Due mostre nell'ambito di FotoLeggendo 2010. Franco Pagetti e' stato l'unico a raccontare gli ultimi mesi della Kabul dei talebani e a ritrarre la speranza della rinascita e il ritorno della guerra senza quartiere. Christopher Morris ha dedicato la maggior parte della sua vita professionale alla fotografia di guerra. Nel 1984 ha realizzato il suo primo reportage nelle Filippine e, da allora, ha documentato 18 conflitti.
Franco Pagetti
Afghanistan dall’alto
L'Afghanistan visto dal cielo è una continua sorpresa. È dolce, verde, brillante. Poi all’improvviso diventa cattivo, nero, cupo. Passa dal giallo incandescente dei deserti a una neve affilata di morte. Proprio lì, dove le montagne dell’Hindu Kush sembrano un inno alla creazione e spingono a cercare il divino nell’armonia della natura, da tremila anni eserciti si combattono seminando i valichi di tombe senza nome e senza tempo. Una ferita della storia, che imprigiona lo sguardo: è un colossale serpente di pietra, che ti incanta per ottocento chilometri e stringe nelle sue spire fiumi, valli, città, mondi. Da una parte l’Afghanistan, dall’altra il Pakistan; da una parte Kabul che vuole tornare a sentirsi moderna, dall’altra l’Helmand con il fondamentalismo talebano. Da secoli attraversare questa barriera significa essere pronti a perdere tutto, entrare in una dimensione che promette splendore e garantisce pericolo: frecce e pallottole, valanghe e slavine.
Franco Pagetti è stato in Afghanistan quattro volte. Fu l’unico a raccontare gli ultimi mesi della Kabul dei talebani, poi ha ritratto la speranza della rinascita e il ritorno dellla guerra senza quartiere. È stato in mezzo alla popolazione e tra i soldati americani, per vivere quello che fotografava. Alla fine del 2009 ha deciso di cambiare prospettiva e trasformare la sua testimonianza in paesaggio. Dall’alto, sorvolando su elicotteri e aerei militari vallate e cime di oltre settemila metri, ghiacciai e dune: spazi mai contaminati dall’uomo o sfregiati dai suoi ordigni. Un viaggio lungo quella frontiera all’ombra dell’Himalaya dove Kipling si fermò per sentenziare: “East is East, and West is West, and never the twain shall meet”: “L’Oriente è l’Oriente, e l’Occidente è l’Occidente, e non si incontreranno mai”. Questo da sempre è l’Hindu Kush.
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Christopher Morris
The America
"Il mio Paese non riesce a uscire dallo stato di depressione e insicurezza in cui è caduto l'11 settembre del 2001. Il crollo delle Twin Towers ci ha regalato il "Divino Bush" e ha portato il Paese a sostenerlo per due mandati presidenziali e in due guerre di cui non si vede la fine. L'elezione di Barack Obama, il 5 novembre del 2008, sembrava rappresentare un nuovo inizio. Il primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti: una speranza per le minoranze, una promessa di cambiamento, sia politico che ideologico. Una speranza che però è durata poco, rovinata dalle contrapposizioni politiche e dalla forte recessione economica che ha riportato l’America in uno stato di profonda depressione. Oggi il 57 % dei repubblicani crede che il presidente sia musulmano e il 45 % crede che non sia nemmeno nato negli Sati Uniti. L’America oggi è in disgregazione, un Paese ancora più diviso.”
Christopher Morris
Dall’inizio del 2000 Morris ha documentato per Time Magazine, con cui lavora come fotografo a contratto dal 1989, il primo e il secondo mandato di George W. Bush. Da questa posizione privilegiata, al centro del cuore del potere americano, ha sviluppato una visione personale nelle immagini raccolte nel libro My America, pubblicato da Steidl. Morris ha poi continuato a raccontare il suo paese attraverso l’elezione di Barack Obama, il clima di fiducia e speranza, le successive difficoltà causate dalla crisi economica e dalla pesante eredità delle guerre in Afghanistan e Iraq.
Christopher Morris ha dedicato la maggior parte della sua vita professionale alla fotografia di guerra. Nel 1984 ha realizzato il suo primo reportage nelle Filippine e, da allora, ha documentato 18 conflitti tra cui: l╒invasione di Panama, la caduta del Muro di Berlino, le guerre in Afghanistan, Cecenia, Somalia ed ex Yugoslavia, la prima guerra del Golfo e l╒invasione americana dell’Iraq nel 2003. Con il suo lavoro ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra i quali la Robert Capa Gold Medal, l’Infinity Photojournalism Award dell’International Center of Photography di New York, il Premio Visa d’Or e, più volte, il World Press Photo.
Christopher Morris è uno dei membri fondatori dell'agenzia VII.
Per maggiori informazioni generali contattare:
Officine Fotografiche
Via libetta, 1
of@officinefotografiche.org
Immagine: (c) Christopher Morris
Inaugurazione: 1 ottobre
Museo Centrale Montemartini
Via Ostiense 106 - Roma
Orario visite: mart-dom dalle 9 alle 18
ingresso libero