Shorakkopoch. I due artisti hanno in comune una predisposizione per il viaggio e per il movimento lento delle e nelle cose. Attraverso pratiche differenti, Rovaldi e Hopfner costruiscono racconti di luoghi in cui la dimensione fisica dell'attraversamento e' inseparabile da quella 'a posteriori' della memoria e dell'intimita'.
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A cura di Davide Ferri
In collaborazione con Spaziorazmataz
Michael Höpfner e Antonio Rovaldi si incontrano a New York nel 2009, durante una residenza all’ISCP/Inter-
national Studio & Curatorial Program.
Hanno in comune una predisposizione per il viaggio e per il movimento lento delle e nelle cose. Attraverso
pratiche differenti, Rovaldi e Höpfner costruiscono racconti di luoghi in cui la dimensione fisica dell’attra-
versamento è inseparabile da quella “a posteriori” della memoria e dell’intimità.
Michael Höpfner trascorre diversi mesi dell’anno viaggiando in territori di confine tra Cina e Tibet, spazi es-
senzialmente deserti dove le uniche tracce umane sono le tende nomadi, edifici semiabbandonati o sacri.
Antonio Rovaldi è invece maggiormente legato ad un immaginario dell’ovest, inteso come traiettoria di
spostamenti, spazio sconfinato e vagheggiata dimensione di wilderness, come nella tradizione letteraria
americana.
Prima, per alcuni anni, Rovaldi ci ha invitato a riconsiderare diversi aspetti del paesaggio italiano, attraverso
racconti che intrecciano suggestioni letterarie, la casualità dell’esperienza, un atteggiamento anche analiti-
co e vagamente antropologico.
Durante i suoi spostamenti, Höpfner, munito solo di una tenda e di pochi oggetti necessari contenuti in uno
zaino, compila taccuini, con appunti e schizzi (di tende, di mappe e formazioni rocciose che finiscono per
confondersi e sovrapporsi) che sono, oltre che veri e propri quaderni di viaggio, tentativi di ricostruire itinera-
ri e di ricomporre distanze. Ma si tratta di un approccio che ha a che fare con un’impossibilità, e i suoi scatti
sono spesso la testimonianza di una fine irraggiungibile e di una solitudine sconfinata.
I viaggi di Rovaldi non sono necessariamente fisici. Per l’artista la relazione con il paesaggio si dà anche at-
torno ad un tavolo, magari strappando e ricombinando illustrazioni e immagini prelevate da libri di geografia
o da vecchie guide turistiche.
Torn Landscapes ad esempio, è una serie di paesaggi in bianco e nero, strappati e rifotografati, dove lo
strappo, il vuoto tra una metà e l’altra, diventa elemento fisico dell’immagine.
Shorakkopoch è il progetto che Michael Höpfner e Antonio Rovaldi hanno pensato insieme a New York e
che viene presentato a Prato per la prima volta.
Nel video che dà il titolo alla mostra, i due artisti (l’uno bendato, l’altro con delle cuffie che gli impediscono
di sentire come per creare i presupposti per un’intensificazione sensoriale che può permettere loro di ricon-
siderare la città in modo nuovo) percorrono a piedi la Broadway da Wall Street fino a Inwood Park, il punto
più a nord dell’isola di Manhattan che gli indiani battezzarono “Shorakkopoch-un angolo tra due spigoli”.
La mostra Shorakkopoch, al Magazzino 1b, è il risultato di un incontro, poi un viaggio a ritroso nel tempo e
verso un possibile limite.
Michael Höpfner
Born in Krems, Donau, Austria in 1972, lives and works in Berlin and Vienna.
2010 Katarina Zdjelar – Michael Höpfner, ar/ge kunst Bozen, curated by Luigi Fassi, Italy, Bozen; Shorakkopoch, Rovaldi/Höpfner, curated by Davide Ferri,
M1b, Prato, Italy; Above And Beyond, Forum Stadtpark Graz, Austria 2009 On Foot, Hubert Winter Gallery, Vienna, Austria (solo); Die Form der Isolation,
Marc Aschenbrenner, Michael Höpfner, Galerie Olaf Stüber, Berlin, Germany; Distance Creates Desire, Kunstverein Salzburg, Austria 2008 unsettled con-
ditions, Kunstraum Noe, Vienna, Austria (solo); Dragged Down Into Lowercase, curated by Clementine Deliss, Zentrum Paul Klee, Bern
Antonio Rovaldi
Born in Parma, Italy 1975, lives and works in Milan and New York.
2010 Shorakkopoch, Rovaldi/Höpfner, curated by Davide Ferri, M1bm, Prato, Italy; Mal d’archive, curated by Chiara Agnello e Katia Anguelova and
Guillaume Mansart, La Friche La Belle de Mai, Marsiglia/ 2009 Processing a mirage, curated by Ema Nobile Mino, Futura, Praga 2009 Financial District,
curated by Miguel Amado, Iscp, New York; L’angelo sigillato, curated by Rita Selvaggio, Museo di Icone Russe F.Bigazzi, Peccioli (Fi) 2008 Job is my
danger, Monitor, Roma (solo) 2006 Premio New York, Italian Academy at Columbia University, New York 2005
Marcamenti, a cura di Davide Ferri, M.A.C
(solo); Ravenna
; Cari Signori, Monitor, Roma (solo) 2004
Sopra il luogo, Alessandro De March, Milano (solo) 2003
Care signore, Alessandro De March,
Milano (solo) 2002
Non ricordo esattamente quando, Monitor, Roma (solo) 2001
Un attimo prima, curated by Marco Scotini, Spazio O’, Milano
(solo)
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Shorakkopoch
Curated by Davide Ferri
Michael Höpfner and Antonio Rovaldi met in New York in 2009, during an artist-in-residence programme at
the International Studio & Curatorial Program.
They both share a love for travel and for the slow movement of/in things. Using different methods of working,
Rovaldi and Höpfner build narrations of places in which the physical dimension of the crossing is insepara-
ble from the a posteriori dimension of memory and intimacy.
Michael Höpfner spends several months of every year travelling in the borderlands between China and
Tibet, essentially deserted spaces where the only traces of mankind are seen in nomads’ tents and in semi-
abandoned or holy buildings.
Over time Antonio Rovaldi has carried out a reconsideration of various aspects of the Italian landscape,
using stories which weave together literary references, the chance happenings of experience, an analytical
and also vaguely anthropological outlook.
During his movements, equipped with only a tent and a few necessary objects in his knapsack, Höpfner fills
notebooks with his writings and sketches (of tents, maps, rock formations, which wind up impinging on one
another and overlapping). Apart from being true travel diaries, these notebooks try to reconstruct itineraries
and to recompose distances. But this approach is about an impossibility and its phases often testify to an
unreachable end and to an infinite solitude.
Rovaldi’s travels are not necessarily physical. This artist’s relationship with the landscape can even be
rendered by sitting at a table, perhaps ripping out and recomposing illustrations and images taken from
geography books or old tourist guidebooks. Torn Landscapes, for example, is a series of black and white
landscapes, torn up and rephotographed: here the rip, that empty space between one half and the other,
becomes a physical part of the image.
Shorakkopoch is the project that Michael Höpfner and Antonio Rovaldi thought up together in New York and
that will be presented for the first time ever in Prato.
In the video (which gives the exhibition its title), the two walk up Broadway from Wall Street to Inwood Park,
the northernmost point of Manhattan called by the Indians “Shorakkopoch” (a corner between two edges).
The Shorakkopoch exhibition, at Magazzino 1b, is the result of a meeting, then a trip back in time to turn
towards a possible borderline.
Per ulteriori informazioni sulla mostra e materiale fotografico:
Margherita Romagnoli - info@spaziorazmataz.it
mob +39.329.3323794
Inaugurazione martedì 22 Giugno 2010, 18-21
Magazzino 1b
Via Genova 1b, Prato, Italia
Da martedì a venerdì, 16-19.
Sabato su appuntamento. Agosto chiuso.
ingresso libero