Spazio Paraggi
Treviso
via Pescatori, 23
0442 56657 FAX 0422 412408
WEB
Giovanna Torresin
dal 18/6/2010 al 30/7/2010
mer-ven 10-12.30 e 16-19.30, sab 16-19.30
WEB
Segnalato da

Ufficio Stampa Dasler comunicazione




 
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18/6/2010

Giovanna Torresin

Spazio Paraggi, Treviso

L'artista centra la sua poetica sullo spazio domestico e spesso costrittivo per la condizione della donna. Il senso della carne e del sacrificio compare nei lavori piu' recenti in cui e' il cuore il protagonista.


comunicato stampa

a cura di Valerio Dehò

Dal dal 19 giugno al 31 luglio 2010, presso lo Spazio Paraggi di Treviso, sarà aperta al pubblico "Pasto nudo", la mostra personale di Giovanna Torresin, a cura di Valerio Dehò.

Giovanna Torresin ha costruito la propria poetica ponendo al centro lo spazio domestico, chiuso, spesso costrittivo per la condizione della donna. Il suo percorso, sviluppato per sintesi in questa mostra.
Agli inizi negli anni Novanta, ha posto in primo piano gli oggetti propri del mondo femminile oppure quelli legati al menage della famiglia. Per esempio, un lavoro fondamentale come "Coro" (1993), consiste in una serie di borse da donna che vengono antropomorfizzate dall'artista, facendole diventare delle bocche aperte in un urlo silenzioso, quanto inascoltato.

Sono infatti gli oggetti che parlano di noi in nostra assenza, ma sono anche loro che hanno una vita propria che si mostrano e dimostrano portatori di un'esistenza separata dalla nostra. Per Giovanna Torresin l'arte è una forma di ossessione che ci aiuta ad esorcizzare le paure, alla Bourgeois, ma serve anche a creare un territorio in cui l'artista invita lo spettatore a condividere.

Dal 2000, con "Ominidi", le figure ibride diventano delle piccole sculture in terracotta smaltata e compongono delle moltitudini disposte sul pavimento fino quasi a saturarlo. La rarefazione che caratterizza la produzione precedente si tramuta in eccesso. Si assiste ad una proliferazione all'infinito, ad un'ossessività che satura l'horror vacui, disseminando le figure antropomorfe per tutto l'ambiente.

Nel 2003, compaiono le serie di fotografie in cui il corpo e il volto stesso dell'artista diventano il luogo dell'opera: i tatuaggi li pervadono in modo forte, duraturo, simbiotico. Questi diventano subito non solo un elemento decorativo molto marcato, ma assumono il ruolo di una seconda pelle. Infatti mutano poi in vere e proprie corazze, armature che proteggono il corpo, ma nello stesso tempo lo tengono prigioniero. Pur prediligendo la monocromia in nero o in rosso, l'artista crea una galleria di posture che diventano pose teatrali che ormai trasmutano nell'iconografia della storia dell'arte.

La corazza evolve nei ritratti delle madonne, in cui l'artista affronta per la prima volta e in modo diretto la sua proiezione come figura di maternità, all'interno della storia dell'arte. Nel 2006, Giovanna Torresin realizza una straordinaria carrellata di variazioni sul tema della maternità in pittura, rielaborando l'iconografia di artisti come Tiziano, Antonello, Mantegna, Raffaello e altri classici.

Il senso della carne e del sacrificio compare nelle opere più recenti in cui è il cuore il protagonista: caldo e rosso organo, simbolo dell'amore e della sofferenza. Sono immagini di grande impatto visivo e anche di una crudezza nuova: il cuore con i chiodi, con la corona di spine, o avviluppato nel metallo è una ferita aperta che forse nemmeno l'arte può chiudere.

Giovanna Torresin, con questi lavori, sembra tornare al punto di partenza, dopo un percorso in cui ha indagato il rapporto tra arte e vita, tra l'arte e la società, con uno sguardo che rivela l'eternità della condizione femminile come visione del mondo.

Ufficio Stampa:
Dasler comunicazione
tel. 348 6772908
ufficiostampa@dasler.it

Inaugurazione sabato 19 giugno 2010, ore 18.30

Spazio Paraggi
via Pescatori 23, Treviso
Orari: da mercoledì a venerdì, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30
Sabato dalle 16 alle 19.30
Ingresso libero

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