Identikit. L'artista realizza i suoi cosiddetti "non quadri" con paraffina bianca o nera ottenendo superfici algide e lucide, le cui stratificazioni sono poi raschiate, mettendo l'accento sulle deformazioni dell'idea di identita' attraverso iconografie stereotipate.
Tutti sanno che con Identi-kit si intende la realizzazione e la
ricostruzione di una sintesi figurata dei tratti somatici di una
immagine da riconoscere, desunta dalle informazioni date da
testimoni oculari dei fatti nei quali sono coinvolti. L’interesse
di Gianfranco Milanesi va oltre: al principio d’identità, nella
richiesta di conoscerla, per riconoscerla come tale e raccontarla.
Realizza opere, i suoi cosiddetti “non quadri” (come sono state
già definite), con paraffina bianca o nera che trasforma in algidi
lucidi quasi meccanici, realizzati con varie stratificazioni, poi
raschiate, con intenso lavoro manuale.
Nero il disegno, bianco lo sfondo, questi quadri-non quadri sono
anche oggetti, perchè hanno uno spessore che consente loro di essere
appoggiati su base. Guardandoli si nota un’artigianalità nella
tecnica che contrasta con l’aspetto formale delle immagini e per
l’estrema semplificazione che ricorda il fumetto e la computer-
graphic.
Da sempre Gianfranco si pone le domande: chi siamo, da dove veniamo?
Sono io, sempre me stesso, qual’è la mia vera identità’?
Magari domande che ci facciamo tutti ma alle quali lui risponde con
una sua personale ricerca sull’oggetto-soggetto: senza o, con
doppia, tripla interpretazione, forme allusive, spesso dal doppio
senso; perchè da sempre si chiede se le cose sono sempre come le
vediamo, se può avere memoria un sasso e, in questa mostra affronta
il tema dell’identità con la sensibile consapevolezza di sé come
individuo, della sua condizione, della propria memoria, alla
ricerca di se stesso e degli altri.
Infine quello che fa Gianfranco Milanesi è riprendere la
figurazione, ricuperando la memoria del “ritratto”, ma un
ritratto nuovo, un’immagine tipica, rappresentativa di una
categoria di persone che vuole sembrare, farsi identica ad un’altra
cosa, immedesimarsi in una parte.
Lo fa, sfruttando quel certo tipo di attenzione che gli è naturale,
a tutto quello che lo circonda, giorno dopo giorno, alle varie
identità e ai dettagli. Mette l’accento sulla deformazione che ha
assunto questo termine con simboliche iconografie stereotipate
tratte dal vissuto quotidiano, popolare.
Offuscata a tratti, l’immagine appare raffreddata e congelata nel
blocco di cera.
L’elemento rappresentato è isolato, depurato dal contesto,
fluttuante nello spazio, denso della materia, anestesia sottile
della realtà.
Accompagnano la mostra un video ironico e coloratissimo che racconta
di un personaggio che cambia continuamente maschera e piccoli disegni
a matita dal segno netto e minimale che ci fanno entrare nel
meccanismo profondo della sua sensibile identità culturale.
Immagine: senza titolo, 2004, paraffina colorata su tavola, 70 x 60 x 5 cm
Inaugurazione: 20 maggio dalle ore 18.30 alle 21
Galleria Maria Cilena
via Carlo Farini 6, Milano
mar-ven 15.30-19.30
Ingresso libero