In mostra una serie di opere su autentiche incisioni di Giovan Battista Piranesi, sulle quali l'artista interviene con pastelli, matite e oli, sovrapponendo segni e colori all'iconografia gia' esistente sulle antiche stampe. Le violente stesure di grafite o di colori a olio suscitano nell'osservatore un doppio sentimento di avversione e meraviglia.
Protagonista di spicco di alcune tra le più significative correnti dell’arte contemporanea della seconda metà del XX secolo, Arnulf Rainer si riaffaccia nella Gallerja di via della Lupa a Roma dopo la mostra Je est un autre, nella quale si erano potuti ammirare alcuni esempi storici delle sue opere a base di pose corporali, esempi pioneristici della body art. Il grande artista austriaco stavolta è presente a Roma con una serie di opere recanti, quali supporti, autentiche incisioni di Giovan Battista Piranesi, sulle quali, con la sua modalità già in altre circostanze esercitata, negli Uberzeichnungen, egli interviene con pastelli, matite e oli, sovrapponendo segni e colori all’iconografia già esistente sulle antiche stampe.
Gli esiti di queste sue azioni fortemente pulsive e gestuali sono sorprendenti, sia perché compiute sull’opera di altri artisti, in questo caso Piranesi, sia perché rivelano una costante ansia di alterità relazionale non priva di motivazioni fortemente esistenziali.
La scelta delle opere a base di incisioni di Piranesi per la mostra di Roma è assai significativa, poiché le violente stesure di grafite o di colori a olio coprenti le “vedute” che celebrano la gloria e i fasti dell’architettura antica suscitano nell’osservatore un doppio sentimento di avversione e meraviglia per l’atto iconoclasta, ma anche per l’esito sorprendente che le opere suscitano e raggiungono.
Il percorso artistico di Arnulf Rainer è densissimo di fasi linguistiche differenti, oltretutto all’insegna di tecniche e materiali diversi. Dall’incisione alla fotografia, dall’uso del corpo alla pittura, tutta la sua opera è attraversata da una volontà di superamento dei mezzi tradizionali in una ricerca di libertà sottolineata da alcune preoccupazioni costanti; tra esse il pensiero e la condizione della morte, della distruzione, della catastrofe sono ricorrenti, come realtà compresenti alla vita e su di essa incombenti.
Superato l’esordio surrealista (1947-51), Rainer si cimenta con le maggiori tecniche calcografiche e infine a metà degli anni Cinquanta compie numerose opere a base fotografica. Celebre è il ciclo del Dead Self-Portrait, 1955 e in seguito le opere in cui il volto umano di soggetti defunti è investito da una selva di segni che ne cancellano sino all’irriconoscibilità i lineamenti, non senza una tensione apotropaica e di forte coinvolgimento emotivo.
Dopo la militanza nel gruppo Wiener Actionismus,1962-68 (insieme con Brüs, Muhel, Schwarzkogler, Nitsch), dalla metà degli anni Settanta inizia a investire con la modalità della Ubermalung riproduzioni di opere di artisti come Leonardo, Goya, Van Gogh e altri. A seguito di acquisizioni presso antiquari o in asta di rare opere calcografiche di ogni epoca, Rainer procede sistematicamente nella sovrapposizione ad esse di disegni, pittura e altre materie o tecniche, cancellandone in parte preziosi dettagli.
Tra le opere presenti a Roma, oltre a una grande Schlenkerkreuz, 1991-93, dipinta su tavola, si distinguono le incisioni sulle “urne cinerarie” (1987) piranesiane, la Veduta del tempio di Antonino, 1990 e la Veduta di Piazza del Popolo 1990, i cui ariosi cieli e le vestigia monumentali sono contrassegnati e coperti da fitti segni blu neri e gialli che modificano radicalmente lo spazio della città eterna introducendovi una vistosa cifra melanconica.
Presente alla Biennale di San Paolo (nel 1971 e nel 1993) è stato più volte invitato alla Documenta di Kassel (II, V e VI) e alla Biennale di Venezia (38^ edizione). Tra le più recenti mostre nei musei sono da segnalare le personali al Guggenheim di New York (1989), al Museum of Contemporary Art di Chicago e allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1999).
Per la mostra, che resterà aperta dal 22 giugno al 12 settembre 2010, è in preparazione un catalogo che reca un testo critico di Bruno Corà e le immagini di tutte le opere esposte.
Testo critico di Bruno Corà
Immagine: Arnulf Rainer, Piranesi Zyklus 2, 1987
Mixed Media, Technique mixte sur page de livre ancien de Piranese / mixed media on a page from a book by Piranese
Galerie Lelong - Paris
Inaugurazione 21 Giugno, 2010, ore 18
Gallerja
Via della Lupa 24 (Fontanella Borghese), Roma
orario: Lunedì – Venerdi 11 - 13.30, 15 - 19.30
ingresso libero