Chiesa di Sant'Apollonia
Salerno
via San Benedetto (Centro Storico)

Giovanni Cavaliere
dal 20/5/2010 al 2/6/2010
tutti i giorni 17.30-21.30
089 227167
WEB
Segnalato da

Mirella Tammelleo




 
calendario eventi  :: 




20/5/2010

Giovanni Cavaliere

Chiesa di Sant'Apollonia , Salerno

Solo le ombre. Dipinti 2009-2010. La mostra presenta circa 25 dipinti, e si propone anche quale omaggio a Leo de Berardinis, attore e regista tra i piu' significativi nel panorama del teatro di ricerca in Italia nel XX secolo.


comunicato stampa

a cura di Marco Alfano - Alfonso Amendola

Venerdì 21 maggio, alle ore 19.30, presso la Chiesa di Sant’Apollonia a Salerno, sarà presentata al pubblico la mostra Giovanni Cavaliere - Solo le ombre, nuovo appuntamento del secondo ciclo della rassegna Apollonia Ateliers. All’inaugurazione interverranno l’On. Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, Ermanno Guerra, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno, Vincenzo Maraio, Assessore al Turismo e alle Attività Culturali del Comune di Salerno.

APOLLONIA ATELIERS è un progetto curato da Marco Alfano, sostenuto dal Comune di Salerno, e patrocinato dalla Provincia di Salerno e dall’Ente Provinciale per il Turismo di Salerno. La rassegna, realizzata in collaborazione con la Bottega San Lazzaro, per l’allestimento degli eventi, si avvale del sostegno di prestigiosi sponsor, quali Banca di Salerno, Salerno Energia, Salerno Mobilità, ASIS Salernitana Reti ed Impianti.

La mostra “GIOVANNI CAVALIERE. SOLO LE OMBRE - DIPINTI 2009-2010”, a cura di Marco Alfano e Alfonso Amendola, presenta circa 25 dipinti, realizzati dall’artista salernitano tra la fine del 2009 e la prima metà di quest’anno.
La mostra si propone anche quale omaggio a Leo de Berardinis, attore e regista tra i più significativi nel panorama del teatro di ricerca in Italia nel XX secolo, alla cui figura è dedicato il dipinto dal titolo Il teatro di Leo (2010), intorno al quale ruoterà l’intera esposizione: si tratta di una tela di grandi dimensioni (cm 150x200), dove Cavaliere ha elaborato una proposta immaginativa dell’esperienza teatrale del maestro salernitano; un’opera che invita a riflettere sulla “contaminazione” dei diversi linguaggi del teatro e della pittura, e sulla specificità dei pensieri che l’arte stessa coinvolge. In occasione del vernissage, secondo un’idea progettuale che guarda a tutte le matrici della contaminazione, sarà offerto un menù “cilentano”, quale omaggio alla terra d’origine di Leo de Berardinis (nato a Gioi Cilento nel 1939), appositamente curato dalla "OSTERIA CANALI" di Salerno.

La mostra, come in un gioco di quinte teatrali diventerà cornice di un altro evento: l’incontro-dialogo, dal titolo PER UN TEATRO NAZIONALE DI RICERCA, a cura di Alfonso Amendola, che si terrà venerdì 28 maggio alle ore 18.30 presso la chiesa di Sant’Apollonia, e si varrà delle testimonianze di Ruggero Cappuccio, Pasquale De Cristofaro, Franco Coda e Franco Tozza. La serata sarà aperta dalla proiezione di videoframmenti da Atto senza parole (1980) e Totò, principe di Danimarca (1990), documenti preziosi dei lavori teatrali più significativi di Leo de Berardinis.

«Dall’inquietudine sottesa alle opere recenti di Giovanni Cavaliere – rileva Marco Alfano nel testo critico in catalogo – traspare un cuore fiducioso nella possibilità delle immagini di rivelarsi nello spontaneo e incontrollato dialogo con l’immaginazione. Il risultato di questa “scommessa” figurale, che sembra opporsi al precedente percorso dell’artista, è una pittura che rivendica una libertà di scelte, un’attenzione più soggettiva ai valori di stile, di sensibilità. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, coi maestri Carmine Di Ruggiero e Bruno Starita, l’artista ha assimilato una temperie culturale disposta a considerare in maniera spregiudicata le possibilità concesse dalla “grammatica” della pittura, ricorrendo ad un linguaggio che guarda alle pagine più originali dell’astrazione lirica italiana (Licini), ad un immaginario pittorico scandito da figure inquiete, fragili, quasi in ostaggio dei propri stati emotivi.

Nello spregiudicato recupero della figurazione l’artista individua un’opportunità di alto profilo creativo, aperta al sondaggio delle possibilità immaginative offerte dal disegno. Il risultato è di formale finezza, affidata al segno della matita, come in Pensiero nel bianco, d’una semplicità d’intonazioni tendenti al monocromo. Ma più che a simboli, si è di fronte ad evocazioni: su tutte queste immagini, infatti, incombe la messa in scena di presenze oniriche e ambientate fra quinte socchiuse, dalle quali si affacciano i fantasmi dell’inconscio. Un apice di questa ricerca è nel dipinto dal titolo Il teatro di Leo, dove l’effetto visivo ricercato si rivela brillante, quasi violento. La figura di Leo de Berardinis ha una luce spirituale ben maggiore di ciò che il quadro raffigura: il sospeso mistero delle ombre, riflesse di perlaceo, aumenta per l’intensità, quasi ostinata, dell’uso della matita (un tour de force strepitoso); all’opposto, le figure dei compagni di Leo sul proscenio, sono costruite con un segno condotto con molta levità. È la verità delle ombre, la trama infida e mutevole del disegno, che si rende scrittura interiore, conducendo la pittura verso il difficile ricongiungimento col proprio tempo».

«Nella pittura di Giovanni Cavaliere – scrive Alfonso Amendola in catalogo – il teatro compare come immediata (e sorgiva) suggestione o come possente (e totalizzante) ridefinizione della “narrazione”; un teatro che si staglia come spazio onirico nella dimensione materico-pittorica, e dove la molteplicità di figure volteggianti dona preciso vigore a questa piena progettualità che ha nel sincretismo tecnico una matrice fondativa. Giovanni Cavaliere omaggia con il dipinto Il teatro di Leo l’estrema complessità teatrale ed attoriale di un magister della scena del Novecento: Leo de Berardinis (scomparso poco meno che settantenne il 18 settembre 2008); riproponendo colui che è stato tra i più grandi artefici di una recitazione dove traspariva sempre un armonico sentire che si lasciava (dolcemente e/o violentemente, poco importa) tracimare da sonorità “sporche”, “voraci”, “dissonanti”, “grezze”, “dialettali”, “polimorfiche”, che ha saputo fondere nel sintetizzare le differenze la sceneggiata napoletana con William Shakespeare, le sonorità trash pop di Leone Di Lernia con i lieder di Mahler. Con Il teatro di Leo, Cavaliere inscrive nel suo “discorso” le ombre della magia del teatro, i fantasmi della scena, i suoni lontani che abitano gli interstizi più profondi del mondo e delle cose. E il racconto di chi noi tutti immediatamente chiamammo maestro: Leo de Berardinis».

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo, che oltre alla presentazione del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, comprende testi critici di Marco Alfano e Alfonso Amendola, un apparato biografico e bibliografico, nonché le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte.

Catalogo: nr. 7 della collana *ASTERISCHI
Giovanni Cavaliere. Solo le ombre, presentazione di Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, testi di Marco Alfano e Alfonso Amendola, pp. 48, con apparati biografici e bibliografici, corredato da illustrazioni a colori, pubblicato da Plectica Editrice, Salerno, 2010 ISBN 978-88-88813-51-6.

Giovanni Cavaliere è nato a Mercato San Severino nel 1971. Dopo l’Istituto d’Arte a Salerno, si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studia coi maestri Carmine Di Ruggiero e Bruno Starita. Nel 1991 allestisce la prima mostra personale, su invito di Giuseppe Rescigno, alla Ex-Officina di Mercato San Severino. Nel 1995 mette in scena, al ‘Teatro A’ di Mercato San Severino, una performance dal titolo Il Sogno dell’Uovo. Nel 1995 espone una serie di acqueforti con interventi all’acquatinta e a puntasecca, alla mostra Forme e Segni, allestita presso la Saletta Rossa della Libreria Guida di Napoli, e due anni dopo, partecipa al Premio Nazionale per l’Incisione ‘Fabio Bertoni’ di Urbino. Nel 1999 prende parte alle mostre Quaranta artisti per il Kosovo, alla Galleria Verrengia di Salerno, e In-visibile. Altri paesaggi della pittura, organizzata dal Comune di Agerola. Nell’ottobre 2004 ritorna ad esporre a Salerno, con una personale di dipinti, disegni e ceramiche, presentata da Ivan Quaroni e Stefania Zuliani, ed allestita negli spazi del Museo Città Creativa di Ogliara. Stabilitosi a Milano per alcuni anni, tiene una personale alla Galleria Mandelli di Seregno nel 2007, e vince, nel dicembre dello stesso anno, il Premio Lissone, con l’opera Vuoto d’aria, che entra nella Collezione Permanente del Museo d’Arte Contemporanea della città lombarda. Del marzo 2010 è la partecipazione alla mostra collettiva In Bianco. Variazioni cromatiche, presso la chiesa di Sant’Apollonia a Salerno.

grazie a Osteria Canali - Salerno

Per informazioni:
APOLLONIA ATELIERS
tel. +39 089 227167

Immagine grafica
Segno Associati (Salerno)

Ufficio stampa
Mirella Tammelleo tel. + 39 340 6410783
m.tammelleo@libero.it

Immagine: Giovanni Cavaliere, Il teatro di Leo, 2010 (particolare)

Inaugurazione venerdì 21 maggio, ore 19.30

Chiesa di Sant’Apollonia
via San Benedetto (Centro Storico), Salerno
orario: tutti i giorni, dalle 17.30 alle 21.30
ingresso libero

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