Non avrebbe giusto risalto il lavoro di Palazzini se non letto in modo corretto, senza inutili divagazioni o fraintendimenti, come necessità critica richiesta per ogni artista nel rispetto della sua poetica. Contemplativo fantasioso, nella libertà inventiva il pittore di Casalpusterlengo, da spiritoso artista folletto, rielabora e interpreta l'entità narrativa dei personaggi.
"Non avrebbe giusto risalto il lavoro di Palazzini se non letto in modo
corretto, senza inutili divagazioni o fraintendimenti, come necessità critica
richiesta per ogni artista nel rispetto della sua poetica. Contemplativo
fantasioso, nella libertà inventiva il pittore di Casalpusterlengo, da spiritoso
artista folletto, rielabora e interpreta l'entità narrativa dei personaggi.
E nell'assemblaggio delle sue figurazioni tiene controllata l'insidia della
decorazione, trovando la chiave di volta nell'intelligente applicazione di brani
naturalistici di riferimento quotidiano, con altri in cui dominante è il
trasferimento di senso, la metamorfosi del soggetto-oggetto, magari del
divertissement di un minimo dettaglio o in qualche annotazione calligrafica.
Quindi spaesamento da intendere quale codice che trasforma il significato, per
cui oggetti familiari subiscono uno spostamento, un travestimento apparentemente
arbitrario, però al servizio dell'intendimento strutturale. Per dipingere la
storia dei personaggi, Palazzini pratica una fedeltà di immagine pur con la
deformante divagazione ironica con cui raccontare il movente del soggetto
nell'essenzialità del sintetismo, della campitura larga in uno con la variazione
e la sottolineatura di alcuni particolari simbolici, non scordando che i simboli
risultano ognora una condizione reale. Particolari simbolici pertanto quale
sineddoche per illustrare il protagonista che viene appunto esaltato
dall'echeggiato spaesamento del vocabolario surrealistico. Allora dalle cupole o
dalle corazze dei personaggi similtartarughe affiorano microteste di uomini e di
donne e il campo sottostante viene sdoppiato, o meglio, organizzato in due parti
a testimoniare da un lato il volo della fantasia e dall'altro la quotidianitÃ
delle cose, con accensione di dettagli nella qualità espressiva della pittura".
Tino Gipponi
Luogo: "Museo delle Mura, Via Cesare Battisti 80, Borgo Val di Taro, (PR)
Inaugurazione: Sabato 27 Maggio 2000, ore 17.00
Orari:Dal Lunedì al Giovedì dalle 16.30 alle 19.30 - Sabato e Domenica
dalle 10.30 alle 12..30 - 16.30 19.30