Galleria Artra
Milano
via Burlamacchi, 1
02 5457373 FAX
WEB
Due mostre
dal 13/6/2010 al 14/7/2010
mart-sab 15.30-19

Segnalato da

Artra




 
calendario eventi  :: 




13/6/2010

Due mostre

Galleria Artra, Milano

In galleria la personale di Lorenzo Tamai, a cura di Dario Bonetta, dal titolo "Lamentarsi dell'acqua calda" con dipinti di carattere espressionista, forza vitale e fragile reminiscenza magica. L'esposizione "Not feeling at home" presenta invece i lavori del laboratorio NABA di arte pubblica condotto da Stefano Boccalini e Angelo Sarleti.


comunicato stampa

Lorenzo Tamai
Lamentarsi dell'acqua calda

a cura di Dario Bonetta

Artra come ultima iniziativa della stagione presenta la mostra personale di Lorenzo Tamai dal titolo ''lamentarsi dell'acqua calda'' e l'esposizione "not feeling at home" con i lavori del laboratorio Naba di arte pubblica condotto da Stefano Boccalini e Angelo Sarleti.

L'opera di Lorenzo Tamai (Milano, 1984) è pittura il cui segno di carattere espressionista, coloratissimo e mai incerto, dona all'insieme dell'opera forza vitale e fragile reminiscenza magica. Le sue opere nascono dalla necessità di scandagliare la pittura in tutte le sue possibilità, rendendola protagonista senza alcuna mediazione di sorta. Nella apparente semplicità del gesto l'artista racchiude il proprio impulso e nelle opere espone immaginazioni che nascono da processi che coinvolgono lo spettatore per la difficoltà di fissare logiche e coerenze interne. Il lavoro di Tamai è impossibile da racchiudere in una definizione, piuttosto è riconducibile a tutti quegli artisti la cui opera è incarnazione di un immaginario i cui confini nascono più dalla sensibilità emotiva che dall'idea.

Le sette tele che compongono la serie "profili" sono il metodo di ricerca attraverso il quale l'artista scopre le sue composizioni. Si tratta di un processo non lineare in cui non si vedono ripensamenti, tentativi o correzioni, ma piuttosto variazioni sul tema che indagano ambiguità nei soggetti (uomo/animale) o nella forma (organica/concreta). La serie "profili" racchiude definizioni di pittura che spostano l'attenzione sull'elemento materiale, inteso come corpo della pittura che incontra il divenire della superficie sensibile dell'artista. Si tratta quindi di opere che ricercano l'origine di se stesse, il momento misterioso e magico in cui la relazione tra corpo e idea non è scandagliabile perché pratica, evento ed esistenza.

Se i "profili" derivano dalla pittura di ritratto, la serie "Fiori" è del tutto inedita. La rappresentazione del corpo dell'uomo è sostituita da un fiore e completato da volti variamente espressivi. L'emozione, considerata dall'artista come omaggio alla vita, si intravvede nei volti ed è drammaticamente accostata all'idea di fragilità in una rappresentazione che richiama il collage, ma che trova nella composizione il suo elemento unitario; le forme infatti sono strutturate dal colore, puro, steso direttamente sulla tela nera senza alcuna preparazione.

A completare l'esposizione saranno esposte due carte ed una decina di tele di grande formato, tra queste "Natura morta", opera che rilegge un genere pittorico classico come esposizione di singoli frutti, prima racchiusi in un cesto e poi dislocati ognuno in una piccola opera. La tela nera, qui più che nelle altre opere, appare come cavità atemporale, paesaggio assente sopra il quale fluttuano elementi il cui valore simbolico è codificato dalla storia dell'arte. In "Pianta di limoni senza limoni", opera che nasce nel contesto autobiografico dell'artista, la relazione sfondo nero figura è ancora più stringente in quanto la vitalità della pianta è espressa dalla luminosità delle foglie oro e argento. Nelle successive tele la pratica pittorica di Tamai si lascia andare anche a elementi narrativi, difficili da seguire ma svelati da titoli come "glaciale fu il riflesso" o come "l’arte più morta della morte".

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Not feeling at home

a cura di Stefano Boccalini e Angelo Sarleti

Che cosa hanno in comune trenta giovani che per quasi un anno hanno lavorato sul concetto non-univoco di arte pubblica – confrontandosi in presa diretta con una metropoli alla scala di Milano? Che cosa mettono in luce tramite i loro lavori, trenta individui provenienti dalle più diverse parti d’Italia, dell’estero, dalle periferie Milanesi, villaggi remoti, con background, provenienza e autobiografie diverse? Quale territorio rappresentativo condividono questi giovani artisti - pendolari, skater, amanti del fumetto, fantasy, dark, videogiochi e altri generi?

Seguendo alcuni suggerimenti teorici di Paolo Virno sembra che questa “moltitudine” contemporanea non si trovi d’accordo se non sul forte sentimento condiviso di “non sentirsi mai a casa propria”. Fluttuando nello spazio pubblico, deprivato della sua funzione pubblica, i protagonisti di questo metaracconto con una sorprendente chiarezza mettono alla luce una vasta gamma di pensieri, critiche, contraddizioni, denuncie, interventi, riflessioni, indagine completate sotto la guida dei docenti Stefano Boccalini e Angelo Sarleti.

Partendo dal lavoro emblematico di Cosimo Casoni – la scritta sotto lo skateboard – "E io concedo sempre udienza ai giovani" – una promessa fatta agli skater di Firenze (anche se il luogo fisico non ha nessuna importanza) che viene man mano cancellata strisciando la tavola da skate sopra i bordi della pista, direi che la mostra raccoglie lavori di una generazione giovanissima a cui l’udienza viene promessa ma quasi mai concessa. Una generazione costretta a consumare lo spazio pubblico espropriato della sua funzione politica e sociale, costretti ad arrangiarsi, autoinventarsi, auto identificarsi e costruire la propria identità, comunità, la propria ripetitività per infantilmente sentirsi al sicuro – per avere se non "un sentimento di essere a casa propria" almeno un desiderio di tale utopia.

Dal 14 giugno al 15 luglio i due primi ambienti della galleria Artra per il periodo della mostra s’impregneranno di questo disagio e schizofrenia metropolitana invitando ad udire in questa polifonia di voci le storie (voci) individuali, che distinte dallo rumore assordante di questo coro avranno ciascuna da raccontare (dire) qualcosa.
(testo di Andris Brinkmanis)

Inaugurazione lunedì 14 giugno ore 18.30

Galleria Artra
Via Burlamacchi 1, 20135 Milano
Orario: da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19
ingresso libero

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