Partita dal Museo Archeologico di Milano e continuata all’Angermuseum di Erfurt, alla Deutsches Goldschmiedehaus di Hanau e al Valmore Studio d’Arte di Vicenza, la mostra di gioielli di Alberto Zorzi transita ora alla fiorentina Fallani Best (le prossime tappe avranno come sedi la V & V Galerie di Vienna, la Galleria Borghesi di Verona, la Galerie Michèle Zeller di Berna e la Galleria Schubert di Milano).
Di Alberto Zorzi.
Partita dal Museo Archeologico di Milano e continuata all’Angermuseum di Erfurt, alla Deutsches Goldschmiedehaus di Hanau e al Valmore Studio d’Arte di
Vicenza, la mostra di gioielli di Alberto Zorzi transita ora alla fiorentina
Fallani Best (le prossime tappe avranno come sedi la V & V Galerie di Vienna, la
Galleria Borghesi di Verona, la Galerie Michèle Zeller di Berna e la Galleria
Schubert di Milano).
E’ un’occasione per prendere atto dell’opera di uno dei più significativi
esponenti di un genere che a tutt’oggi non ha avuto da noi un esauriente
riscontro critico e che invece schiera presenze di altissimo livello,
dimostrando di saper intrecciare, solo a volerlo, alleanze e complicitÃ
insospettabili con le arti "maggiori", magari di suggerire loro la strada.
Con la sua cospicua opera, Zorzi pone come condizione essenziale il rapporto tra
gioiello e corpo. Nella sua progettualità ispirata a strutture geometriche
elementari tiene conto di un’analoga ipotesi costruttiva della figura umana con
la quale l’opera orafa dovrà misurarsi e da cui dovrà essere indossata.
Dietro ogni creazione di questo artista, che non a caso viene dalla città che
più ha contribuito all’affermazione del design orafo, ci sono lunghi studi
preparatori attraverso cui è andata maturandosi l’opzione tutta mentale della
creazione stessa, il suo proporsi in termini di volume e di spazio, ancor prima
che - e questa sarebbe un’altra regola dell’arte del gioiello - come materiale.
Un rigore che sembra trasmettersi anche al fattore luminoso rendendolo elemento
principe alla definizione di queste forme che negli anni si sono fatte ancora
più terse ed essenziali, esaltate da una levigata, avvolgente lucentezza.
Zorzi non è però artista capace di arrestarsi a una sola esperienza estetica. Il
suo esprit de géomètrie ha saputo convivere, nel tempo, con le più eterogenee
sollecitazioni formali, fino ad arrivare , con l’utilizzo di lamine sottilissime
di rame e argento dorato, alla "negazione" virtuale della terza dimensione : mi
riferisco soprattutto alla straordinaria serie delle Città . Una ricerca
onnivora, dunque, che ingloba un repertorio vastissimo di soluzioni plastiche e
di materiali: si pensi all’agata muschiata, al diaspro verde e rosso che
l’artista tratta fino ad assimilarlo allo smalto e al metallo; ma ci sono anche
l’ebano, la madreperla, la malachite, la perla, l’acciaio, lo spinello
sintetico, oltre, naturalmente, l’oro e l’argento. E’ attraverso la commistione
tra il materiale nobile e il cromatismo delle pietre dure che nell’opera di
Zorzi si potrebbero individuare modalità déco, e dunque un debito ( o
suggestione) culturale per una stagione storica che ha portato il gioiello ai
suoi massimi fasti.
Zorzi affianca la sua intensa attività artistica all’insegnamento presso
l’Istituto d’Arte Pietro Selvatico di Padova, L’Accademia di Belle Arti di
Ravenna, l’Università degli Studi di Firenze. Il catalogo in mostra si avvale
dei contributi critici di Ermanno A. Arslan, Alessandra Quattordio, Paola
Venturelli, Lara-Vinca Masini e Christianne Weber-Stöber.
Giuliano Serafini
Galleria FALLANI BEST/ Arte moderna e contemporanea
Via San Niccolò 79 r - FIRENZE
Inaugurazione: mercoledì 31 maggio 2000 ore 18.00
Fino al 16 giugno 2000
Con orario: 10,30 -13,00 16,00-19,30 (chiuso sab. e dom.)
Per informazioni: Fallani Best
055/2345333 - 241861 fax