L'artista ha creato due progetti site-specific: su un lungo tunnel una serie di segni neri rettangolari riempiono progressivamente lo spazio fino a trasformarlo in una sorta di corridoio virtuale verso qualcosa di sconosciuto e ignoto. Nel secondo ambiente, invece, i segni pittorici murali corrispondenti alla scritta 'La Solitudine dell'opera' invadono la stanza, offrendo al visitatore la possibilita' di mettersi in relazione fisica con essi. A cura del collettivo Ko.Ji.Ku.
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a cura di Ko.Ji.Ku. (Consorzio Giovani Curatori)
In occasione della quinta edizione di Start, l’opening collettivo di tutte le gallerie d’arte contemporanea della
città di Genova, il 30 settembre dalle ore 18 alle ore 24 l’Associazione Ko.Ji.Ku. e la Galleria Studio44
inaugurano la nuova stagione con la mostra “La Solitudine dell'opera (Blanchot)” dell’artista Esther Stocker,
alla sua terza personale in Italia.
Artista affermata a livello internazionale, Esther Stocker (Silandro,1974) ha esordito dipingendo quadri
astratti bidimensionali basati sulla sovrapposizione di griglie ortogonali di linee e superfici bianche, nere e
grigie. Negli anni la sua pittura è uscita dalla dimensione del quadro per andare progressivamente a ricoprire
pareti, pavimenti, soffitti di gallerie, edifici e musei. Gli ambienti di Esther Stocker sono percorsi estetici,
sensoriali ed interattivi composti da strutture reticolari che giocano sulla dialettica tra ortogonalità e
deviazioni, tra bianco e nero, tra spazio pittorico dell’opera e osservatore.
Per gli spazi della Galleria Studio44 l’artista ha creato due progetti site-specific: il lungo tunnel - in origine un
vicolo del centro storico di Genova – è dipinto completamente di bianco. Su questo sfondo una serie di
segni neri rettangolari riempiono progressivamente lo spazio fino a trasformarlo in una sorta di corridoio
virtuale verso qualcosa di sconosciuto e ignoto. Nel secondo ambiente, invece, i segni pittorici murali
corrispondenti alla scritta “La Solitudine dell’opera” abbandonano la loro bidimensionalità e sotto forma di fili
invadono l’intera stanza, offrendo al visitatore la possibilità di mettersi in relazione fisica con essi.
Quest’ultimo, infatti, è invitato a muoversi liberamente all’interno delle installazioni per smascherarne le
ambiguità dettate da una visione statica e bidimensionale.
Il titolo della mostra allude ad un saggio di Maurice Blanchot, “La solitudine essenziale” (in Lo spazio
Letterario, 1955). Secondo Blanchot la solitudine accomuna l’opera e l’artista: l’opera è solitaria perché nel
momento in cui il lettore/visitatore vi accede diventa indipendente dal suo creatore e di per sé infinita. La
perdita del controllo sull’opera spinge lo scrittore/artista in una condizione di assoluta solitudine che lo induce
ad iniziare un nuovo lavoro, dando il via ad un infinito processo di “cominciamento”. “La solitudine dello
scrittore, questa condizione che è il suo rischio, deriverebbe dunque dal fatto che egli appartiene, nell’opera,
a ciò che è sempre prima dell’opera. Attraverso di lui, l’opera ha luogo, è la fermezza del cominciamento, ma
egli stesso appartiene a un tempo”.
Questa concezione riflette le fasi del processo creativo dell’opera
dell’artista viennese: la fase progettuale in cui realizza alcune ipotesi di intervento; quella installativa in cui
costruisce l’opera in base alle peculiarità dello spazio; infine il momento della fruizione, in cui essa viene
completata dal visitatore che ne cambia in continuazione le relazioni, l’aspetto e il significato. La prima fase
di questo processo è documentata in mostra dai 10 disegni preparatori realizzati dall’artista per gli ambienti
della galleria. Questi progetti sono un interessante esempio di quante siano le possibilità di intervento e di
trasformazione di uno spazio attraverso l’applicazione di differenti strutture reticolari.
Dal 30 settembre al 12 novembre gli spazi della Galleria Studio44 cambieranno il loro aspetto diventando
ambienti astratti e mimetici dal carattere effimero e veri e propri dispositivi percettivi per il visitatore.
ESTHER STOCKER – BIOGRAFIA
Esther Stocker nasce a Silandro (Italia) nel 1974. Vive e lavora a Vienna.
Personali (selezione): 2010: Galerie Krobath, Wien; Wannieck Gallery, Brno; Galerie Krobath, Berlin. 2009:
Nothing could be done - men were only men, and space was their eternal enemy. (Ellison), House of Art,
České Budějovice. 2008: Mumok Factory. 2007: Noise. Von der Kunst der Malerei, Vienna State Opera.
2006: Galerie im Taxispalais, Innsbruck; Galleria Contemporaneo, Mestre, Italy. 2005: Geometrisch
betrachtet, sind alle Richtungen im Raum gleichwertig, Projektraum Deutscher Künstlerbund Berlin; “Der
Zusammenhang zwischen Teilen”, Plattform, Berlin; Minoritengalerien Graz; Deutsche Bundesbank,
Frankfurt; Was sind das für Gegenstände, die wir voraussetzen? (Quine), Galerie Krobath Wimmer, Vienna.
Collettive (selezione): 2010: With Your Eyes Only, YUM, Brussels; Abstraction and Structure, Bernhard
Knaus Fine Art, Frankfurt; My Eyes Keep Me in Trouble, La Station, Nice; For Your Eyes Only, De Markten,
Brussels. 2009: Beyond these Walls, South London Gallery, London; Nocturnes. Young Italian Artists on
Museion Facade, Museion, Bolzano; CELLA. Strukturen der Ausgrenzung und Disziplinierung, Complesso
Monumentale di San Michele a Ripa Grande, Roma; Good night, sleep tight, UpLoad Art Project, Trento.
2008: ART SHEFFIELD 08: Yes, No, Other Options, Millenium Galleries, Sheffield. 2007: PASSION FOR
ART - 35 Jahre Sammlung Essl, Klosterneuburg, Austria; Ob ich das sehe, Kunstverein Heidelberg. 2006:,
Centro per l ́Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Austrian Abstracts, Artis et amicitiae, Rotterdam;
Centre d’Art de Neuchatel (CAN), Switzerland. Per ulteriori informazioni: http://www.estherstocker.net
KO.JI.KU. (Consorzio Giovani Curatori)
L’Associazione Ko.Ji.Ku, formata da otto laureati e laureandi del corso di Laurea Magistrale in Storia
dell'Arte e Valorizzazione del Patrimonio Storico-artistico dell'Università di Genova (Roberta Allesina,
Rossana Borroni, Alberto Fiore, Francesco Iacometti, Daniela Legotta, Valentina Liotta, Silvia Merlino,
Alessandra Piatti) nasce nel luglio del 2008 con l’intento di promuovere la creatività giovanile attraverso
l’organizzazione di manifestazioni ed eventi artistico-culturali. L’Associazione ha inaugurato la sua attività
con la mostra La Grande Abbuffata: Scarti, Scorie, Sprechi. Risorse Energetiche? tenutasi a Genova dal 9 al
29 giugno 2009 presso l’Auditorium dei Musei di Strada Nuova. Da febbraio 2010 collabora con la
GalleriaStudio44. In questa sede ha presentato la personale di Jacopo Mazzonelli (a cura di Silvia Conta) e
ha curato la mostra L’uomo che teneva il parcheggio (10-30 Aprile 2010). Ha partecipato ai Rolli
Contemporanei (8-9 maggio 2010) presentando presso il Palazzo Giorgio Centurione l’installazione New
York Simphony del Rossoscuro Design.
Associazione Ko.Ji.Ku. (Consorzio Giovani Curatori)
c/o AdAC (Archivio d’Arte Contemporanea) - Facoltà di
Lettere e Filosofia – Università degli Studi di Genova –
Via Balbi, 4 – 16126 Genova
Tel. 340/4649488 - 338/8088478
E-mail: kojiku@libero.it
Sito: http://www.kojiku.unige.it
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Ko.Ji.Ku Association and the Galleria Studio 44 are glad to inaugurate their new cultural season with an
Esther Stocker’s solo exhibition entitled “La Solitudine dell'opera (Blanchot)”. This exposition runs during the fifth
edition of Start, the overall and unified opening of all the Contemporary Art Galleries in Genoa. This exhibition is
Stocker’s third in Italy.
Stocker (Silandro 1974) is an artist already well known internationally. At the beginning of her career she painted
abstract two-dimensional works based on the overlapping of orthogonal white, black, grey grates made using
lines and surfaces.
From then onward her pictorial style has come out from the two-dimensions and has gradually covered walls,
floors, ceilings of buildings such as galleries and museums. Her art environments are aesthetic, sensory and
interactive paths. These installations are made by grid structures based on the dialectic between orthogonality
and deviations, black and white, and even between the work’s space and the viewer.
The artist has set up two site-specific projects for the spaces of the Galleria Studio 44. The tunnel - which
originally was an old narrow street in the centre of the city – is completely painted in white. On this background
Stoker has painted black rectangular signs which gradually fill up this space. In this way she nearly transforms
this place in a sort of “virtual corridor” toward something unknown. Instead, in the second Gallery space the
pictorial signs on the wall create the writing “La Solitudine dell’opera”. These signs abandon the own two-
dimensional status and, becoming a sort of wires, invade physically the whole space. In this way, the artwork
gives the possibility of creating a relationship among both the viewers and the work. Indeed, here the viewer is
invited to walk inside the two installations and go beyond the static and two-dimensional sight.
The exhibition title hints at the Maurice Blanchot’s essay The Essential Solitude within The Space of Literature
(1955). According to him the solitude involves both the work and the writer - artist. The work is solitary because it
becomes independent from its maker since the moment in which the viewer can read or see it. In this way the
work becomes something infinite. The artist and the writer miss their control on the work when it is done; this
situation leads both toward a condition of utter solitude and makes them start a new work. Thus this path is the
outset of an infinite process of “beginning”. As Blanchot wrote: “The writer’s solitude, this status that is his risk,
would result from the fact that he belongs to what is always before the work. Through him the work can exist. It is
the firmness of the outset, but the writer himself belongs to one time.”
These concepts reveal Stocker’s creative process: the “planning phase” in which she thinks about some plans,
the next phase in which she sets up the installation inside a specific space and the last one where the viewer can
experience and walk inside the work changing relation, look and meaning of it continuously.
In this exhibition ten project drawings are shown whereby we are able to understand the artist’s “planning phase”.
These sketches make us aware of the many possibilities that the artist has to change perception of the space
only using different types of grids.
From 30th September to 12th November the spaces of the Galleria Studio 44 change their traditional
aspects, thus becoming both abstract and camouflaged environments. They become actual perceptual devices
thought for the viewer.
ESTHER STOCKER – Short biographical account
Esther Stocker was born in Silandro (Italy), 1974. She lives and works in Wien.
For further information: http://www.estherstocker.net
Ko.Ji.Ku. (Consorzio Giovani Curatori)
The Ko.Ji.Ku. Association has been established in July 2008 by eight graduated with the second degree of
“Contemporary Art History” at the University of Genoa (Roberta Allesina, Rossana Borroni, Alberto Fiore,
Francesco Iacometti, Daniela Legotta, Valentina Liotta, Silvia Merlino, Alessandra Piatti). Ko.Ji.Ku’s purpose is to
promote the young creativity organizing both artistic and cultural events.
The first exhibition curated by Ko.Ji.Ku. was La Grande Abbuffata: Scarti, Scorie, Sprechi. Risorse Energetiche?
which took place in Genoa (9–29 June 2009) at the Musei di Strada Nuova Auditorium.
The Association has been collaborating with Galleria Studio 44 since February 2010.
In this non-profit space Ko.Ji.Ku. presented the solo exhibition of Jacopo Mazzonelli (curated by Silvia Conta),
and curated the exposition L’uomo che teneva il parcheggio (10-30 April 2010).
The Association took part in the Rolli Contemporanei (8-9 May 2010) where it curated the RossoScuro Design’s
installation, New York Simphony, in the Palazzo Giorgio Centurione, Genoa.
For further information: http://www.kojiku.unige.it
Opening 30 settembre 2010, h 18 – 24
Galleria Studio 44, Vico Colalanza 12r, Genova
martedì - sabato 16.00 / 19.00
Lunedì chiuso
ingresso libero