Il marmo vuole lavorato. Matteo Peducci e Mattia Savini con le loro opere reinterpretano l'iconografia classica con umorismo, creando ardite distorsioni e improvvisazioni sui temi noti della classicita'. Ultimamente creano ritratti che combinano e integrano parti di sculture diverse.
Galleria Rubin presenta la prima personale milanese degli artisti Affiliati Peducci / Savini.
Tra i giovani scultori contemporanei è diffuso l’uso di materiali poveri o riciclati. Peducci e
Savini, al contrario, si cimentano con un materiale nobile ed aulico come il marmo
dimostrando un bagaglio tecnico e di esperienza da grandi virtuosi.
In relazione a questa scelta il loro percorso è esemplare: diplomati all’Accademia delle
Belle Arti di Carrara, dove è avvenuto il loro incontro ed è nato il sodalizio artistico, hanno
potuto accrescere la loro preparazione lavorando su importanti commesse all’estero
portate a termine in parte nel loro grande atelier di Carrara e in parte nei luoghi di
destinazione.
Il loro lavoro di ricerca nasce dalla straordinaria dimestichezza con il materiale e
dall’ironica affezione con le forme della tradizione scultorea in cui normalmente viene
esperito. Busti classici, figure sacre o puramente ornamentali, ritratti.
Questa iconografia, dai grandi capolavori fino agli oggetti più corrivi, viene ripresa e
rimaneggiata con acume o con umorismo e diventa una galleria di sorprendenti
improvvisazioni su temi notissimi: l’Ercole Farnese in polistirolo, una coppia di putti da
giardino che sembrano di legno combusto fino a più ardite distorsioni che nascono dalla
manipolazione delle gomme con cui si fanno i calchi . Recentemente si sono inoltrati con
maggior decisione in questa direzione creando dei ritratti che combinano e integrano parti
di sculture diverse.
E’ un lavoro che ha molti riscontri tra gli artisti contemporanei, tra cui si assiste non solo al
fenomeno dell’uso ‘inappropriato’ dei materiali e delle forme, ma anche all’ibridazione e a
un certo compiacimento nel grottesco. Tuttavia Peducci e Savini dimostrano, nei confronti
dell’iconografia classica, un amore e una familiarità che impedisce ogni stucchevole
degenerazione e suggerisce per contro una libera ma rispettosa convivenza.
Inaugurazione: giovedì 20 maggio 2010, ore 19.00
Galleria Rubin
via Bonvesin de la Riva 5, Milano
mar-sab 14.30 - 19.30 e su appuntamento
Ingresso libero