Gabriele Landi - Valeria Tognoni. Il luogo e' la materia immateriale che prelude al contatto psico-sensoriale con le opere del duo Landi-Tognoni o Lèvale se preferite.
Gabriele Landi - Valeria Tognoni (Lèvale)
Curatore: Luigi Meneghini
Il luogo è la materia immateriale che prelude al contatto
psico-sensoriale con le opere del duo Landi-Tognoni o Lèvale se
preferite.
L'accento sulla prima delle due e con una pronunzia appena
aspirata conduce all'arsi. E' forse questa la dimensione più corretta
per accostarsi alle opere che sono pittura e scultura parimenti, ideale
sospeso, tendente all'iperbole, che avvolge e stupisce e che accorda un
sentimento superiore. Rame, pigmento puro, velluto. Sono gli ingredienti
del percorso che non necessariamente opera nel ''ristretto'' campo della
storia dell'arte. Non che non siano presenti riferimenti con maestri del
passato e/o contemporanei. Loro stessi affermano: ''Abbiamo sempre
disegnato moltissimo, entrambi affascinati dalla figurazione.
Gabriele
era ossessionato dal proprio autoritratto che ha realizzato un infinito
numero di volte, anch'io (Valeria) sono sempre stata attratta dalla
testa, dal mio volto. L'idea di testa ha progressivamente assunto una
forma sempre più ''pura'' spogliandosi di ogni elemento fisiognomico per
divenire essa stessa un qualche cosa di tutt'altro che univoco. In
questo senso è stata per noi esemplare la lezione di Brancusi e la
lettura che ne dà Jung, il quale considera le opere dello scultore
rumeno degli archetipi in grado di generare una nuova genealogia di
forme''. E' la fabbrilità del duo a dare segni inequivocabili. Rame, che
è luce solidificata ma in perenne trasformazione, velluto scuro come
controcanto umbratile. Il loro migrare di luogo in luogo prelude al
viaggio come antiviaggio, come continuo confronto con se stessi nello
spirito non di Marco Polo, ma quello immortale di Proust. I luoghi della
mente aiutano a ritrovare l'antica pazienza del tempo immobile che è in
fondo la ricerca di una perduta umanità antitesi alla velocitÃ
real-virtuale incombente. Segni, quindi, di una sophia ''tradizionale'' a
carattere cosmologico e iniziatico; una sorta di ''miracolo nobile''
(arîya).
Rimane, così, ancora e per sempre una funzione dell'arte quella di
fornire ''occasioni di riflessione'', occasioni che possono essere anche
''esemplari'' nel senso forte kantiano. (l.m.)
Promotori: Coevit Arte Galleria, Viadana.
Catalogo: CoevitArte
Inaugurazione: 22 settembre ore 11.30
Galleria Coevit - via Gonzaga 10/A - Viadana (MN)