'Snaps'. I migliori scatti di un grande fotografo. Essere fotografo per Elliott Erwitt ha significato percorrere il mondo, osservarlo, conoscerlo e farsi sorprendere dai mille aspetti curiosi, tragici o teneri in cui la vita si manifestava di fronte a lui e al suo apparecchio. Snaps presenta una serie di immagini, frutto di una lunga e accurata selezione, che ripercorrono tutta la carriera di Erwitt.
"SNAPS"
i migliori scatti di un grande fotografo
mostra promossa e organizzata da Provincia di Milano/Settore Cultura
curata da Contrasto in collaborazione con Magnum Photos
Essere fotografo per Elliott Erwitt ha significato percorrere il mondo,
osservarlo, conoscerlo e farsi sorprendere dai mille aspetti curiosi,
tragici o teneri in cui la vita si manifestava di fronte a lui e al suo
apparecchio. Snaps presenta una serie di immagini, frutto di una lunga e
accurata selezione, che ripercorrono tutta la carriera di Erwitt: classe
1928, di origine russa, vissuto in Italia e ormai americano da tanti anni,
fotografo di Magnum dal 1953.
E una raccolta di immagini sorprendente quella che si può visitare a
Milano dal 24 luglio presso lo Spazio Oberdan. Molte sono inedite o poco
note e, accanto a quelle ormai diventate dei classici, mettono a fuoco
come non mai la personalità affascinante di un grande interprete. Perché
Snaps? Erwitt disprezza il gergo iperestetico e artistoide con cui tanti
parlano del mestiere del fotografo. Ma, per lui, il termine snap (scatto)
è semplice e calzante.
Quando acquistò la sua prima macchina fotografica, alletà di 14 anni,
Elliott scattò fotografie: è questo il termine con cui si definisce
quellazione. Ma cè anche un altro livello di significato: Erwitt vuole
che i suoi scatti colgano la frazione di secondo perfetta dal suo punto di
vista. Azione o espressione congelata, composizione esattamente calcolata,
congiunzione casuale, bizzarra o toccante di immagini della vita vera. La
storia sta tutta nel momento colto al volo: snap, scatto.
Questa raccolta di foto di cinque decenni ne comprende alcune note in
tutto il mondo e altre, dimenticate, che Erwitt ha ripescato di recente
dalle montagne di raccoglitori impilati nel suo studio di Manhattan e può
accadere che egli, anche a distanza di tanti anni, scorga di colpo un
nesso, unilluminazione calzante, un rimando inaspettato tra due immagini.
Gli scherzi, visivi e verbali, impongono di fare un lieve passo indietro
rispetto al significato, di scollegarsi mentalmente e di riconoscere che
segni e simboli denotano ma non incarnano.
Erwitt è molto legato all'Italia (il suo vero nome di battesimo è Elio
Romano): il padre, infatti, era un architetto affascinato dal nostro Paese
e dalla sua eredità storica e artistica. Nato in Francia da una famiglia
di ebrei russi, il piccolo Elio fu subito portato a Milano, dove la
famiglia Erwitt aveva deciso di trasferirsi. Qui, Elliott crebbe nei primi
dieci anni della sua vita, parlando italiano a scuola. Poi, le leggi
razziali dellepoca costrinsero la famiglia a lasciare l'Italia e a
trasferirsi negli Stati Uniti, ma Elliott ha sempre amato molto il nostro
Paese (che considera una sua seconda casa) e, soprattutto, la città di
Milano (dove ha ancora parenti, oltreché molti amici) e dove ama tornare
ogni volta che gli è possibile.
Pur essendo noto soprattutto per le immagini umoristiche o toccanti,
capaci di cogliere momenti spontanei del flusso dellesperienza, Erwitt è
anche un giornalista di grande efficacia e, quando loccasione lo
richiede, un tragico. Per capire le qualità della percezione che sono
esclusive dellopera di Elliott, basta comprendere come la stessa
sensibilità sia in grado di ritrarre la vedova in gramaglie di un
Presidente americano assassinato e di registrare altrove il surreale
accostamento di un Cristo e di una Pepsi, accettando entrambi i tipi
dimmagine e scorgendone le affinità emotive.
La mostra Snaps presenta una selezione di circa 140 fotografie, in una
serie di stampe di due formati, 50x60 e 70x100, realizzate appositamente
per questo evento.
Nel percorso, si alternano immagini famose e scatti inediti, in un
equilibrio non casuale: dalle sue famose foto di Kruscev e Nixon che
discutono a Mosca nel 1959, a quella di Marilyn Monroe sul set del film
Gli Spostati, alle numerose immagini (scattate per desiderio personale
più che per lavoro) di luoghi, cose e animali.
Lo stile inconfondibile e spesso arguto di Erwitt riesce a registrare, in
oltre mezzo secolo di vita, gli istanti più bizzarri, ordinari, celebri,
strani fermati dallobbiettivo di uno dei più ironici creatori di immagini
dei nostri tempi.
Il percorso espositivo, studiato insieme allautore, rileva inusuali
accostamenti, ironici e sottili rimandi visivi esistenti tra le immagini.
I gruppi di foto seguiranno dei possibili percorsi tematici, in cui
assonanze, similitudini e associazioni visive creeranno un ordine spesso
giocoso. Ma, nellinsieme, i suoi scatti più famosi testimonieranno il
ruolo che Erwitt ha avuto come testimone di questo secolo, fotoreporter
tra i più profondi e acuti. In filigrana emergerà dalla mostra non solo il
lato ironico ma la grande professionalità di questo autore.
La mostra è realizzata con la partecipazione di Fondazione Corriere della
Sera, Achilli&Ghizzardi e con la collaborazione di AGFA.
inaugurazione: martedi 23 luglio, ore 11.30 e 18.30
Immagine: Elliott Erwitt, New York 1974
orari: 10-19.30, martedì e giovedì 10-22
giorno di chiusura: lunedì
biglietti ingresso: intero 4,10 ridotto 2,55 gruppi e scuole 1,55
dal 12 al 19 agosto: ingresso gratuito
La mostra è accompagnata dal libro omonimo, Snaps, edito da Contrasto
Pina Merisio
Provincia di Milano- Uff. Stampa Sett. Cultura
Spazio Oberdan
tel. 0277406358 fax 0277406380
Milano, Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2 (ang. Piazza Oberdan, MM1 P.ta Venezia)