovano in questa operazione un ulteriore approfondimento nel tentativo di realizzare una fusione personale con lo
spazio. L’artista si colloca verticalmente nell’ambiente quasi come un primitivo menhir, la struttura che rappresenta la prima
trasformazione fisica del paesaggio, oggetto allo stesso tempo astratto e dotato di vita al suo interno.
Il viaggio, inteso come spostamento fisico, è il risultato apparentemente contraddittorio di questa operazione di “discreta in-
sistenza” in un determinato spazio, che ne rivela nuovi significati e nuovi percorsi. Diventa così possibile perdersi rimanendo
immobili, modificando la relazione con l’ambiente per farsi dominare, come sostiene La Cecla, dal luogo stesso: ne risultano
momenti “in cui impariamo ad apprendere dallo spazio che ci circonda”.
Contestualmente al video è esposta una serie di 120 piccoli disegni su carta – esercizio due – realizzati dall’artista in un mi-
nuto ciascuno. Ribaltando la prospettiva del video, i disegni propongono uno sguardo istantaneo dello stesso spazio urbano in
cui Ludovica Carbotta ha trascorso 120 minuti immobile. L’insieme diventa una sorta di album di viaggio contemporaneo che
involontariamente contrappone il frenetico movimento di oggi ai meditati taccuini dei viaggiatori del passato.
Ludovica Carbotta (Torino, 1982)
Il suo lavoro ruota intorno all’idea di ambiente naturale e spazio urbano, al loro continuo ripiegarsi e rinnovarsi su sé stessi
e alle dinamiche culturali che producono questi movimenti. Dalla documentazione dello spazio urbano alla sua rielabora-
zione fantastica e immaginifica, dall’esplorazione fisica della città agli interventi per modificarne il paesaggio, l’importanza
dell’esperienza si è rivelata fondamentale nella formalizzazione stessa dei lavori e nella scelta dei mezzi: i materiali di
documentazione di un’azione diventano, per una scultura, materiali costruttivi o parti di un meccanismo. Il lavorio fisico di
costruzione le permette di esperire veramente un territorio divenendo lei stessa luogo.
Le sue mostre personali: nel 2010 partecipa a campo volo a cura di Carlo Fossati, blank, Torino; nel 2009 Costruttore di
mondi molto simili al nostro, Placentia Arte, Piacenza, a cura di Lino Baldini e nel 2007 Different Sea?, SuPalatu, Villanova
Monteleone(SS) a cura di C.Cravero. Tra le più recenti partecipazioni a mostre collettive: 21x21. 21 artisti per il 21° secolo,
a cura di Francesco Bonami, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino nel 2009 Usine de reve, 26 cc, Roma, a cura di
Cecilia casorati e Sabrina Vedovotto; nel 2008 partecipa al Corso Superiore di Arti Visive, Visiting Professor Yona Friedman,
Fondazione Ratti, Como, a cura di Luca Cerizza, Anna Daneri, Cesare Pietroiusti; e alla mostra Public Improvisations, Fabbri-
ca del Vapore, Milano, a cura di Luca Cerizza, Anna Daneri; No Location Relocation, A.T. Kearney, Milano, a cura di Milovan
Farronato; Superfici Sconnesse, Palazzo Barolo, Torino, a cura di Lisa Parola; Germinazioni-A new breed-, Palazzo della
Penna, Perugia, a cura di Norma Mangione, Chiara Canali, Alberto Zanchetta; dal 2007 è co-ideatrice di Progetto Diogene,
progetto collettivo per un programma di residenza internazionale nella città di Torino e di un centro di ricerca sulla contem-
poraneità; dal 2009 collabora con il duo Alis/Filliol in 00 processo espositivo, Torino.
Inaugurazione Giovedì 13 maggio 2010, dalle 18
CHAN
Via Sant’Agnese 19r, 16124 Genova
Orari: dal martedì al sabato 16 - 19.30, altri orari su appuntamento
ingresso libero