In Paparazzi Nhow, Franci documenta un recente allestimento di art design presso il milanese Salone Del Mobile. In Cubbettismo, invece, Raggi adotta una sorta di performance pittorica vicina alla poetica dell'informale e dell'espressionismo astratto.
a cura di Edoardo Di Mauro e Walter Vallini
Inaugurazione delle personali di Marina Franci ed Alessandra Raggi, in collaborazione con Bevisible+envisioniingproject
Paparazzi nhow
Marina Franci è una brava ed affermata fotografa milanese che fonda la sua poetica sulla capacità di abbinare lo spirito del reportage con la consapevolezza di fornircene una interpretazione ben distante dalla mera registrazione del fatto di cronaca ed intrisa invece della capacità tutta artistica di cogliere frammenti significativi di paesaggio od ambiente in grado di stupefarci ed ammaliarci.
La Fusion Arts ha già avuto modo collaborare positivamente con l’artista nell’ambito di un progetto dedicato alle nuove architetture piemontesi allestito nella primavera del 2008 a Lisbona ed Oporto. La mostra allestita per l’occasione, dall’ironico titolo “Paparazzi Nhow”, documenta un recente allestimento di art design presso il milanese Salone Del Mobile che vede tra i protagonisti Walter Vallini condirettore artistico della Fusion Gallery, architetto e designer il cui eclettismo è da sempre teso alla ricerca di una armonica simbiosi tra progetto ed ispirazione creativa.
Nelle immagini catturate dalla Franci tra gli stand tavoli, sedie, lampade assumono un rilievo polimorfico, donando la sensazione di essere oggetti rari e misteriosi in cui la funzione si abbina alla fruizione di un prodotto unico ed irripetibile. La funzionalità, tipica dell’aspetto razionale del design, si sposa all’intensità creativa ed alla poesia, a rifuggire dai limiti di una produzione seriale e standardizzata.
Edoardo Di Mauro
Cubettismo
Alessandra Raggi persegue da anni con coerenza una sperimentazione artistica dove convergono e si armonizzano contestualizzati nella dimensione presente spunti provenienti da alcune delle più significative linee di ricerca novecentesche.
L’artista, animata da una tensione didattica nell’accezione della volontà di far partecipare la gente all’azione ed alla fruizione dell’evento, adotta quella che può essere definita una sorta di performance pittorica tra bi e tridimensione con una gestualità tendenzialmente aniconica e vicina, in taluni casi, alla poetica dell’informale e dell’espressionismo astratta e, in altri, sintonica con la tecnica del collage di matrice dadaista.
Collante di queste esperienze è l’adozione di una forma simbolica e precisa come quella del cubo, solido geometrico che, secondo la tradizione della filosofia di ascendenza platonica, rappresentava il tramite perfetto tra il disordine naturale e la superiore dignità del mondo delle Idee.
Come scrive Viana Conti in una recente presentazione “nel lavoro di Alessandra un cubo, montato su di una struttura aperta di plexiglas trasparente, rappresenta il versante razionale dell’opera, mentre la pelle cartacea della superficie pittorica, che lo avvolge attraverso un rituale di vestizione, rappresenta il versante sensoriale ed emozionale dell’artista”.
Edoardo Di Mauro
Ufficio Stampa:
Marcella Germano
339/3531054
Immagine: Alessandra Raggi
Inaugurazione venerdì 21 Maggio 2010, ore 19
Fusion Art Gallery
P.zza Peyron 9, Torino
Orari: martedì, giovedì e venerdì 16.30-19.30 o su appuntamento
Ingresso libero