Limitati a pochi colori e forme, i lavori di Lisa Williamson rappresentano delle pause, degli schizzi iniziali in cui forme semplici e ripetitive rappresentano un potenziale strumento di sviluppo e di comprensione. Stefan Bruggemann lavora con la parola e con il linguaggio, possiede un modo tutto personale di confrontarsi con il testo, in cui combina un approccio di tipo formale e concettuale con un atteggiamento critico, a tratti brutale.
Lisa Williamson
The reader in the garden
Unosolo, la project room di 1/9 unosunove, è lieta di annunciare la prima mostra personale in Italia dell’artista statunitense Lisa Williamson (1977, Champaign, Illinois).
The Reader in the Garden
La vegetazione di questo posto sembra aver perduto la naturalezza e, fatto ancora più strano, il lettore sembra restare rilassato. È un caso a-tipico. Qualcosa è cambiato sia in alto, sia alla base del giardino del suo padrone di casa. Potrebbe essere l’effetto di un processo sismico originato nel centro della terra. Una sorta di simposio nel quale i piani vengono rovesciati e ogni cosa è improvvisamente in movimento. A livello ideale questi processi conservano un andamento tranquillo. Sismico, ma sottile.
Letterale, marginale, materiale e ottimistico.
La lettrice entra dal lato destro e procede verso sinistra. Attraversa lo spazio, segue l’angolazione della via, si ferma, si appoggia, si distende e indugia. Accovacciata accanto agli alberi di giada, coglie un avocado che ha le dimensioni di un sasso. La mano ne indaga il peso, la forma dai fianchi gonfi e la consistenza robusta. La lettrice scavalca appena gli ostacoli, dal momento che questi ostacoli in particolare non possono scegliere un’altezza uniforme. Quindi cammina intorno ad ognuno, davanti e dietro, e poi ancora intorno.
Questa logica è insita e sarà ritagliata in sezioni.
È tipico, i suoi muscoli sono come nodi. Tanto spesso che l’incisivo della lettrice si è spostato. Questo ha determinato il suo odio per la ritrattistica. In misura maggiore i suoi piedi sono tormentati dalla narcolessia. Non è casuale. Quello che è casuale è come si sente ultimamente quando si trova immersa nel giardino del proprietario. Qui le piante sono inclinate e le parti ridotte. Riguarda l’orizzontale e la verticale. Resta in tempo: I, II, III, IV, V.
Le immagini e gli oggetti che vedete qui sono scultorei e in scala.
Se la lettrice fosse più spirituale proverebbe a relazionare tutto questo al monaco o alla suora, il chiostro o l’abbazia. Se avesse una maggiore padronanza con la prospettiva dovrebbe metterlo in relazione con l’architetto. Se più impegnata, con il bibliotecario. Se più interessata, con l’amanuense. Se più drammatica, con il muto. Ma ciò che coglierebbe più pienamente il senso sarebbe mettere in relazione tutto questo con le streghe e le parche, queste mura romane e questi versi gnomici.
Il compito della demarcazione è essenziale. Le opere sono indicatori, una successione di suggerimenti e indizi.
Il tradurre è una preoccupazione. C’è l’intonazione, una finitura opaca e morbida, lino premuto contro il vetro, e questa bellissima luce del giorno. Cose espressive in una forma, informano. E ci sono queste pause, una scala che è modesta, e il legno, fondamentalmente. Il contesto è contemplativo e i colori sono semplicemente spenti. Credo che il comunicato stampa sia andato via per il pranzo e sfortunatamente questi pranzi vanno per le lunghe. In verità “CS” non dovrebbe tornare prima che finisca l’orario di lavoro. Ma almeno sia chiaro che le fotografie misurano 11 x 16 pollici, sono lucide, ed i colori sono completamente saturi.
Esiste una logica, un vocabolario, insiti nel lavoro e nella ricerca di Lisa Williamson, che attraversano, trasformano ed uniscono in modi bizzarri e casuali. Ciò che conta per l’artista è la formazione di un linguaggio distinto e imperfetto, una lista aperta di soggetti che rimanga parziale e malleabile, piena di riferimenti e rimandi e che possa essere resa attuale attraverso qualsiasi materiale che possa avere un senso. L’intento è svelare, per poi confondere, i limiti entro i quali un artista vive e produce.
Tutto il suo lavoro, anche quello apparentemente più formale o minimale possiede alla base una struttura letteraria. Un esempio è la serie di “tapestries” in mostra, tele in lino dipinte con strati di acrilico e smalto. Limitati a pochi colori e forme questi lavori rappresentano delle pause, degli schizzi iniziali in cui forme semplici e ripetitive rappresentano un potenziale strumento di sviluppo e di comprensione.
Lisa Williamson vive e lavora a Los Angeles, USA. Tra le recenti mostre personali: Alex Olson and Lisa Williamson, Shane Campbell Gallery, Chicago, USA (2010); Whisper Chipper, Small A Projects, New York (2009). Recenti mostre collettive includono: Kathryn Andrews, Heather Cook, Leslie Vance and Lisa Williamson, David Kordansky Gallery, Los Angeles, USA (2010); Beyond Process, Renwick Gallery, New York, Usa (2009); Summer Reading, Invisible Exports, New York, USA (2009)
La mostra proseguirà fino a sabato 19 giugno 2010.
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Stefan Brüggemann
Reversed Inverted
La galleria 1/9 unosunove arte contemporanea è lieta di annunciare la prima mostra personale in Italia dell’artista messicano Stefan Brüggemann (1975, Città del Messico).
Stefan Brüggemann lavora con la parola, con il linguaggio e possiede un modo tutto personale di confrontarsi con il testo, in cui combina un approccio di tipo formale e concettuale con un atteggiamento critico, a tratti brutale. Il proposito dell’artista è tanto paradossale quanto provocatorio nella maniera in cui gioca con i codici artistici fino ad arrivare addirittura ad annullarli.
Sette specchi rivolti verso la parete affermano il rifiuto della loro funzione primaria. Nulla può essere riflesso in essi. Nessuna immagine. Nessuna idea. Viene così negata la relazione tra arte e realtà, tra arte e spettatore. Lo specchio inoltre mostra la simultaneità tra opera e spettatore, tra il valore attuale e la consapevolezza della propria presenza del mondo, che qui Stefan Brüggemann sembra svuotare: FROM ANYTHING TO ANYTHING IN NO TIME, egli scrive sulla parete della galleria.
La posizione nichilista si manifesta in modo spesso seducente, intrappolando lo spettatore nella propria cultura artistica. In questo senso egli descrive la sua prassi come “distorto pop concettuale”, associazione completamente paradossale. Il lavoro e la ricerca di Stefan Brüggemann perseguono questo obiettivo incessantemente per permettere a noi stessi di poterci confrontare con la condizione del mondo e della nostra esistenza, quasi come una sorta di indagine sociologica. L’originalità di questo approccio deriva proprio dalla combinazione di tradizionali strategie concettuali con una sensibilità pop.
Stefan Brüggemann vive e lavora tra Londra e Città del Messico. Tra le più recenti mostre personali ricordiamo: Headlines & Last Line, Yvon Lambert, New York (2010); Showtitles (Audio), Kunsthalle Lissabon, Lisbon, Portugal (2010). Recenti mostre collettive includono: Where do we go from here, selections from La Collecion Jumex, Bass Museum, Miami, USA (2009); Locus Solus, Yvon Lambert, Paris, France (2009); Making of art, the art world and its players, curated by Martina Weinhart, Schrin Kunsthalle, Frankfurt, Germany (cat.)
La mostra proseguirà fino al 31 luglio 2010
Image: Lisa Williamson
Inaugurazione lunedì 24 maggio 2010, ore 19
1/9 unosunove arte contemporanea
via degli Specchi, 20 (Palazzo Santacroce) Roma
orari di apertura: Martedì – Venerdì dalle 11.00 alle 19.00
Sabato dalle 15.00 alle 19.00 (o su appuntamento)
Nei giorni 27, 28 e 29 maggio la galleria 1/9 unosunove rimarrà aperta dalle 14 alle 20.
ingresso libero