Due giorni, quattro artisti, quattro installazioni di pittura, segno e poesia, per un appuntamento d'arte che contemporaneamente vuole essere un tributo all'artista Muky.
Due giorni, quattro artisti, quattro installazioni di pittura, segno e poesia, per un appuntamento d’arte che contemporaneamente vuole essere un tributo a Muky, artista di primo piano ed interprete dell’essenza della comunicazione, che da anni ospita incontri e manifestazioni di cultura a Faenza, sua città di adozione, accogliendo un pubblico sempre numeroso e attento.
I protagonisti dell’evento sono un gruppo di artisti ripetutamente legati da anni di lavoro artistico condiviso e da amicizia: Gaetano Blaiotta, artista visivo e poeta, muove i molteplici aspetti del suo lavoro nella casa/studio/galleria “La casa nel giardino” a Casalzuigno, in provincia di Varese; Maria Elena Danelli, scenografo, artista visivo e poeta, lavora nella sua casa/studio a Cuvio, in provincia di Varese; Marco Gurtner, artista visivo, intreccia la sua attività di direttore artistico al Museo Casa Cavallier Pellanda di Biasca, al suo lavoro nella casa/atelier di Minusio, in Svizzera; Stefania Vecchi, artista visivo, lavora a Fusignano a “Casa Vecchi” e a Lugo, dove ha sede il suo studio, in provincia di Ravenna.
Assieme daranno vita a quattro rispettive composizioni, variamente fondate nella pittura, nel segno e nella poesia, nel rispetto delle specifiche peculiarità che caratterizzano il lavoro di ognuno.
Enrico Brunella, architetto, pittore e poeta, vive e lavora libero nel necessario silenzio di una cascina d’Armino insieme alla sua tribù, è l’autore del testo che accompagna la mostra.
L’evento espositivo si avvarrà di importanti contributi musicali: Francesco de Vita - sabato 11 settembre - il vernissage dell’evento si avvarrà del suo contributo musicale. Chitarrista poligenere, di Faenza. Diploma al Conservatorio in chitarra classica conseguito presso l’istituto G. Lettimi di Rimini. Ha studiato chitarra classica con Donato D'Antonio e chitarra jazz con Daniele Santimone. L’artista è recentemente rientrato dalla Spagna dove ha studiato flamenco e tenuto una serie di concerti.
Alessandro Scala - domenica 12 settembre – il finissage dell’evento si avvarrà del suo contributo musicale. Sassofonista, di Ravenna. Ha studiato musica jazz dapprima come autodidatta, poi prende lezioni e frequenta seminari di approfondimento. Da anni ha formato un quartetto/quintetto dove suona esclusivamente la propria musica e spesso si avvale della partecipazione di importanti musicisti.
La sede: la Loggetta del Trentanove prende il nome dal plasticatore, riminese ma a lungo operante in Faenza, Antonio Trentanove, che fra il 1775 ed il 1780 eseguì quattro grandi statue in stucco, tuttora in loco, per le nicchie del porticato pensile che costituivano il fondale (il cosiddetto ''attergato'') del palazzo Bandini-Rossi, costruito dal grande architetto Giuseppe Pistocchi e fortemente danneggiato con i bombardamenti del 1944, al punto da essere demolito. L'attergato con la loggia al primo piano costituisce quindi l'unica parte superstite - e anche ben conservata - di uno degli edifici neoclassici più importanti per il '700 faentino. La loggia è costituita da dieci ''snelle colonne corinzie'', simili a quelle interne del Teatro Masini, sempre del Pistocchi. Entro quattro nicchie stanno appunto le statue del Trentanove che simboleggiano acqua, terra, aria, fuoco.
vernissage: sabato 11 settembre, dalle ore 21.00 alle 23.00
atto sonoro: a cura di Francesco De Vita
finissage: domenica 12 settembre, dalle 17.00 alle 20.00
atto sonoro: a cura di Alessandro Scala
Loggetta del trentanove
Piazza 2 giugno, 8 - Faenza (RA)
Ingresso libero