Arianna Sartori Arte and Object Design
Mantova
via Cappello, 17
0376 324260

Roberto Rampinelli
dal 17/9/2010 al 13/10/2010
lun-sab 10-12.30 e 16-19.30

Segnalato da

Arianna Sartori




 
calendario eventi  :: 




17/9/2010

Roberto Rampinelli

Arianna Sartori Arte and Object Design, Mantova

Le nuvole, le nuvole, la' lontano...le nuvole meravigliose. Per l'occasione in mostra sono esposte incisioni realizzate con la tecnica dell'acquaforte e acquatinta e alcuni dipinti.


comunicato stampa

La Galleria “Arianna Sartori Arte & object design” di Mantova, in via Cappello 17, il prossimo Sabato 18 Settembre, alle ore 18.00, inaugura la mostra personale dell’artista Roberto Rampinelli intitolata ''le nuvole, le nuvole, là lontano… le nuvole meravigliose'' con presentazione del Prof. Mauro Corradini. L’artista ritorna alla Galleria Sartori dove nel settembre/ottobre 2006 aveva organizzato la personale “Percorsi”, riscuotendo interesse ed ammirazione. Per l’occasione in mostra saranno esposte incisioni realizzate con la tecnica dell’acquaforte e acquatinta e alcuni dipinti. La personale resterà aperta al pubblico fino al 14 Ottobre con orario dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30.

Percorsi incisi
Nella sua gara con la natura, l'incisore legato alla figurazione cerca strade peculiari, attraverso cui, per capacità d'immaginazione, di astrazione, di composizione, può esprimere una potenza che non ha l'uguale. È una delle riflessioni che Valéry esprimeva, ottanta anni fa (29 novembre 1933), partecipando alla cena di fine anno degli incisori parigini; e aggiungeva che se ''l'arte partecipa dello spirito (...) l'arte più vicina allo spirito è quella che ci rende il massimo delle nostre impressioni o delle nostre intenzioni col minimo dei mezzi sensibili''. Facile giungere, con Valéry, alla conclusione, per cui all'incisore bastano ''pochi tratti (...) perché un viso, una campagna, non soltanto ci siano dati nelle loro sembianze, ma suggeriti al punto che il colore assente e la luce più ricca non manchino affatto''. Singolare e basilare riflessione quella del grande poeta, che ci aiuta ad entrare in sintonia con questi amici artisti, cui bastano un tratteggio, un segno, pochi segni, una macchia e un'ombra, per delineare non soltanto un mondo esteriore, ma in questo anche quell'altro, segreto, interiore, che ci apre al viaggio, al sogno.

Oggi l'arte dell'incisione non è popolare; in una certa misura, la perdita di metà Ottocento, con l'abbandono delle botteghe, sopraffatte inizialmente dal diffondersi della fotografia, e con le botteghe, delle maestranze, delle qualità sensibili di alcuni stampatori-poeti, non è stata mai del tutto sanata. Siamo rimasti orfani e deprivati. Le gallerie dedite all'incisione diminuiscono, perché l'incisione chiede sforzi, passione, tensione anche al lettore. E pure, alcuni ''matti'' (sia lecito il termine: sono tutti amici gli artisti che espongono in questa breve rassegna di percorsi incisi) continuano ad incidere, a porre la mano, la punta sulla lastra annerita, per cominciare un viaggio: un punto, un tratto, un incrocio, una superficie vergata lentamente e poi lasciata scavare dalla forza dell'acido, sciolto in piccole dosi nell'acqua per non raggiungere con violenza quella morsura, da cui il torchio trarrà la traccia nera. Il processo a stampa, il percorso del segno dalla lastra al foglio è sempre un percorso lungo e pieno di brividi, perché sostanzialmente imprevedibile; mi raccontava un amico di un grande incisore marchigiano che questi immergeva nell'acido al due per cento la sua lastra incisa e poi raggiungeva Roma per commissioni e solo a sera, quando rientrava, osservava gli effetti della morsura. E dopo la prima morsura, la pulizia, l'inchiostratura, la prova di stampa; e ancora la ricopertura con la vernice, altri segni, là dove l'occhio e il cuore hanno suggerito un nuovo intervento, e ancora una nuova acidatura, ...in una piccola lastra, grande quanto una cartolina, quanti segni, quanti interventi.

Un lavoro che è pazienza e professionalità, ma anche invenzione e poesia: ''ecco perché amo l'incisore'' concludeva Valéry, perché la sua opera è il risultato di un lento processo, il figlio della paziente impazienza, o dell'impaziente pazienza trascrive pur nella sua contenuta superficie un mondo intero, ''porta quel minimo di universo, quel niente, ma essenziale, che suppone un tutto di intelligenza''.

(…) Credo che tutti gli artisti incisori (peintres-graveurs) amino Ferroni e lo guardino come un riferimento; per questo possiamo indicarlo come faro per tutta una generazione: ad iniziare dal primo incontro in galleria con l'opera di Roberto Rampinelli. Perché nei frutti tersi, così isolati, in spazi di luce prima ancora che spazi di vita, nella fragilità che avvertiamo e che contrasta nettamente con una presenza che riesce ugualmente a superare ogni precarietà dell'esistere, nelle tavole incise di Roberto avvertiamo il medesimo bisogno, quasi un desiderio di andare contro corrente, di sussurrare in un mondo dove vince chi grida (non importa quel che dice; è il tono della voce l'unica cosa che avvertiamo). Le fragili immagini di Roberto hanno la forza della poesia, fragili e pure così necessarie; fanno pensare ai poemetti di Baudelaire, il cui personaggio, lo ''straniero'', ama soltanto ''le nuvole, le nuvole, là, lontano,... le nuvole meravigliose!''. (…)
Mauro Corradini
Gussago 2009

Inaugurazione 18 settembre ore 18

Arianna Sartori Arte and Object Design (nuovo spazio)
via Cappello, 17 - Mantova
Dal Lunedi' al Sabato dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30
Ingresso libero

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