Fernando Andolcetti
Mirella Bentivoglio
Sergio Borrini
Roberto Buratta
Emma Caprini
Cosimo Cimino
Mario Commone
Delio Gennai
Jiri Kolar
Mauro Manfredi
Cesare Nardi
Nadia Nava
Claes Oldenburg
Gina Pane
Lamberto Pignotti
Takako Saito
Daniele Sanguinetti
Daniel Spoerri
M.L. Van Hissenhoven
Andy Warhol
Mara Borzone
La galleria ripende una mostra allestita nel 1991 che indagava il legame tra cibo e arte nella produzione contemporanea e il concetto di 'arte come cibo per la mente'. Opere di Andy Warhol, Claes Oldenburg, Gina Pane, Lamberto Pignotti, Takako Saito e molti altri ancora.
Fernando Andolcetti / Mirella Bentivoglio / Sergio Borrini / Roberto Buratta / Emma Caprini / Cosimo Cimino / Mario Commone / Delio Gennai / Jiří Kolář / Mauro Manfredi / Cesare Nardi / Nadia Nava / Claes Oldenburg / Gina Pane / Lamberto Pignotti / Takako Saito / Daniele Sanguinetti / Daniel Spoerri / M.L. Van Hissenhoven / Andy Warhol
L’arte come cibo per la mente è dunque l’idea di fondo di questa rassegna; già nel ‘91 la galleria Il Gabbiano della Spezia “mise in mostra” questo legame, tanto intrigante quanto difficile da spiegare a livello razionale con Il cibo nell’arte. In Italia fu una delle prime incursioni in ambiti percettivi fuori dai ristretti confini della visione, allargata in direzioni totalmente inesplorate o quasi. In quell’occasione scrissi: Mangiare un alimento desiderato stimola la produzione di oppioidi endogeni, le sostanze naturali del piacere: il gusto si potrebbe ridurre così ad un fenomeno chimico, oppure si potrebbe affermare che il dolore viene vinto da sostanze la cui produzione si innesca mediante l’ingestione di cibi graditi. Aprirebbe nuovi orizzonti lo stabilire se anche la visione di opere d’arte gradite provoca gli stessi oppioidi, con conseguente stato di piacere, e si otterrebbero così acquisizioni sulle analogie riscontrabili tra gusto come percezione e gusto estetico, oppure sull’arte come sedativo e sui pericoli che ne derivano.
Mai, come in questi ultimi anni, è apparso difficile, rischioso o addirittura sbagliato cercare di definire il gusto estetico contemporaneo, influenzato dalle mode, stravolto da apporti esterni sempre più numerosi e incontrollabili, oltre che slegato da necessità come quella del «bello» o del «vero», o del dover rappresentare qualcosa in sé. Basta sfogliare il vocabolario: Gusto: senso che permette di avvertire il sapore dei cibi attraverso le papille gustative; sensazione dovuta al sapore dei cibi, bevande e simili; piacere, soddisfazione, inclinazione, voglia; attitudine discernere pregi e difetti di un’opera d’arte, sensibilità a ciò che è bello, complesso delle tendenze estetiche che caratterizzano il modo di giudicare e di esprimersi di un’epoca, di una scuola, di un autore. Raffinato, fine, grossolano, acuto, ottuso, delicato, rozzo, salato, dolce, amaro, acido. Assaggiare, saggiare, provare, assaporare, pregustare, gustare, degustare, disgustare, nauseare, stomacare, avere, esercitare, perdere, riacquistare, formare, educare, raffinare: basta leggere per sentirsi sazi.
Mara Borzone
In collaborazione con il Comune della Spezia e Sakros arte contemporanea - Carrara
Catalogo: edito da Sakros Arte Contemporanea, Carrara, in collaborazione con galleria Il Gabbiano arte contemporanea testo di Mara Borzone; progetto grafico Marta Manini; fotografie Mario Commone
Inaugurazione 21 maggio ore 18.30
Il Gabbiano arte contemporanea
via Nino Ricciardi 15, La Spezia
Orario: martedì-sabato 17-20
Ingresso libero