Cherubino Alberti
Tommaso Aloysio Juvara
Francis Bacon
Federico Barocci
Blandon
Adolphe Braun
Giuseppe Caccavale
Luigi Calamatta
Agostino Carracci
Cornelis Cort
Pappi Corsicato
Mario Cresci
Piero Dorazio
Giovanni Folo
Luigi Ghirri
Francesco Giangiacomo
Paolo Gioli
Wilhelm von Gloeden
Frank Horvat
Nino Migliori
Mimmo Jodice
Norman McLaren
Sherry Levine
Gaudenzio Marconi
Yasumasa Morimura
Adi Nes
Jackie Nieckerson
Richard Orley
Nicola Ortis
Luca Maria Patella
Giulio Paolini
Sioban Piercy
Michelangelo Pistoletto
Alessandro Porretti
Guido Rey
Pasquale Santoro
Francois Spierre
Jemima Stehli
Guido Strazza
Studio Azzurro
Celestino Turletti
Joel Peter Witkin
Alida Moltedo Mapelli
Maria Francesca Bonetti
Antonella Renzitti
La mostra propone una riflessione sulle varie forme di relazione che si sono stabilite tra i linguaggi artistici nell'epoca moderna: una panoramica sul rapporto della grafica (e delle sue trasformazioni attraverso il tempo) con la pittura, o con la scultura. Opere di Francis Bacon, Federico Barocci, Mario Cresci, Piero Dorazio, Giovanni Folo, Luigi Ghirri, Paolo Gioli, Wilhelm von Gloeden, Frank Horvat, Nino Migliori, Mimmo Jodice, Norman McLaren, Sherry Levine, Gaudenzio Marconi, Yasumasa Morimura, Adi Nes e molti altri.
a cura di Alida Moltedo Mapelli
con il contributo di Maria Francesca Bonetti e di Antonella Renzitti
La mostra propone una riflessione sulle varie forme di relazione che si sono stabilite tra i linguaggi artistici nell'epoca moderna: una panoramica sul rapporto della grafica (e delle sue trasformazioni attraverso il tempo) con la pittura, o con la scultura. Dopo alcuni riferimenti al Cinquecento e al Seicento, ci si concentra su una selezione di autori moderni e contemporanei; da quando, nel Settecento, si iniziò a definire incisori 'traduttori' quelli che riproducevano un'opera d'arte essenzialmente a scopo divulgativo e, pur nella ricerca di massima fedeltà all'originale, ne davano una consapevole interpretazione; all'epoca in cui l'artista sceglie invece di rielaborare un'opera altrui come spunto e pretesto del proprio percorso creativo: parte da un lavoro preesistente per elaborarne un altro muovendosi liberamente, citando dettagli o appropriandosi di un'opera nella sua interezza, nell'intenzione comunque di fare una cosa nuova.
Accanto ad incisori, antichi e attuali sono quindi presenti in mostra artisti della fotografia, dall'Ottocento ad oggi, e videomaker. Dai disegni e le stampe di Francesco Giangiacomo che riporta a pure linee di contorno gli affreschi del Pinturicchio, alla traduzione – attraverso tutti i suoi 'passaggi di stato' - della Danae del Correggio ad opera di Nicola Ortis e Alessandro Porretti, alla rielaborazione di Piranesi operata da Pistoletto, fino alla litografia di Francis Bacon con lo stesso Innocenzo X del Velàzquez che Celestino Turletti aveva tradotto nell'Ottocento; dalla documentazione degli affreschi raffaelleschi di Adolphe Braun, ai nudi accademici che rimandano a Michelangelo (Gaudenzio Marconi) o a Maestri dell'Ottocento (il Caino di Wilhelm Von Gloeden); dai più recenti tableaux vivants di Witkin e Morimura alle storiche rielaborazioni concettuali di Giulio Paolini, Luca Maria Patella, Luigi Ghirri, Mario Cresci; dal riutilizzo di Pasquale Santoro (Piranesi), alle citazioni di Jemima Stehli (Helmut Newton), alle appropriazioni di Sherrie Levine (Walker Evans) fino alle interpretazioni dei grandi Maestri e alle contaminazioni linguistiche nei video di Gioli, di Corsicato e di Studio Azzurro.
Come gli artisti, infatti, scelgono ancora di dedicarsi ad una rielaborazione della storia e della tradizione attraverso il patrimonio di novità tecnico-linguistiche e di idee che l'epoca in cui vivono gli riserva, anche la riflessione critica sull'argomento può portare oggi ad ulteriori chiavi di lettura. E l'Istituto Nazionale per la Grafica, che da sempre ha fatto dello studio sulla stampa di traduzione uno dei suoi maggiori impegni istituzionali, vuole con questa mostra dare nuovamente risalto al tema, evidenziando continuità e discontinuità nelle diverse forme e tipi di traduzione nella grafica, attraverso una selezione di opere particolarmente emblematiche delle proprie raccolte accanto ad alcuni significativi prestiti di collezioni esterne, tra cui le Raccolte Museali Fratelli Alinari di Firenze, la Deutsche Bank Collection di Francoforte e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.
Gli artisti: Cherubino Alberti, Tommaso Aloysio Juvara, Francis Bacon, Federico Barocci, Blandon, Adolphe Braun, Giuseppe Caccavale, Luigi Calamatta, Agostino Carracci, Cornelis Cort, Pappi Corsicato, Mario Cresci, Piero Dorazio, Giovanni Folo, Luigi Ghirri, Francesco Giangiacomo, Paolo Gioli, Wilhelm von Gloeden, Frank Horvat, Nino Migliori, Mimmo Jodice, Norman McLaren, Sherry Levine, Gaudenzio Marconi, Yasumasa Morimura, Adi Nes, Jackie Nieckerson, Richard Orley, Nicola Ortis, Luca Maria Patella, Giulio Paolini, Sioban Piercy, Michelangelo Pistoletto, Alessandro Porretti, Guido Rey, Pasquale Santoro, Francois Spierre, Jemima Stehli, Guido Strazza, Studio Azzurro, Celestino Turletti, Joel Peter Witkin.
All'ingresso di Palazzo Poli, in dialogo con la mostra, La Vocazione da Caravaggio, installazione degli street artist ARTCOCK.
Rendering di Luciano Berio (1989), rielaborazione di alcuni frammenti sinfonici di Franz Schubert, costituisce la colonna sonora dell'esposizione.
La mostra e il catalogo sono a cura di Alida Moltedo Mapelli con il contributo di Maria Francesca Bonetti e di Antonella Renzitti.
Il catalogo, pubblicato da Palombi Editori, presenta tutte le opere in mostra e ulteriori riferimenti (per un totale di oltre 100 immagini) con una introduzione della Dirigente, Maria Antonella Fusco, e testi di Alida Moltedo Mapelli, Maria Francesca Bonetti Antonella Renzitti, Arianna Mercanti, Francesco Sorce, Rosalba Di Noia, Giulio Paolini, Guido Strazza.
Ufficio Stampa
Marcella Ghio tel. +39 06 69980238
m.ghio@beniculturali.it
Inaugurazione 20 maggio 2010, ore 18
Palazzo Poli
via Poli 54 - Roma
Orario 10 - 19, chiuso: lunedì e domenica
Ingresso gratuito