Tra la folla e noi nessun contatto. La terza mostra della rassegna "Simboli Politici", e' dedicata all'opera di Tarsi. In mostra le installazioni e le sculture dell'artista che si identificano sempre per un immaginario ripetuto, e che si spingono verso una realta' visionaria.
La terza mostra della rassegna Simboli politici presenta l’opera di Mirco Tarsi (Ostra Vetere 1974) presto identificata per un immaginario ripetuto, costruito attraverso una stessa cifra stilistica che appare nella forma di un dente costretto alle sequenze orizzontali della dentatura, al calibro degli assetti speculari. Estremità organizzata di un indeterminato che propaga la sua spinta visionaria altrove.
“Le immagini, il lessico, il fraseggiare di uno scrittore, nascono dal suo corpo e dal suo passato e a poco a poco diventano gli automatismi stessi della sua arte. Così, sotto il nome di stile, si forma un linguaggio autarchico che attinge solo nella mitologia personale e segreta dell’autore, in quello stadio ipofisico dell’espressione in cui si forma la prima coppia di parole e di cose, in cui si fissano una volta per tutte i grandi temi verbali della sua esistenza. […] I suoi riferimenti sono al livello di una biologia o di un passato, non di una Storia: è la “cosa” dello scrittore, il suo splendore e la sua prigione, è la sua solitudine. Indifferente e trasparente in relazione alla società, atteggiamento chiuso dell’individuo, lo stile non è affatto il risultato di una scelta, di una riflessione sulla Letteratura. Esso è la parte privata del rituale , si leva dalle profondità mitiche dello scrittore e si espande indipendentemente dalla sua responsabilità. E’ la voce decorativa di una carne sconosciuta e segreta; funziona come una Necessità, quasi che, in questa specie di crescita floreale, lo stile fosse solo il termine di una metamorfosi, cieca e ostinata, la parte di un infralinguaggio che si elabora al limite della carne e del mondo. Lo stile è propriamente un fenomeno di ordine germinativo, è la trasmutazione di un Umore. Così le allusioni dello stile si diramano in profondità; […] Il miracolo di questa trasmutazione fa dello stile una sorta di operazione meta-letteraria, che innalza l’uomo alle soglie della potenza assoluta e della magia. Per la sua origine biologica, lo stile si situa al di fuori dell’arte, cioè al di fuori del patto che lega lo scrittore alla società. E’ perciò possibile che un autore preferisca la sicurezza dell’arte alla solitudine dello stile.”
Roland Barthes (“Il grado zero della scrittura” Einaudi)
Nei giorni che precedono la chiusura dell’evento la Galleria promuove, con l’introduzione critica di Gian Ruggero Manzoni, l’incontro tra l’artista e il pubblico.
Inaugurazione: domenica 11 luglio 2010 ore 10
Gasparelli Arte Contemporanea
Arco di Augusto 74, Fano
mar-dom 10-13 e 17-20
Ingresso libero