I video di Atay sono veri e propri frammenti poetici, distillati di senso e di quotidianita': low tech e ridotti all'essenziale, ma capaci di sintetizzare un mondo che piu' remoto non potrebbe essere. E' il mondo di Batman, paese natale dell'artista, nel sud-est dell'Anatolia - in Turchia, vicino al confine con l'Iraq. In mostra alcuni video e l'opera 'The country for old man!'. A cura di Gabi Scardi.
a cura di Gabi Scardi
Viafarini DOCVA è lieta di presentare la mostra personale dellʼartista turco Fikret Atay.
I video di Atay sono veri e propri frammenti poetici, distillati di senso e di quotidianità: low
tech e ridotti allʼessenziale, ma capaci di sintetizzare un mondo che più remoto non potrebbe
essere. È il mondo di Batman, paese natale dellʼartista, nel sud-est dellʼAnatolia - in Turchia,
vicino al confine con lʼIraq.
Atay parte dalla realtà tradizionale curda, dalla situazione locale della zona in cui vive e
lavora; la racconta con un linguaggio semplice, rinunciando a ogni effetto speciale; ne coglie
i punti di intersezione rispetto alle trasformazioni in atto nel paese intero e oltre, nel mondo
globalizzato. Le sue opere hanno però un carattere fortemente metaforico; partendo da
situazioni estremamente circoscritte, finiscono per raccontare questioni e problemi condivisi
a livello planetario.
In molti casi gli episodi che presenta mantengono un margine di imponderabilità. Ma vi si
avverte una tensione tra istanze collettive e desiderio di individuarsi, tra la dimensione
soggettiva e la spinta schiacciante ad adeguarsi. È anzi proprio nella sua assoluta semplicità
che il linguaggio di Atay assume un significato antiretorico e demistificante: diversi dei suoi
video raccontano come lo spirito di gruppo si possa facilmente trasformare in conformismo
intellettuale.
Negli spazi di Viafarini presso la Fabbrica del Vapore lʼartista proporrà alcuni video, in
particolare si vedranno: Tinica, Goal.
In Tinica un ragazzo improvvisa una session di musica su una rudimentale batteria fatta
assemblando secchi di plastica, bidoni di latta e coperchi arruginiti. Siamo in cima a unʼaltura,
di fronte alla città. Il ragazzo è concentrato, coinvolto, la batteria vibra, il sole di un tramonto
struggente brilla sui vecchi bidoni. Il ragazzo sʼinterrompe, si alza, dà un calcio ai bidoni che,
ormai ammutoliti, rotolano giù lungo il fianco della collina. È stato solo un attimo, ma intenso.
Goal: un gruppo di ragazzi gioca a calcio a piedi nudi su una strada che attraversa un
monotono e sconfinato quasi nulla; un anziano signore sʼinserisce nel gioco; si prepara, si
concentra; la camera ruota, noi ci veniamo a trovare in corrispondenza di una porta; lʼuomo
segna il suo goal solitario, il cui significato possiamo solo intuire: forse un punto assestato
nella partita ardua che contrappone la periferia al centro.
In occasione della mostra lʼartista espone lʼopera the country for old man!
La fotografia viene presentata dallʼartista con le parole del suo nonno: “Mio nonno mi disse:
non ho un certificato di nascita. Non ho fatto il militare. Mio padre non me lo ha permesso
perché i miei due fratelli non ci hanno mai fatto ritorno. Ecco perché non ho unʼidentità.
Secondo la logica del sistema io non esisto. Non vivo. Non risulto essere il padre dei miei
figli. Il viaggio più lungo per me è stato quello dal mio villaggio a Batman. Ma sono
pienamente felice. Perché sono qui. Conosco a menadito tutte le colline e le vallate. Ho fatto
il pastore. Ho cacciato le pernici. Il sistema non mi vede, ma io mi do da fare. È un piacere
conoscerti!”.
Fikret Atay è nato nel 1976 a Batman, Turchia. Diplomatosi in arti visive nel suo paese natale, presso
lʼuniversità Dicle a Diyarbakir, vive e lavora tra Parigi e Batman. Nonostante la sua giovane età Atay ha
già esposto in prestigiosi spazi istituzionali quali la Kunsthalle di Vienna, la Maison de lʼArchitecture,
Parigi; il Museo de Arte Contemporáneo di León, Spagna; il New Museum of Contemporary Art a New
York; lo SFMOMA di San Francisco e la Tate Modern a Londra, oltre che in occasione delle Biennali di
Lione e Istanbul.
Inaugurazione giovedì 3 giugno 2010, ore 18.30
Viafarini DOCVA, Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4, Milano
orario: da martedì a venerdì dalle 11.00 alle 19.00
sabato dalle 15.00 alle 19.00
ingresso libero