Fondazione Bevilacqua La Masa - Palazzetto Tito
Venezia
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Diafano. Vedere-attraverso
dal 16/6/2010 al 18/6/2010
17 e 18 giugno 9.30-18.30, 19 giugno 9.30-13

Segnalato da

Studio Pesci




 
calendario eventi  :: 




16/6/2010

Diafano. Vedere-attraverso

Fondazione Bevilacqua La Masa - Palazzetto Tito, Venezia

Convegno interdisciplinare. Il diafano e' l'ultimo stadio di rarefazione in cui la figura viene ancora percepita: rappresenta il minimo di definizione necessario affinche' la percezione di questa venga riconosciuta come tale.


comunicato stampa

La Facoltà di Arte e Design dell'Università Iuav di Venezia, la Fondazione Bevilacqua La Masa e il Laboratorio Internazionale di Semiotica a Venezia promuovono il convegno interdisciplinare intitolato “Diafano. Vedere attraverso” che si terrà nella sede di Palazzetto Tito nei giorni 17 e 18 giugno dalle ore 9.30 alle 18.30 e 19 giugno dalle 9.30 alle 13.00.

Il convegno intende indagare il concetto del diafano e della diafanità da un punto di vista ampio, che sia volto alla formulazione di una teoria valida ed applicabile nei diversi campi artistici in cui il questa particolare modalità della visione sia pertinente.

Che cosa s’intende per diafano? E cosa, per trasparenza? Di quanti gradi, livelli, spessori è fatta la trasparenza? Possiamo assimilare diafano a trasparenza? O il diafano è solo un modo di esistenza del visibile che, seppure include la trasparenza tra le sue proprietà, non può esserne in nessun modo assimilato come semplice sinonimia? In cosa consiste allora lo scarto tra trasparenza e diafano sul piano materico e percettivo? E come cambia, a livello cognitivo e passionale, questa esperienza del vedere-attraverso?

Goethe riguardo agli effetti di trasparenza e opacità affermava che se la torbidezza è un indebolimento della trasparenza e l’inizio della corporeità, possiamo definirla come un insieme di differenze, ovvero, di trasparenze e non trasparenze, da cui risulta una trama ineguale, una sorta di alterazione dell’unità che è, tuttavia, l’unica possibilità che abbiamo di percepire i colori. Questi, infatti, non possono essere colti se non all’interno di uno spazio torbido dove la materia oscura sembra combattere l’impero della luce. Analogamente il livello plastico di un’immagine non è mai da considerarsi come insieme di formanti stabilizzati una volta per tutte, ma come un processo in divenire che si rapporta alla percezione, soprattutto quando si ha a che fare con quelle forme di rappresentazione dell’impalpabile e dell’impercettibile.

Queste ultime sono manifestate da alcune configurazioni testurali che mettono in scena il volatile, l’aereo. Il loro supporto, o ciò che s’interpone tra la vista dell’osservatore e l’oggetto osservato, nasconde e allo stesso tempo, attraverso l’effetto trasparenza, lascia trapelare. La sostanza che filtra lo sguardo è di natura tattile, a tratti palpabile, relativamente densa. È, ad esempio, la figura trasparente e opacizzante del velo. Con “velo” s’intende, infatti, un tessuto sottile che, pur coprendo e nascondendo, lascia intravedere ciò che sta sotto. A proposito dell’opera d’arte, riferendosi a Leon Battista Alberti e al suo celebre paragone tra il quadro e ciò che si vede attraverso un velo, Èmile Zola parlava dello schermo trasparente attraverso il quale vediamo gli oggetti più o meno deformati, soggetti a cambiamenti più o meno percettibili a seconda della natura di questo.

Sono differenze modulate in base alle caratteristiche degli schermi, egli diceva. Lo schermo, anche quello apparentemente più trasparente, ha sempre uno spessore che rifrange e trasforma gli oggetti. Zola paragonava questa rifrazione a “una finissima polvere grigia”. La sua immagine di schermo polveroso anticipò un altro vetro impolverato, quello su cui Duchamp “sollevava la polvere”(élever, che, in francese, significa anche “allevare”). È il vetro polveroso che consentiva la nozione di retard, con tutte le sfumature di significato che questo termine comporta in Duchamp e che si assommano nella loro “unione incerta”.

Il diafano dunque non è tanto una qualità attribuita a immagini incorporee e atmosferiche in opposizione a forme plastiche precise, ma racconta piuttosto la storia di un percorso percettivo: racconta il processo di affioramento alla visibilità di un qualcosa attraverso forme, colori e configurazioni che accrescono l’iniziale incertezza, trasformando la loro contemplazione in un esercizio che non finisce nell’acquisizione di una certezza. Il diafano è l’ultimo stadio di rarefazione in cui la figura viene ancora percepita : rappresenta il minimo di definizione necessario affinché la percezione di questa venga riconosciuta come tale.

Quanto più bassa sarà la sua definizione, quanto più ignoto apparirà l’oggetto. Nel diafano, alla problematica dell’opacità si aggiunge dunque la problematica della trasparenza, la successione per gradi della trasparenza. Tra trasparenza e opacità si distende un continuum graduale: dal fantasma della pura trasparenza (che al limite si confonde con il vuoto, il nulla) fino al traslucido (al diafano) che lascia filtrare la luce, ma non lascia vedere i contorni né le tracce delle figure dietro lo schermo. Il diafano è dunque il segreto di un visivo che lascia tracce del suo passaggio. È l’intervallo attraversato dallo sguardo nel farsi strada attraverso gli strati d’intermediazione costituiti da materie come l’aria, l’acqua, il vetro e ogni elemento translucido che può andare dalla pellicola filmica all’alabastro.

È dunque sulla natura semiotica di questa intermediazione che s’interpone tra il nostro sguardo e gli oggetti rappresentati, che il convegno si dovrà interrogare, a partire dalla riflessione filosofica sul diafano, fino allo studio di opere d’arte visive o musicali, dall’effetto nebbia nel cinema all’architettura translucida per finire con quegli oggetti il cui confine tra design e arte è talmente sfumato e indecidibile, da essere diafano appunto.

Programma

Giovedì 17 giugno

Saluti inaugurali da parte del Rettore IUAV Amerigo Restucci
ore 9.30 PROSPETTIVE
Presiede Patrizia Magli
09.30_Patrizia Magli “Εστι δή τι διαφανές. Esiste dunque il diafano”?
10.00_Paolo Fabbri “Dall'opaco”
10.30_Yves Hersant “Le voile diaphane de l'allégorie”
11.00_Omar Calabrese “Il velo che fa vedere. Inganni percettivi nel
Cinquecento italiano”
coffee break
12.00_Angela Vettese “Ombre”
12.30_Marco De Michelis “Tra l'opaco e il trasparente”
ore 14.30 TRASPARENZE
Presiede Paolo Fabbri
14.30_Roberto Favaro “Silenzio, forma, texture. Vedere il mondo attraverso
la musica”
15.00_Stefano Jacoviello “Diafanie sonore. Quando dal timbro il tempo
traspare”
15.30_Marco Bertozzi “Icone di fiamma. Distruzione del supporto e mutazioni
di senso nel cinema al nitrato"
16.00_Nicola Dusi “Riflessi, barbagli e sfocati. Strategie della visione
imperfetta”
16.30_Antonio Somaini “Utopie e distopie della trasparenza. Ejzenštejn,
Glass House, e il cinématisme dell’architettura di vetro”

break

17.30_Michele Emmer “Ombre dallo spazio: da Flatlandia alla quarta
dimensione"
18.00_Marco Vannini “Ghosts from the Ocean”
18.30_Dibattito

Venerdì 18 giugno

ore 9.30 IMMAGINI
Presiede Angela Vettese
09.30_Dottorandi del Dottorato in Teorie e Storia delle Arti - IUAV
(Cristina Baldacci, Eleonora Charans, Ilaria Bignotti, Ada Cattaneo, Chiara
Di Stefano, Mario Finazzi, Eva Ogliotti, Céline Parmeggiani, Giovanna Zen)
11.00_Angela Mengoni “Ri-velare l’archivio: Onkel Rudi di Gerhard Richter”
11.30_Pierluigi Basso Fossali “Dia (fa) noia: pellicole ambientali e visione
a pelle”
coffee break
12.30_Tiziana Migliore “Per interposti media. El Tiempo tra Sigmar Polke e
Francisco Goya”
13.00_Giovanni Bianchi “Trasparenze e opacità nell'arte contemporanea:
Ospiti di Krzysztof Wodiczko”
ore 14.30 IMMATERIALI
Presiede Chiara Casarin
14.30_Stefano Coletto “Media diafani e Media trasparenti”
15.00_Lorenzo Lazzarini “Alabastro, gesso, vetro, marmo, cristallo di rocca,
la materia diafana antica”
15.30_Jana Revedin "Material Poetry. Superficie, luce, trasparenza."
16.00_Raimonda Riccini “Tecnologie trasparenti: corpi, macchine, oggetti”

Break

17.00_Alvise Mattozzi e Giulia Cecchelin “Il vetro da solo. L'esclusione del
diafano nel vetro di Murano”
17.30_Dottorandi del Dottorato in Scienze del Design – IUAV (Ruggero Canova,
Rosa Chiesa, Teresita Scalco, Federica De Rocco)
18.30_Dibattito

Sabato 19 giugno

ore 10.00 VELI
Presiede Marco Vannini
10.00_Mario Lupano “Trasparenza equivoca. Ai bordi del modernismo”
10.30_Gabriele Monti “Diafasia: narrare i corpi della moda”
11.00_Elda Danese “Blurred: le immagini di Erwin Blumenfeld”
Coffee Break
11.45_Massimo Leone “Il velo di Timante: trasparenza e opacità fra etica ed
estetica”
12.15_Chiara Casarin “In equilibrio tra due punti sospesi”
Break e presentazione del Catalogo della mostra di Silvano Rubino edito da
Damiani

Video “Seaspawn” di Debra Werblud
video editing by Federica De Rocco

Promosso da
Facoltà di Arte e Design dell'Università Iuav di Venezia
Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia
Laboratorio Internazionale di Semiotica a Venezia

Ufficio Stampa
Fondazione Bevilacqua La Masa | Giorgia Gallina
Tel. +39 041 5207797
press@bevilacqualamasa.it

Studio Pesci di Federico Palazzoli
Via San Vitale 27, 40125 Bologna
Tel. +39 051 269267 – Fax +39 051 2960748
info@studiopesci.it

Giovedì 17, venerdì 18 e sabato 19 giugno 2010

Fondazione Bevilacqua La Masa
Palazzetto Tito, Dorsoduro 2826, 30123 Venezia
17 e 18 giugno dalle ore 9.30 alle 18.30 e 19 giugno dalle 9.30 alle 13
ingresso libero

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