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13/9/2002

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ex Macello Comunale, Palermo

Caltanissetta, viaggio nell'arte in una provincia in fermento. Una giornata di studio su alcuni tra i piu' significativi operatori culturali e artisti della provincia nissena.


comunicato stampa

'Caltanissetta , viaggio nell'arte in una provincia in fermento'

Il comune di Isola delle Femmine (PA) organizza in collaborazione con la Galleria e Biblioteca d'Arte Studio 71 di Palermo una giornata di studio su alcuni tra i più significativi operatori culturali e artisti della provincia nissena.
Nella giornata di studio, presso l'ex Macello nel salone Padre Bagliesi a Isola delle Femmine alle ore 18.00, interverranno i critici d'arte Salvo Ferlito, Aldo Gerbino, Vinny Scorsone ed Emilia Valenza.

La Scuola di Caltanissetta a Isola delle Femmine ed in contemporanea allo Studio 71 di Palermo, come dire un gruppo di artisti che operano nel nisseno e che si contraddistinguono, nel panorama artistico siciliano, per avere dato al loro lavoro un caratteristico indirizzo di ricerca.

Il termine 'Scuola' assume un carattere particolare, poiché gli artisti del gruppo di Caltanissetta non aderiscono ad un atto costitutivo, a un manifesto secondo il quale articolano il loro incontrarsi o il loro riconoscersi, ma è proprio il loro continuo mettersi in relazione che ha permesso il formarsi di presupposti comuni che si sono costruiti in cammino e permettono di individuare nelle loro opere dei segni, degli a priori, delle poetiche, dei modi di fare arte che li caratterizzano

Tra questi un grande sentimento di appartenenza che li lega a un territorio fortemente sentito e nel quale si muovono come operatori culturali; nello stesso tempo l'adesione ad una forma dell'arte che cerca nel segno-scrittura valori estetici e formali.

Il lavoro di CALOGERO BARBA, MICHELE LAMBO, GIUSEPPINA RIGGI, PEPPE SABATINO, SALVATORE SALAMONE, FRANCO SPENA e AGOSTINO TULUMELLO è sospeso tra una matrice antropologica che ricerca elementi di linguaggio nell'ambito della cultura materiale e la scrittura visiva che utilizza la parola come immagine elaborando modi di scrivere che divengono pittura , scultura, materia, assumendo considerevoli valori oggettuali. Questi artisti traducono così nelle loro opere l'esperienza visiva di una terra nella quale domina la luce e il colore, utilizzando materiali antropologici - provenienti dalla cultura contadina come da quella industriale - che divengono artefatti sentiti per il loro richiamo culturale, ma anche per essere traslati sul piano dell'estetico e per divenire elementi duttili, manipolabili, materia che si scompone e si ricompone nelle loro mani per una 'scrittura' che non è solo del tempo, ma è scrittura di emozioni.

La loro esperienza passa dalla 'singlossia', l'unione di immagini e parole attraverso un esercizio della mano ripreso da una tradizione che costruisce 'oggetti', con l'attenzione al tempo presente, sia sul piano delle tecnologie, quanto dei modi del comunicare offerti dall'informatica e dalle forme d'espressione fornite dall'iconografia digitale.

Calogero Barba trova nella memoria dell'agro contadino attrezzi e strumenti che divengono elementi compositivi che acquistano valore spaziale al di là della loro 'forma' storica, straniati da un colore che ne fa 'altri' oggetti di visione in composizioni o installazioni nelle quali la 'scrittura' agisce in chiave tautologica e ironica, attraverso anche ambientazioni sognanti e allusive ricostruite al computer. Michele Lambo costruisce le sue opere manipolando segni appartenenti alla scrittura del tessuto urbano. I suoi video, finiscono per costituire un vocabolario immaginifico di una 'scrittura visiva' che si forma e si annulla in una ir-realtà virtuale o, come nelle opere oggettuali, in una materia che assorbe e coagula vecchi caratteri tipografici. Agostino Tulumello invece 'scrive' il tempo traducendo quasi fisicamente nello spazio, attimi che divengono geometrie, campiture, a volte su lunghissimi rotoli di carta lucida, quasi per scandire una realtà che fugge, bloccandola in una forma visiva nella quale continua a persistere come memoria affidata alla sequenza ritmica dei segni. Il tempo è ancora la matrice che permette a Salvatore Salamone di calarsi nella storia; incide tavolette di argilla che poi lascia seccare al sole, come un antico scriba sumero che coglie nella terra le ragioni e i caratteri che rendono visibile la parola che giunge fino a noi attraverso segni - a volte anche di farro, orzo e avena - che si fanno solco e seme in una materia dalla quale traggono origine.Anche Giuseppina Riggi si esprime con una materia fortemente sentita e i suoi segni-parola, mentre sprofondano quasi per vie sotterranee fino a rendersi invisibili, tornano a farsi percepibili per una forte fisicità che si traduce anche in trasparenza su acetati per una scrittura che diviene quasi scultura, dimensione e spazio. Peppe Sabatino, come Calogero Barba, coglie nella cultura contadina i segni del suo comporre, usando in particolare vecchie coperte fatte a mano nelle campagne siciliane, conosciute come 'frazzate'. Nella sua ricerca, la trama e l'ordito, realizzati con vecchie 'pezze riciclate', divengono quasi parole che compongono pagine morbide nelle quali si perde la nozione di un tempo scandito , punto dopo punto, per ricostruire i gesti di una mano che intreccia segni nel telaio. La scrittura carica di suggestioni il lavoro, come superficie iterata, nella elaborazione di grandi tele digitali. Franco Spena invece trova le sue parole nella scrittura post industriale. Taglia a pezzetti la scrittura delle lattine di bibite e riconduce i segni in un discorso che ne distrugge la memoria e che si articola sul piano visivo. Ricompone poi i frammenti in pagine nelle quali, dal caos, si forma una 'nuova scrittura', sommersa in carta fatta a mano, misteriosa e ammiccante, rivolta a un immaginario che la fa rinascere a nuova visione.

La mostra, a cura di Marcello Scorsone è visitabile fino al 30 Settembre presso la Galleria Studio 71, via Tenente Luigi Rizzo, 16 - tel. 091 6372862 - Palermo. E mail studio71pa@libero.it

14 SETTEMBRE 2002 ore 18.00

Orario d'apertura: dalle 17.30 alla 20.30

Salone Padre Bagliesi, via Palermo, 4
COMUNE DI ISOLA DELLE FEMMINE
(Palermo)

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