Palazzo Comunale
Arezzo
p.zza della Liberta', 1
0575 23952

Claudia Roselli
dal 1/10/2010 al 14/10/2010

Segnalato da

Claudia Roselli



approfondimenti

Claudia Roselli



 
calendario eventi  :: 




1/10/2010

Claudia Roselli

Palazzo Comunale, Arezzo

Private public indian intimacy. Un reportage fotografico realizzato in India per stimolare riflessioni, emozioni, liberi collegamenti di pensieri sulle condizioni delle metropoli indiane contemporanee.


comunicato stampa

La Presidenza del Consiglio Comunale di Arezzo, con il Patrocinio dell'Istituto Italiano di Cultura di New Delhi e del Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio dell'Università di Firenze, presentano Private Public Indian Intimacy, mostra di immagini di Claudia Roselli.

Memorie dal passato - Memories from the past
Transizioni urbane - Urban transitions
Trasformazioni - Transformations
Nuove reazioni- New reactions
Resistenza urbana - Urban resistance

La metropoli indiana contemporanea. Come interpretarla? Come svelare le silenziose connessioni tra realtà e possibilità? Henri Lefebvre nel libro la “Rivoluzione Urbana” cita Holderlin: “L’uomo abita da poeta”. Questa frase è la traccia necessaria per interpretare la selezione di immagini proposte: intravedere “possibilità” nella legge crudele della sussistenza attraverso lo spazio della poesia. Sopravvivere semplicemente abitando, tracciando poesie dello stare, dell’occupare spazio. Plasmare luoghi, territori urbani condivisi, spazi dell’interiorità esplosa, attribuendo simboli, significati e significanti. Immagini come sguardi, tra le categorie levebriane di spazi dicotomici: privato-pubblico, alto-basso, aperto- chiuso, simmetrico-non simmetrico, dominato-residuo. . . .

Frange di aree transitorie, accampamenti di nomadi urbani, tracce metropolitane analizzate attraverso la lente di ingrandimento del quotidiano poetico. L’arte della sopravvivenza, l’arte di arrangiarsi. Dettagli per ingenerare riflessioni, emozioni, liberi collegamenti di pensieri, sogni, concrete utopie per la città, particolari per creare storie. Immagini che raccontino la città da altri punti di vista: la città “da rasoterra”, dal livello del marciapiede, la città dei fluidi, delle buste appese, delle panchine effimere, delle divinità in immagini sbiadite. Immagini che permettano di creare le “storie senza parole” di cui parla Michel De Certeau. Storie che si raccontino da sole, dipanandosi, attraverso la presenza di oggetti che evocano, ampiezze interiori, traslate nel tempo e nello spazio. Resistenze urbane nella trasformazione, abitudini, percorsi ad esse collegati. Immagini che diano corpo alla città invisibile, alla città silenziosa, quella dei piccoli gesti, dei rituali quotidiani, che ne testimonino l’esistenza. Rituali incorporati e diventati invisibili ai più, proprio perché rituali. (Il rituale si manifesta solo nell’assenza).

Dare possibilità di visibilità alla “città altra”, la città dei simboli, delle relazioni mute, delle cose non dette, la città di chi sopravvive al frastuono mormorando silenziose e inascoltate ripetitive litanie, la città indiana di chi rimane discosto dalle traiettorie globalizzate e velocizzate, quella che sorda continua a seguire altri ritmi, altre traiettorie, disegnando linee invisibili di connessioni con la vera identità del genius loci ancestrale. La città che parla solo se osservata da altre angolazioni. Abitare è narrativizzare, scrive De Certeau. Osservare le relazioni nascenti tra i luoghi delle veloci trasformazioni imposte dalle nuove tendenze globali metropolitane e per contro l’abitare, lo spostarsi e il sopravvivere spontanei ed effimeri. Intuire le possibili evoluzioni dell’abitare poetico, le trasformazioni in fieri. Abitare perciò come raccontare storie di resistenza urbana spontanea, attraverso azioni quotidiane.

Un accomodarsi, aggiustarsi, creandosi una nicchia.
Un passare attraverso, un inventare traiettorie, immaginando attraversamenti.
Transitorietà - Transitory
Trasformazione - Transformation
Possibility
Possibility
Possibility

Presentazione del Presidente del Consiglio Comunale

Credo che una mostra fotografica ci offra anzitutto una visione e che crei cultura quando ci porta ad una riflessione come è il caso di queste immagini proposte dalla nostra concittadina Claudia Roselli, che ci invita ad un viaggio in India dalle “forme di resistenza urbana” alle nuove tendenze globali metropolitane. L’età contemporanea è caratterizzata dall’idea della globalizzazione che, in un’espansione apparentemente irreversibile, pervade anzitutto i campi dell’economia, del mercato, del turismo, dell’informazione e, attraverso la soppressione delle differenze, attacca il campo della cultura, mentre pare incurante della universalizzazione dei diritti umani. La globalizzazione concepisce la città come luogo di scambio, più che come luogo di abitazione e radicamento e contribuisce a rafforzare la percezione di un processo di trasformazione delle grandi città in agglomerati di persone tra loro apparentemente estranee senza sviluppare quel tessuto sociale che creava il rapporto fiduciario tra gli abitanti. In una società globale la tolleranza diventa la condizione necessaria ma non sufficiente della convivenza, che richiede anche una modalità di reciproco riconoscimento ed un sostegno dell’alterità: di fronte ad un’altra cultura l’uomo deve accogliere la diversità come un valore perché in realtà incontra se stesso.

Giuseppe Caroti
Presidente del Consiglio Comunale

Inaugurazione Sabato 2 Ottobre 2010 alle ore 11

Loggiato del Palazzo Comunale di Arezzo
p.zza della Liberta', 1 - Arezzo
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [11]
Tetsuji Endo - Massimo Triolo
dal 25/3/2015 al 29/4/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede