Arte Boccanera
Trento
via Milano, 128/130
0461 984206 FAX 0461 984206
WEB
Nicola Vinci
dal 4/6/2010 al 3/9/2010
lun-ven 10-13 e 16-19, sab 10-19, sab pom., dom e festivi su app.

Segnalato da

Galleria Arte Boccanera Contemporanea




 
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4/6/2010

Nicola Vinci

Arte Boccanera, Trento

L'altro che mi guarda. Gli adolescenti che l'obiettivo di Nicola Vinci inquadra appaiono letteralmente indifesi, inermi, spogli. Sono i ragazzi delle periferie di Citta' del Capo (in Sudafrica), che vivono ancora il retaggio dell'Apartheid, tra miseria, disoccupazione e piccola delinquenza.


comunicato stampa

a cura di Luigi Meneghelli

“Il volto è rivolto a me, è questa la nudità stessa”, scrive il filosofo E. Levinas. E gli adolescenti che l'obiettivo di Nicola Vinci inquadra appaiono letteralmente indifesi, inermi, spogli. Il loro sguardo ha un che di selvatico, di primitivo, perchè privo di scudi psicologici o culturali. Sono i ragazzi delle periferie di Città del Capo (in Sudafrica), che vivono ancora il retaggio dell'Apartheid, tra miseria, disoccupazione, piccola delinquenza. E a un primo sguardo le foto di Vinci sembrano indagare proprio le impronte, i segni di sofferenza, di disagio fissati sui loro corpi e sui loro volti. Tanto che le loro posture rimandano in qualche modo ai busti dolenti degli “Ecce Homo” di Antonello da Messina: fatali, inafferrabili, sinistramente disarmati. Prossimi alla fine e prossimi all'inizio.

Baudrillard afferma che le foto fatte ai “selvaggi” sono le più belle, perchè il selvaggio fronteggia sempre la morte, trasforma un'operazione tecnica in un faccia a faccia con la fine. E questo segreto lo circonda di un certo mistero. E' per questo che Vinci adopera la fulmineità dello scatto per captare nei volti un bagliore di ingenuità e di destino capace di svelare il fatto che i soggetti non sanno chi sono e forse non sanno neppure come vivono. Un bagliore di impotenza e di stupefazione che il fotografo accentua mettendo ogni singolo individuo contro un muro (un fondale), come può avvenire in un commissariato di polizia.

Solo che in lui non c'è nessuna intenzione di rilevare impronte, di schedare, di archiviare. Ad interessargli, casomai, è proprio l'opposto: e cioè l'archetipo del volto che elude ogni catalogazione poliziesca e razzista dell'identità, e che, agli antipodi del ritratto, è tanto più volto quanto più è sfuggente, fantasmatico, anonimo. E non è un caso che le dodici fotografie in esposizione abbiano come titolo un nome, ma che questo nome non corrisponda al personaggio rappresentato.

L'altro rimane sempre tutt'Altro. La relazione con l'Altro in questi lavori è una relazione trascendente, apre una distanza infinita e quasi irriducibile tra l'io e l'altro. Anzi, essa è ciò che permette di andare oltre l'io senza mai incontrare davvero l'altro: “l'autrui rimane infatti sempre ailleurs, altrove” (F. Rella). E così il viaggio di Vinci non può più definirsi come un viaggio di documentazione, ma come un itinerario di sorpresa, di stupefazione. Sulle sue superfici fotografiche non ci sono rilievi di carattere etnografico, indagini di stampo fisiognomico, ma impronte inafferrabili di intimità, veroniche inconoscibili di anime.
Sede: Galleria Arte Boccanera Contemporanea di Giorgia Lucchi, Trento

Inaugurazione sabato 5 giugno 2010, dalle ore 19

Galleria Arte Boccanera Contemporanea di Giorgia Lucchi
orario: via Milano 128/130, Trento
Orario: dal lunedi - venerdi 10 - 13 e 16 - 19, sabato 10 - 13
sabato pomeriggio, domenica e festivi su appuntamento
ingresso libero

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