Diverse sedi
Bagno di Romagna (FC)

Massimo Sansavini
dal 2/7/2010 al 28/8/2010
mar-sab 16-18 e 20.30-22, dom e festivi 10-12 e 16-18 e 20.30-22
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2/7/2010

Massimo Sansavini

Diverse sedi, Bagno di Romagna (FC)

Del cielo e delle stelle. In mostra presso Palazzo del Capitano e nelle vie del centro della citta', le opere di Sansavini, che utilizza il legno associato a lacche e resine industriali per creare le sue sculture.


comunicato stampa

a cura di Orlando Piraccini

La cifra artistica e il carattere visionario dell'opera di Massimo Sansavini sono già rac- chiuse nelle parole che, nelle pagine qui di seguito, hanno a lui dedicato Orlando Pi- raccini e Paolo Fox. Io preferisco dunque concentrarmi sullo stimolante intreccio che nasce dall'incontro tra le installazioni di Sansavini e il tessuto urbano e architettoni- co di Bagno di Romagna. Con questa rassegna rinnoviamo infatti il progetto di una mostra-territorio, di una mostra, cioè, che esca dalle sale espositive a essa preposta per punteggiare con installazioni in ordine sparso le strade, le case, i terrazzi, i giardini, dove la gente, residenti e turisti, passeggiano, dialogano, guardano vetrine. L'arte è vera quando pone interrogativi, quando crea un dialogo tra l'artista, la sua opera il suo pubblico.

Se l'arte esce dai suoi tempi e si affaccia nei luoghi della vita quotidia- na, ecco, io credo che gli interrogativi che pone diventino più forti, più coinvolgenti, più sfaccettati. Quando cammineremo per via Fiorentina, piazza Ricasoli e via Manin, sarà curioso individuare qua e là le installazioni che l'artista forlivese ha appositamente riversato su forex per decorare il nostro centro storico: il dialogo tra i colori forti e in- tensi delle opere di Sansavini e le linee sobrie ed eleganti dei palazzi di Bagno di Ro- magna sarà sicuramente uno degli elementi identificativi dell'estate in cui ci stiamo inoltrando.

L’accumulo di fortuna critica da parte di Massimo Sansavini, artista che appartiene al- l’ultima generazione novecentesca, e che dunque non da molto ha superato la soglia della maturità artistica, è un dato di per sé rimarchevole. Ne sia avvertito il visitatore di questa mostra, che arriva dopo alcune formidabili instal- lazioni in diversi contesti ambientali, una delle quali – quella delle ‘tende al mare’ sulla spiaggia di Cesenatico – ho avuto il privilegio di seguire da vicino durante la scorsa estate. Non si tratta semplicemente di prendere atto d’un interesse assai diffuso verso la creati- vità sansaviniana, che si è tanto più incrementato proprio con le ultime recenti appari- zioni ‘a cielo aperto’. Sono convinto, piuttosto, del fatto che certe belle parole, come sono ad esempio quelle recenti di Mauro Corradini, ben si prestino ad introdurre anche que- st’ultimo ciclo pittoscultoreo di Sansavini: a proposito del quale si può dire senz’altro che, cambiando di continuo le sfere d’interesse e le serie tematiche, ciò che rimane per davvero distintivo è il ‘saper fare’.

A questo proposito, è bene ricordare che da più parti è stata evocata, giustamente, a mio avviso, la radice massimamente ravennate della formazione di Sansavini in un tempo in cui, tra gli anni settanta ed ottanta, un’ancor persistente influenza officinale zancana- riana aveva avuto la sua efficacia nell’orientare un manipolo di giovani talentuosi verso un esercizio pienamente consapevole del mestiere artistico; e dunque ad operare ardi- mentosamente, come ha scelto di fare il Nostro, sul bilico inventivo che si trova tra la tra- dizione e l’innovazione e che con il suo insieme così intricato di concezioni, progetti e verifiche rappresenta forse il più impervio ed arduo dei passaggi creativi nell’odierno universo delle immagini.

Si tratta, insomma, di considerare una condizione persistente dell’ «arte come lavoro, arte come mestiere» scrive ad un certo punto Corradini, a voler sottolineare che anche la scultura dipinta (o pittura scolpita) di Sansavini scaturisce certo dall’impasto del più ri- cercato formulario tecnico con la più libera e sciolta fantasia; risultando comunque chiaro che il destino dell’opera viene primamente inteso dall’artista come una «chiave di lettura del mondo; da piano della realizzazione evocativa si fa piano metaforico, ci insinua il dubbio che tutto il mondo sia così, anche la vita». Ma, venendo a quest’ultimo ciclo Del cielo e delle Stelle, ciò che emerge è l’ inesausta ca- pacità inventiva di Sansavini, dispensatrice generosa di suggestioni e di incanti. Così l’artista, che appena qualche stagione fa ci aveva guidato tra i suoi mirabili giardini fioriti alla scoperta del perduto paradiso, ha preparato per noi un itinerario esplorativo nella dimensione dell’infinito, tutti dietro ad una cometa mai così luminosa, che - spiega Sansavini - vorrebbe raggiungere un improbabile pianeta terra. E’ lei a svelarci con la sua sfavillante scia uno specialissimo universo cosmico dalla precisa valenza simbolica, dove ogni presenza astrale rientra nell’esplicito gioco del ‘doppio’, di verità e di finzione, sacro e profano, scienza e credenza. Ancora una volta, per il teatro della vita l’artista ha colorato uno straordinario fondale figurato nel quale ognuno di noi, se si vuole, può provare a riconoscere un qualche nesso con la propria esistenza. Basta avere pazienza, mettersi in osservazione: del cielo e delle stelle.

«Pronto Paolo, ma sei proprio tu?». E' iniziata più o meno così l'amicizia tra me e Mas- simo Sansavini, quando un giorno lui mi ha chiamato e con la sua voce solare si è presentato dall'altro capo del telefono. Avevo appena acquistato per la mia collezione un suo quadro: un paesaggio ipercolorato che solo a guardarlo metteva allegria. Vo- lendo fargli i complimenti per l'opera, decisi di inviargli una email: poche righe en- tusiastiche scritte di getto, e in fondo naturalmente la mia firma. Non passò molto tempo che il mio telefono squillò, era Massimo, incredulo che fossi davvero io! «Sarà stata una combinazione astrale ad averci fatto incontrare?», mi chiesi un po' stupi- to, mentre dall'altro capo ascoltavo affascinato quest'artista che mi stava aprendo una piccola porta nel suo mondo fantastico. Un universo stregato fatto di colori e fulmini, stelle brillarelle e paesaggi di zucchero, che avrei conosciuto meglio nel corso degli anni successivi.

Da questo primo incontro ce ne sono stati altri e nel tempo si è crea- ta una profonda amicizia, subito estesa a tutta la squadra familiare che lavora con lui. Dalle nostre fantastiche conversazioni, trasformate in stravaganti idee, sono nate vere e proprie collaborazioni, come la scenografia dell'oroscopo realizzata per la trasmissione Rai nel 2004, oppure come la copertina che gli ho chiesto di disegnare per il mio ul- timo libro sull'oroscopo 2010. Proprio dopo quest'ultimo progetto, Massimo mi ha proposto di farne anche un percorso espositivo. «Perchè non facciamo anche una mo- stra sui segni zodiacali?», mi ha detto, mentre la sua testa già disegnava cosmi, stel- le e lune infuocate. E io, che già m'immaginavo i 12 segni coloratissimi che avrebbe potuto scolpire, ho pensato immediatamente che fosse un'ottima idea! E così siamo partiti, come due pazzi sognatori, per questa nuova avventura che ci ha condotto fin qui. E questa volta non sono stato io ad entrare nel suo mondo colorato, ma è stato lui ad interpretare le mie stelle. (Paolo Fox)

Biografia
Massimo Sansavini è nato a Forlì nel 1961. Le sue basi artistiche si sono venute a for- mare agli inizi degli anni ’80, attraverso lo studio, la ricerca e l’esperienza personale, rivolta alla conoscenza e all’utilizzo del legno associato a lacche e resine industriali. Le sue opere sono state esposte in Italia, Germania, Brasile, Stati Uniti e Corea. Suo nel 2006 l'atto di fondazione della Soft-art, un movimento che utilizza nuovi materiali nel- l’arte contemporanea.

Inaugurazione: sabato 3 luglio alle ore 16

Palazzo del Capitano
-
vie del Centro Storico
Bagno di Romagna
mar-sab 16-18 e 20.30-22, dom e festivi 10-12 e 16-18 e 20.30-22
Ingresso libero

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