La mostra, eccezionale per la qualita' e il valore delle opere esposte (sono, nella stragrande maggioranza, dipinti su tavola) si intitola "Il Trecento Adriatico. Paolo Veneziano e la pittura tra Oriente ed Occidente" ed e' curata da Francesca Flores d'Arcais. La mostra illustra anzitutto il formarsi e l'evolversi della singolare comunanza di espressioni artistiche e culturali che hanno plasmato citta', monumenti e opere d'arte su entrambe le sponde dell'Adriatico.
Paolo Veneziano e la pittura tra Oriente ed Occidente
Rimini, Castel Sismondo, 19 agosto - 29 dicembre 2002
Grande appuntamento a Rimini con la pittura veneziana del Trecento. A
proporlo è il Meeting per l'amicizia fra i popoli, a Castel Sismondo,
nelle sale recentemente riaperte della Rocca Malatestiana, dal 19 agosto
al 29 dicembre. La mostra, eccezionale per la qualità e il valore
delle opere esposte (sono, nella stragrande maggioranza, dipinti su
tavola) si intitola "Il Trecento Adriatico. Paolo Veneziano e la pittura
tra Oriente ed Occidente" ed è curata da Francesca Flores d'Arcais,
coadiuvata da un comitato scientifico internazionale di primissimo
livello coordinato da Giovanni Gentili.
Per l'importanza dei prestiti ottenuti, dalle istituzioni italiane e da
quelle della sponda orientale dell'Adriatico, la mostra si annuncia come
uno dei grandi appuntamenti culturali europei della seconda metÃ
dell'anno.
Tra Duecento e Trecento, le navi che solcavano l'Adriatico, una sorta di
grande lago per la sua conformazione, portavano merci di ogni tipo ma
anche opere d'arte e artisti che cercavano fortuna e commissioni
sull'una o sull'altra sponda, spingendosi dalla laguna sino alle isole
greche, a Costantinopoli ed oltre, fino ad attraversare poi tutto il
Mediterraneo.
La mostra illustra anzitutto il formarsi e l'evolversi della singolare
comunanza di espressioni artistiche e culturali che hanno plasmato
città , monumenti e opere d'arte su entrambe le sponde dell'Adriatico.
Dalla metà del Duecento, ad influenzare Venezia (ma anche molte altre
città , dal Veneto alla Puglia), furono gli artisti della grande
tradizione bizantina, vivissima alla fine del XIII secolo, come
dimostrano gli affreschi dei monasteri di Serbia, centri di cultura di
grande importanza per qualità e originalità creativa, e le opere che
si andavano sviluppando a Bisanzio, capitale d'Oriente.
Un flusso che, grazie al ruolo anzitutto mercantile di Venezia, si
propagò in entrambe le direzioni, portando ad un meraviglioso contagio
di stili che influenzarono l'arte diffusa lungo i molti centri costieri
del mare e diedero origine alla prima pittura davvero "veneziana". Un
flusso che diede vigore, assieme a nuova forma e colore, ai solenni
modi bizantini dell'arte lagunare sul finire del Duecento, più spesso
ripresi anzitutto nell'incredibile cantiere-scuola di San Marco, centro
religioso oltre che artistico per eccellenza della Serenissima.
Tra i grandi protagonisti del Trecento pittorico italiano, figura di
spicco e poi caposcuola della schiera di artisti operanti in laguna, è
Paolo Veneziano (notizie dal 1320 al 1362), quel Paulus de Veneciis che
così si firma in alcune sue opere. Di lui poco si sa dalle fonti
storiche, ma le splendide tavole ne rivelano la squisita sensibilitÃ
e l'alta maestria. Attento osservatore del suo tempo e profondo
innovatore della pittura veneziana, Paolo desta a vita nuova le forme
bizantine, dando volume corporeo e intensità emotiva a quanto era
segno e astrazione. Con lui, l'arte si fa racconto, storia,
contemporaneità , come già era accaduto con Giotto e con la sua
Cappella degli Scrovegni nella non lontana Padova.
L'importanza e il crescente successo di Paolo presso la ricca comunitÃ
veneziana sono confermati dalla commissione della "Pala Feriale", opera
che, al di fuori delle festività liturgiche, era destinata a coprire
la "Pala d'Oro" dell'altare maggiore di San Marco e che lo consacrò
indiscusso maestro della nuova pittura veneziana. In essa il Maestro
distese linee, cadenze, ritmi, volumi e straordinarie cromìe, insieme
a rinnovati temi iconografici: esito così felice ed ammirato, da
influenzare da subito e per lunghi decenni i numerosi artisti operanti
in laguna, locali e non.
Il formarsi a Venezia di una così innovativa scuola pittorica - Paolo
fu capostipite di una famiglia artistica molto attiva - portò sia gli
artisti che le loro opere, eseguite comunque spesso negli atelier della
Serenissima, a "girovagare" per l'Adriatico. E a diffondere così una
nuova cultura, certamente non solo pittorica, per cui le tavole
veneziane si trovano in chiese delle coste romagnole, delle Marche e
ancora più a sud, come lungo tutta la Croazia marittima e nelle isole
greche. La medesima, positiva "diaspora culturale", portò artisti di
questi territori, specie dalmati, a dipingere secondo la nuova moda,
mantenendo sottolineature locali - spesso legate ad altre esperienze,
anche nordiche - che, a loro volta, finivano con l'influenzare anche
Venezia. Così che, in pieno Trecento, la città - porta e ponte tra
Oriente e Occidente - si presenta al centro di un sistema di diffusione
dell'arte che, utilizzando le rotte commerciali delle navi, ha lasciato
testimonianze diffuse su tutte le coste adriatiche, per espandersi, da
qui, anche in territori più interni.
Analogamente a ciò che avveniva nella pittura, anche le cosiddette
arti applicate risentivano di questo clima. Un fenomeno di cui la mostra
riminese rende conto, proponendo esempi straordinari, pochi dei quali
sino ad oggi concessi per mostre temporanee.
Alla mostra, promossa e realizzata dal Meeting di Rimini, collaborano i
Musei Civici di Venezia, le Soprintendenze ai Beni Artistici e Storici
di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, delle Marche, di
Venezia e del Veneto e le Soprintendenze ai Monumenti di Parenzo-Pola e
di Spalato. Il comitato scientifico - composto da Josko Belarmaric,
Pina Belli D'Elia, Jadranka Bentini, Marco Bona Castellotti, Paolo Dal
Poggetto, Ivo Matejcic, Giovanna Nepi Scirè, Antonio Paolucci,
Giandomenico Romanelli, Anna Maria Spiazzi - è presieduto da Francesca
Flores d'Arcais.
Catalogo: Silvana Editoriale.
Per informazioni e prenotazioni:
Meeting di Rimini, tel. 0541.783100 fax 0541.786422 email
grandimostre@meetingrimini.org
Ufficio Stampa:
Studio ESSECI - Sergio Campagnolo tel. 049.663499
Sito: http://www.studioesseci.net
Castel Sismondo
Piazza Malatesta, Rimini