Arte in Versiliana presenta un ricco calendario di appuntamenti espositivi con quattro mostre e diversi interventi disseminati in citta'. In villa Andrea Salvetti ha progettato un percorso articolato in otto stanze, ognuna delle quali ospita una installazione in forte dialogo con lo spazio; Claudio Olivieri presenta una selezione delle sue opere, dal 1972 fino ad oggi. In mostra anche una serie di opere di Concetto Pozzati e una carrellata storica dei lavori di Gianfranco Zappettini, dagli anni Sessanta, fino ai giorni nostri.
Arte in Versiliana: si apre il prossimo 3 luglio un ricco calendario di appuntamenti espositivi. Un programma che sancisce la stretta sinergia tra Assessorato alla Cultura, Centro Arti Visive Pietrasanta e Fondazione La Versiliana. “E’ il primo atto di quella comune cabina di regia che ritengo fondamentale nella programmazione culturale ed artistica del nostro territorio – afferma il sindaco Domenico Lombardi - una prova generale di ciò che dovrà essere il modello organizzativo che intendo applicare sin dal prossimo settembre, quando tutti insieme, Assessorato alla Cultura, CAVP e Fondazione la Versiliana, cominceremo a mettere mano alla futura progettazione. Penso ad un vero e proprio sistema cultura in cui ciascun soggetto collabori allo sviluppo di un coerente e complessivo progetto che valorizzi ogni singola realtà e risorsa locale aprendosi, tuttavia, ad un panorama internazionale. In quest’ottica già si pone la scelta di ospitare una mostra dell’artista Dashi Namdakov: mi auguro che possa diventare, in vista del 2011: anno della cultura russa in Italia e della cultura italiana in Russia, una significativa anteprima di un proficuo scambio”.
In attesa del riconoscimento giuridico che consentirà al CAVP di operare a pieno regime, attuando in primis i corsi di alta formazione post universitaria nelle arti visive e plastiche (già consegnata in Prefettura tutta la necessaria documentazione), il Centro muove così i primi passi proponendosi, con la collaborazione organizzativa della Versiliana e dell’Assessorato alla Cultura, quale propulsore di un ricco calendario di eventi espositivi che avrà come cornice la Versiliana: parco, villa e Fabbrica dei Pinoli. “Nelle scelte operate – afferma il neo presidente del CAVP Carlo Carli - abbiamo indicato contenuti e linguaggi espressivi coerenti con gli obiettivi della scuola di alta formazione. In primo luogo abbiamo posto l’accento sullo straordinario incontro tra i grandi maestri internazionali dell’arte contemporanea ed i nostri artigiani. Artigiani che avranno un ruolo di primissima importanza all’interno della scuola, essendo chiamati a coinvolgere gli studenti in un’intensa pratica operativa.
Del resto propria la preziosa risorsa delle maestranze artigiane è tra i motivi fondamentali che hanno fatto ricadere su Pietrasanta la scelta del MIUR per la creazione di un polo di alta formazione, nonostante le prestigiose candidature di altre città italiane. Insomma il CAVP sarà un vero e proprio laboratorio di creatività particolarmente attivo su tutto il territorio, ma aperto anche ad ogni forma di dialogo ed interazione con istituzioni culturali nazionali ed internazionali. In questa direzione si pone ad esempio la scelta di portare in Versiliana un artista come il russo Dashi Namdakov che ha scelto da qualche anno di operare in città avvalendosi delle nostre maestranze, o di collaborare con la Fondazione Zappettini, con l’Archivio Olivieri, con l’Accademia di Belle Arti di Carrara, con Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art. In questo programma espositivo si ritrova anche quel filone culturale tipico della scuola italiana che unisce sapientemente espressione artistica e didattica artistica. Alcune delle proposte espositive, richiamandosi a tecniche e linguaggi legati al design, alla scultura e all’architettura, finiscono poi per delineare nuovi, interessanti stimoli produttivi anche per il nostro contesto territoriale”.
“E’ una sinergia, quella tra la Fondazione, Amministrazione Comunale e Centro Arti Visive – spiega il Presidente della Fondazione La Versiliana, Massimiliano Simoni - che ha già prodotti i primi buoni frutti. Sono certo che sarà una collaborazione proficua nell’interesse della città, e della Versilia. La possibilità di poter far ruotare e cambiare le mostre, ospitando più appuntamenti espositivi nell’arco dei due mesi, è senza dubbio un valore aggiunto anche per il palinsesto del Festival. L’augurio è che questa collaborazione non si limiti al solo Comune di Pietrasanta, ma sappia coinvolgere le realtà portanti del sistema culturale della Versilia”.
Le mostre
Due le vetrine espositive promosse: la prima dal 3 luglio al 4 agosto, la seconda dal 7 al 30 agosto.
Andrea Salvetti - Eight rooms with roots
Intendo questa esposizione come la prima occasione adatta per presentare il mio lavoro concepito tutt'uno con l' ambiente architettonico che lo accoglie, proprio come ne ho la visione di una abitazione privata di gusto. Esposto in mostra come un' installazioni pronte da usare, come opere da vedere o da emozionare ma anche da vivere, da entrarci dentro, fisicamente. Non ho visto ancora nessuna esposizione di opere vicine al design concepita come un' installazione scultorea in relazione stretta con lo spazio . Per me è una novità.
PRIMA STANZA: “Salvo chi vola”
Un grosso “nido casa” intrecciato in filo di alluminio bicolore appeso con delle corde di canapa agli appigli esistenti murati alle pareti , (come fa una rondine che si attacca ad un travicello o ad un cornicione ma non costruisce appigli, costruisce casa.) a fare da altalena con venti, o più , uova ricoperte di bitume o olio nero sparse a terra. La tragedia che si è abbattuta non ha lasciato scampo a terra si salva solo chi vola.
SECONDA STANZA: “ Retrodesign “
Rethonet disposte i a terra in gruppo si pongono in rapporto discreto di osservazione e di attesa ma anche di rispetto e devozione della loro progenitrice che esausta dalle fatiche di così tanto tempo al lavoro è pronta a lasciarci.
TERZA STANZA: “ Metropolis “
Quando un animale costruisce il nido intende fare casa, due nidi fanno già quartiere, tre nidi città e quattro metropoli. Si aggregano in modo casuale e non ordinato come succede di solito in natura e collegandosi a quel che trovano, ma in modo semplice, efficace e senza sprechi di energie.
QUARTA STANZA: “Apparizioni classiche”
L' apparita in alluminio dipinto bianco a pennello come fosse non finita per cause accidentali posa di fronte alla sorte della scultura classica.
Semplicemente deposta su di un velluto nero , una madonna in gesso rotta apposta, perde il suo ruolo di riferimento storico e religioso che man mano si trasferisce.....
QUINTA STANZA: “ Gumnera manicata e goccia di rugiada “
Sette-otto gocce di rugiada in acciaio inox lucidato posate e terra come tappeti naturali formano un laghetto riflettente sul quale spuntano due foglie metalliche accoglienti e confortevoli per stare seduti in conversazioni amorose.
SESTA STANZA: “Totem forestali”
Lavorando nei boschi per tanto tempo è normale domandarsi della propria dimensione e di quella del creato dove anche la natura non per errore si eleva verso il cielo. Allora un po per gioco e un po per necessità viene spontaneo costruire totem forestali per l' elevazione si dell' anima che tende a somigliare a gli alberi ma anche per la funzione di contenere qualcosa di importante da riporre o da conservare.
O forse solo per lo sguardo che di tanto in tanto cerca cose belle.
SETTIMA STANZA:” Poche colture antiche”
La terra coltivata cresce vegetazioni consuete mentre la terra nera, bruciata ed esaurita della fonderia cresce da secoli alberi d' argento come olivi a forma di tavolo e legno che non è legno . Come in un altro mondo, certo migliore del nostro, accade che nature mutate nel tempo e a causa dell'uomo, avanzino fin dentro le nostre case prendendo il posto di quelle spontanee che non ci sono più.
OTTAVA STANZA: “ Market”
Visione mattutina e nebbiosa di un mercato , vicino all'idea della cucina o comunque di un luogo dove ci si alza presto per lavorare con le materie da mangiare. Una installazione di cassette “ortofrutta” come una cascata disordinata e ancora in movimento che precipita nel centro della stanza come un' evento in corso. Difronte alcune verdure riposte in un box argenteo , prezioso come le verdure stesse, e ancora a terra interiora sanguinanti di altre nature al macello e una sedia per l' attesa.
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Claudio Olivieri
Quali sensi
Lo storico dell'arte Ernst Gombrich scriveva che non possiamo separare nettamente cio' che vediamo da cio' che sappiamo. Per cui se un cieco dalla nascita acquistasse la vista, dovrebbe imparare a vedere. Tuttavia la pittura non e' riproduzione di cio' che già si conosce. Neppure e' ripetizione del già fatto. Ma un'attività che produce conoscenza. Pertanto, come un cieco che apprenda a vedere per la prima volta, lo spettatore di fronte alla tela produce la sua visione allo stesso modo del pittore, coinvolto in una totalità conoscitiva che assorbe ogni livello dei suoi sensi. La pittura dunque produce una differenza, e' nascita del linguaggio.
Olivieri, alla fine degli anni sessanta, e' stato tra i primi a rendersi conto che non e' possibile sostituire l'esperienza conoscitiva della pittura con un altro medium. Inizia cosi' a concepire il segno come colore e come esperienza dello spazio, invenzione di spazio e colore attraverso la visione. La pittura diventa allora schermo, esperienza del carattere diafano della realtà.
Olivieri spoglia l'attività del pittore da tutto cio' che non e' essenziale, attenendosi a quel solo momento di verità: l'istante del farsi vuoto dei saperi precedenti al dipingere, quando inizia un nuovo conoscere, l'avventura che si affida alla sola pittura, al solo vedere. Dunque, pittura come attesa senza previsione, conoscenza diretta di cio' che si fa, atto totale, de're'glement di ogni sapere precostituito. Potrebbe esistere la pittura se nessuno le prestasse vita?
Attraverso le spoglie sale della Versiliana lo spettatore viene coinvolto in un'esperienza unica. Quarant'anni di riflessioni ininterrotte attraverso il puro silenzio della pittura. In questa mostra Claudio Olivieri, attraverso una raffinatissima selezione delle sue opere, lascia che lo spettatore ripercorra i suoi interrogativi dal 1972 fin'adesso, come un viaggio, vasta odissea senza ritorno.
Claudio Olivieri, nato a Roma nel 1934, e' tra i protagonisti dell'astrazione europea del dopoguerra. Si trasferisce a Milano nel 1953 dove frequenta l'Accademia di Belle arti di Brera. Formatosi nell'ambito della sperimentazione informale, si afferma negli anni settanta tra le figure di spicco nell'ambito della cosiddetta Pittura Analitica. Da quegli anni il suo lavoro diventa una ricerca sempre piu' raffinata e personale sulla dinamica della visione.
Olivieri, oltre ad aver esposto in importanti spazi pubblici e privati in Italia e all'estero, annovera nel suo curriculum anche la partecipazione a Documenta Kassel (1997) e a diverse edizioni della Biennale di Venezia (nel 1966, 1980, 1986 e 1990), dove e' stato invitato con opere e sale personali.
La mostra -Claudio Olivieri. Quali sensi. 1972 -2010- fa parte del programma mostre estivo 2010 presso gli spazi espositivi della Villa, Fabbrica dei Pinoli e del Parco de La Versiliana a Marina di Pietrasanta. La stagione culturale 2010 de La Versiliana vede un'inedita sinergia tra Comune di Pietrasanta, Fondazione La Versiliana e la neonata Fondazione -Centro Arti Visive Pietrasanta- per promuovere un'offerta artistico- culturale di alto profilo: una progettazione e gestione delle politiche culturali del territorio da parte dell'Amministrazione Comunale, una programmazione dedita allo spettacolo e intrattenimento culturale basata su una lunga e prestigiosa esperienza da parte della Fondazione La Versiliana ed un contributo di coordinamento e progettazione artistica sul versante delle Arti Visive e Plastiche da parte del -Centro Arti Visive Pietrasanta-.
In tal senso si riuniscono episodi di elevata qualità da un punto di vista del linguaggio artistico e di cura critica legati da una comune attenzione alle varie declinazioni delle forme espressive contemporanee, con valorizzazione della capacità produttiva del territorio, che ha fatto della creazione artistica e della trasmissione del sapere il proprio fulcro motore.
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Concetto Pozzati - Anime silenti
Fare arte utilizzando l’emisfero sinistro del cervello, producendo momenti esistenziali filtrati dalla razionalità, esaltando lucidamente concetti e pensieri a svantaggio delle emozioni che dovrebbero presiedere ogni invenzione? Oppure produrre opere con l’emisfero destro, lasciandosi andare all’istinto, allo stato di grazia e a quell’irrazionalità animalesca che, comunque, potrebbe condurre l'artista in un punto di non ritorno?
Nelle opere di Concetto Pozzati si percepisce la volontà di percorrere una strada alternativa alla sola ragione o al solo impulso. La sua è un’indagine del quotidiano e sul quotidiano proprio perché sono le immagini catturate in presa diretta a obbligarci a un determinismo – causa/effetto – tanto istintivo quanto lucidamente cercato.
La sua “Biblioteca dei segni” e il suo ciclo “A casa mia” si trasformano in metafore esistenziali di un mondo in costante trasformazione. Da una parte alcuni lavori realizzati attraverso un amore e un rispetto profondo per una serie di artisti che lui stesso ha collezionato e che hanno strutturato il suo percorso culturale e mentale: non un semplice omaggio a Savinio, piuttosto che a Licini o Boetti, bensì un lavorare con loro, invitandoli a condividere un frammento della propria esistenza attraverso i loro segni universali. Dall’altra una serie di opere legate alla parte più riservata della sua vita vera: dai semplici suppellettili a vecchi vestiti, dalle pantofole agli accessori, dalle brocche alle scarpe.
Tutto ha un senso, seppur nostalgico e silente, di scoperta e ri-scoperta. Gli oggetti vengono ritrovati, decontestualizzati e indagati da ottiche differenti rispetto a quelle di colui che li utilizza ogni giorno. Il velo melanconico è dato dal clima memoriale che avvolge come una patina invecchiata la luce di ogni lavoro, ma al tempo stesso il clima quasi surreale che la composizione crea permette al fruitore di non perdersi nelle sabbie mobili dei ricordi, ma di cercare quel presente in progress fondamentale per vivere. Pozzati non vuole farci smettere di sognare, non desidera che l’uomo perda contatto con la natura e che dimentichi il fascino della luce lunare.
Concetto Pozzati è nato nel 1935 a Vo’ di Padova e risiede a Bologna. Studia architettura e pubblicità. Dal 1956 al 1967 insegna grafica pubblicitaria. Dal 1967 al 1973 insegna all’Accademia di Belle Arti di Urbino, della quale è stato anche direttore, successivamente a Venezia, Firenze e a Bologna. Assessore alla Cultura del Comune di Bologna dal 1993 al 1996. Nel 1998 è stato direttore artistico della “Casa del Mantegna” di Mantova. Nel 2005 riceve il Sigillo d'Ateneo dell'Università di Bologna.
Dal 1955 ha partecipato alle principali manifestazioni nazionali ed internazionali tra cui: Quadriennali di Roma, Biennali di Venezia, Biennale di S. Paolo del Brasile, Biennale di Tokyo, Biennale di Parigi, Dokumenta di Kassel. Ha tenuto diverse antologiche: Palazzo della Pilotta di Parma (1968); Palazzo Grassi a Venezia (1974); Palazzo delle Esposizioni di Roma (1976); Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara e Museo Forti di Verona (1986); Musei di Bologna e Modena (1991); International Centre of Graphic Arts di Lubiana (1993); Rocca Malatestiana di Fano e Palazzo Lazzarini a Pesaro (1996); Palazzo Massari a Ferrara e Pinacoteca dei Concordi a Rovigo (1997); Galleria Civica d’Arte Moderna di Termoli ed Centro S. Apollonia a Venezia, CSAC Università di Parma, Palazzo della Pilotta (1999); Museo Frisacco, Udine (2005). Tra le personali ricordiamo quelle al Museo di San Paolo del Brasile (1987); al Cankarjev Dom di Lubiana e al Ventè Museum di Tokyo (1993); al Castello di Arceto, in collaborazione con Palazzo Magnani, Reggio Emilia (2005); alla Galleria d’Arte Moderna, Faenza, e al Museo Magazzino del Sale, Cervia (2006); al Museo Morandi, Bologna (2007); al Museo Civico Archeologico, Bologna, e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (2008).
La mostra “Concetto Pozzati. Anime silenti. Dai segni universali ai sogni quotidiani”, promossa dal Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art e organizzata in collaborazione con la Galleria MOdenArte di Modena, fa parte del programma mostre estivo 2010 presso gli spazi espositivi della Villa, Fabbrica dei Pinoli e del Parco de La Versiliana a Marina di Pietrasanta.
La stagione culturale 2010 de La Versiliana vede un’inedita sinergia tra Comune di Pietrasanta, Fondazione La Versiliana e la neonata Fondazione “Centro Arti Visive Pietrasanta” per promuovere un’offerta artistico-culturale di alto profilo: una progettazione e gestione delle politiche culturali del territorio da parte dell’Amministrazione Comunale, una programmazione dedita allo spettacolo e intrattenimento culturale basata su una lunga e prestigiosa esperienza da parte della Fondazione La Versiliana ed un contributo di coordinamento e progettazione artistica sul versante delle Arti Visive e Plastiche da parte del “Centro Arti Visive Pietrasanta”. In tal senso si riuniscono episodi di elevata qualità da un punto di vista del linguaggio artistico e di cura critica legati da una comune attenzione alle varie declinazioni delle forme espressive contemporanee, con valorizzazione della capacità produttiva del territorio, che ha fatto della creazione artistica e della trasmissione del sapere il proprio fulcro motore.
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Gianfranco Zappettini
Nato a Genova nel 1939, si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara per poi entrare in seguito nello studio dell’architetto tedesco Konrad Wachsmann (collaborando alla realizzazione dei progetti relativi alla casa di Einstein a Potsdam e il grattacielo dell’Italsider a Genova).
Ha fatto parte del movimento “Arte Concreta” insieme a figure come Lucio Fontana, Enzo Mari, Fausto Melotti, Bruno Munari.
Il suo lavoro ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti ed è stato esposto in importanti spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. In mostra viene presentata una carrellata storica dei lavori, da quelli degli anni Sessanta, fino ai giorni nostri. Per l’occasione viene pubblicato un catalogo edito dalla Fondazione Zappettini.
La Versiliana Festival
T. +39 0584 265757
http://www.laversilianafestival.it
ufficio.stampa@laversilianafestival.it
Assessorato alla Cultura
Tel. 0584795381/ 500
cultura@comune.pietrasanta.lu.it
Immagine: Andrea Salvetti
Inaugurazione sabato 3 luglio 2010, ore 19.30
Villa La Versiliana
Viale Morin n. 16, Marina di Pietrasanta (LU)
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 18 alle 24
Ingresso libero