Daniela Berta - Castello di Rivara
In mostra opere tra sculture di grandi dimensioni, disegni, fotografie, video e installazioni di Annamaria Gelmi, Carlo Nangeroni, Bruno Locci ed Hermann Pitzche. A cura di Franz Paludetto, direttore del Castello di Rivara Centro d'Arte Contemporanea.
a cura di Franz Paludetto
A poche settimane dal successo dell’apertura della nuova vetrina nel quartiere S. Lorenzo a Roma, Franz Paludetto propone quattro grandi personali negli spazi del Castello di Rivara - Centro d’Arte Contemporanea.
Gli artisti invitati hanno in comune il fatto di aver condiviso in passato alcuni progetti importanti con il direttore del Castello di Rivara. Insieme ad Annamaria Gelmi, Carlo Nangeroni e Bruno Locci, Franz Paludetto ha infatti vissuto, nei primi anni Settanta, l’esperimento della “colonia artistica” di Calice, che vide la confluenza di molti artisti provenienti da percorsi diversi fra loro in questo angolo dell’entroterra ligure, nell’intento di far incontrare e maturare nuove linee di ricerca.
“Carlo Nangeroni, così alto ed esile, così anglosassone e schivo, era per me quasi una presenza atipica nel contesto calicese (...) mi accorgo a distanza di anni che mi ritrovavo a guardare a lui e al suo lavoro con una sorta di deferenza” ricorda Franz Paludetto. Dai racconti che l’artista milanese riporta di quell’esperienza, in effetti, si può intuire quanto potesse essere per lui più attraente il fitto bosco di quell’angolo di Liguria, in mezzo al quale ci si poteva immergere per lavorare in assoluta tranquillità, che non l’idea di realizzare progetti artistici insieme a quel gruppo eterogeneo che diventava via via più numeroso.
Questo ed altri ricordi affiorati alla mente di Nangeroni e di Paludetto durante un incontro nell’abitazione milanese dell’artista, fanno maturare in loro il desiderio di pensare ad un nuovo progetto espositivo, che restituisca attraverso un sottile filo narrativo e simbolico, il percorso condiviso, anche solo per alcuni, significativi punti di contatto, nel corso degli anni Settanta. Padre e figli nasce così, come a puntualizzare, a suggerire più accuratamente, alcuni passaggi di una storia, a distanza di qualche anno dalla mostra realizzata negli spazi della Casa del Console di Calice Ligure, che sanciva il “rincontro” tra l’artista e il gallerista.
Il rapporto con Hermann Pitz si consolida invece negli anni Novanta, attraverso la lunga serie di mostre personali e collettive che l’artista tedesco ha progettato insieme a Franz Paludetto, tra il Castello di Rivara e la galleria che Paludetto aprì a Norimberga insieme alla moglie Carolin Lindig.
I riferimenti alle esperienze comuni del passato oggi si mescolano, in queste mostre personali, con elementi inediti, facendo procedere di un passo il sodalizio progettuale tra il curatore e gli artisti e offrendo al fruitore una lettura più ricca e trasversale dei reciproci percorsi di ricerca.
La mostra Potreste venire domenica pomeriggio a prendere un bicchierino da noi, infine, dedicata al lavoro di Bruno Locci, inaugura l’apertura al Castello di Rivara dell’Archivio Bruno Locci, che verrà reso fruibile al pubblico in occasione dell’inaugurazione del 12 giugno. Per non dimenticare il lavoro, la ricerca, l’energia di un artista multiforme ed eclettico e, soprattutto, di un grande amico.
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INARCHITETTURA
Annamaria Gelmi
INARCHITETTURA è la personale di Annamaria Gelmi che sarà inaugurata al Castello di Rivara - Centro d’Arte Contemporanea - il prossimo 12 giugno 2010. La curatela della mostra è di Franz Paludetto - direttore artistico del centro - mentre il catalogo è a cura di Paola Vettorazzi, con testi di Giorgio Verzotti e Paola Vettorazzi.
Ancora una volta questa artista di inesauribile vena creativa è capace di mettersi in gioco in un nuovo progetto espositivo, dimostrando che è sempre possibile per chi fa questo mestiere con solida professionalità evolvere, cambiare, innovare se stessi.
La capacità di reinventarsi non prescinde tuttavia da un solido legame con la propria storia personale, come il titolo stesso suggerisce. L’architettura è infatti la disciplina che più di ogni altra ha ispirato Annamaria Gelmi nel suo brillante percorso. Il suo lavoro pur, rigidamente geometrico, astratto- concettuale è allo stesso tempo fragile nella poetica, allusivo, capace di svelare un “oltre” denso di significato e sfumature, profondamente femminile.
La varietà dei mezzi espressivi, delle soluzioni formali e dei temi proposti in questo ambizioso progetto sottolineano la ricchezza creativa di Annamaria Gelmi, le sue complesse sfumature e le molteplici correnti intellettuali e artistiche a cui si ispira. Il tutto contribuisce a delineare il suo modo di vivere la dimensione d’artista, suggerendo l’idea dell’arte come spazio concettuale di libera espressione.
L’esposizione si pone obiettivi ambiziosi sia per la varietà degli allestimenti sia per la quantità delle opere - cinque sculture di grandi dimensioni, ventuno disegni, quattro sequenze fotografiche, un video e un’ installazione.
INARCHITETTURA è un percorso, una sorta di dialogo con le molte forme che l’arte può assumere per Annamaria Gelmi, a cominciare dalle sculture di grandi dimensioni allestite nel parco. Tra queste figurano, solo per citarne alcune: High Mountains, alti steli su cui svettano i profili delle amate montagne trentine; Oltre la porta, in cui la solidità e la dimensione della struttura in ferro contrastano con la leggerezza di pure linee geometriche alternate a spazi aperti.
All’interno del Castello si aprono invece tre sale, di cui le due più piccole dedicate al tema della montagna SKILINE. Si tratta di uno dei leit motiv della poetica di Annamaria Gelmi, la quale, nata a Trento, in mezzo alle montagne, ha nello sguardo i panorami profilati delle Alpi. Le opere allestite in questi spazi consistono in una serie di installazioni modulari in rilievo appese a muro, tra le cui sfasature si ricompone la sagoma delle montagne. La peculiarità di questi lavori è l’inversione paradossale dei pieni e dei vuoti: il cielo ha consistenza materica, solidità, mentre la montagna è linea geometrica leggera, quasi priva di peso.
Questo gioco di contrasti prosegue anche nella sala principale che accoglie due grandi opere site-specific. Una parete è interamente occupata da Architettura, installazione scultorea appositamente realizzata per questa mostra e composta da una serie di forme geometriche in rilievo che si inseguono in un gioco di rimandi speculari. Al centro della stanza è posizionata invece Serra, una grande gabbia metallica, alla cui base è posto uno specchio, mentre le restanti pareti sono occupate da disegni e fotografie esposte in anteprima assoluta.
In particolare la serie di disegni, rigorosamente in bianco e nero, rappresenta una sorta di alfabeto, di linguaggio creativo costituito da figure geometriche progressivamente più complesse fino alla sagoma del fiore - elemento di espressione proprio di Annamaria Gelmi. Gli scatti fotografici invece sono stati realizzati dall’artista durante un WORK SHOP in Bangladesh e immortalano parti corporee slegate dall’identità dell’uomo o della donna ritratti e ricomposte arbitrariamente dall’artista in serie sequenziale.
La scelta del Castello di Rivara ha imposto inoltre all’artista di confrontarsi per la terza volta - dopo Castel Pergine e Castel di San Pietro in Cerro - con la difficile ambientazione in un imponente edificio storico, già di per sé molto caratterizzato.
Annamaria Gelmi studia a Trento all’Istituto d’Arte, a Milano all’Accademia di Brera con Cantatore e all’Accademia di Venezia con Saetti.
Espone dal 1970, creando in un primo momento opere in materiali plastici e metacrilato e installazioni che giocano sulle trasparenze; dal 1978, dopo un soggiorno dai maestri vetrai di Murano, realizza opere anche con il vetro. Dai primi anni ’80 si allontana dal lavoro minimalista, essenzialmente bianco e nero per usare il colore, soffermandosi su memorie della storia, frammenti di architetture. Negli anni ’90 le architetture diventano solo un segno, un richiamo simbolico; il colore è più forte e fa pensare lo spazio come condizione mentale di una visione diversa. Nel 1994 riprende ad esprimersi attraverso sculture – installazioni, usando: ferro, acciaio, pietra, bronzo.
Partecipa alla XLVI Biennale di Venezia con il libro “SKYLINE”.
Dal 2000 le sue grandi opere in tela e le installazioni in ferro sono presentate dal Kaiserliche Hofburg di Innsbruck al MART di Trento-Rovereto, dalla Galleria Lattuada di Milano alla Rocca Paolina di Perugia, dal Museion di Bolzano all’Istituto Italiano di Cultura di Vienna. Tiene poi una personale al Castello di Pergine (TN). Nel 2007 è presente alla LII Biennale di Venezia nella mostra “Camera 312”, poi alla Biennale di Scultura di Gubbio.
Nel 2010 partecipa alla Biennale Internazionale di Racconigi (TO). Sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private.
Il Castello di Rivara – Centro d’Arte Contemporanea, sede storica del Cenacolo di pittori della Scuola di Rivara, situato a 30 chilometri da Torino nelle valli del Canavese, è un complesso composto da tre edifici indipendenti: il Castello Medievale, la Villa Neobarocca e le Scuderie, immersi in un parco di oltre 45.000 mq.
Ha a disposizione numerosi atéliers e camere dove abitualmente sono ospitati artisti italiani e stranieri ed uno spazio espositivo multifunzionale di 2.530 mq.
Ha a disposizione uno spazio espositivo multifunzionale di 2.530 mq, un Centro di Documentazione con oltre 10.000 volumi consultabili dagli studiosi e numerosi atéliers e camere dove abitualmente sono ospitati artisti italiani e stranieri.
La direzione artistica è affidata dal 1985 a Franz Paludetto.
Catalogo a cura di Giorgio Verzotti
PROMOZIONE E UFFICIO STAMPA:
Culturalia - Bologna, Vicolo Bolognetti 11
Tel. 051 6569105 fax 051 29 14955,
info@culturaliart.com
http://www.culturaliart.com
UFFICIO STAMPA
Daniela Berta
Castello di Rivara - Centro d’Arte Contemporanea
info@castellidirivara.it
immagine: Annamaria Gelmi, Il labirinto
foto: Savorelli
Inaugurazione 12 Giugno ore 18
Castello di Rivara - Centro d’Arte Contemporanea
Rivara (TO) - P.zza Sillano, 2
orario: lun. - ven. solo su appuntamento
sab.- dom. ore 10.30 - 12.30 / 14.30 - 18.00
ingresso libero