Creature. I due artisti, che per la prima volta espongono insieme, raccontano la realta' d'oggi pregna delle proprie contraddizioni con soluzioni stilistiche molto differenti ma accomunate da una sottile ironia.
Due artisti, due stili, due modi di raccontare le creature reali e dell’immaginario. Lo Spazio Zero di Gallarate presenta dal 9 al 24 ottobre le opere di Owen Frederick Ransen e Silvia Menuzzi che per la prima volta espongono insieme mettendo a confronto il loro percorso creativo. Inglese lui, italiana lei raccontano la realtà d’oggi pregna delle proprie contraddizioni con soluzioni stilistiche molto differenti ma accomunate da una sottile ironia che attraversa trasversalmente le opere.
Owen Ransen, affascinato fin da giovanissimo dalla triangular left-right technique, realizza le sue opere in un doppio quadro con l’immagine che varia a seconda del punto di vista. Gli studi scientifici in ingegneria e informatica gli permettono di attualizzare questa antica tecnica grazie all’uso del computer ottenendo un forte impatto ottico. Le sue creature si trasformano sulla stessa tela in una metamorfosi contemporanea.
Silvia Menuzzi lavora con materiali di recupero usando indifferentemente diverse tecniche dall’acrilico, all’acquerello, agli smalti. Le sue creature, animali reali e mostri dell’immaginario popolano le tavole in una grande metafora della società contemporanea. L’artista si ispira ai disegni dei bambini, con forme semplici e la sintesi della forma propria della fantasia infantile.
Owen Ransen nasce a Leeds in Gran Bretagna nel 1959. La “triangular left-right technique” lo ha incuriosito sin da piccolo. In particolare in adolescenza lo colpisce un dipinto del 1556 che adottava questa tecnica, rimanendo affascinato tanto da far propria questa tecnica. Dopo i primi lavori a tempera raffina la tecnica grazie agli studi di ingegneria e informatica e all’uso del computer riuscendo ad ottenere un forte impatto ottico. Nel 1997 realizza “L’orologio dormiglione” un’opera in cui l’arte si fonde con la tecnologia. Una cassetta di legno per vini, decorata con disegni celtici, è trasformata in un insolito orologio che segna le ore al battito delle mani. L’opera è esposta nello stesso anno alla Biennale di Venezia. La visita ad una mostra di opere di Giuseppe Arcimboldi a Milano gli rivela la possibilità di usare “tecniche antiche” combinandole con la tecnologia moderna. Ecco perché nelle sue opere l’immagine principale p il risultato di tante altre piccole immagini di soggetto diverso, che la compongono.
Silvia Menuzzi nasce a Rho nel 1973. Laureata alla Nuova Accademia di Belle Arti – NABA - di Milano, specializzata in pittura ed illustrazione dall’anno 1995. Dopo le prime esperienze lavorative nel campo del Graphic-Design e dell’Advertising,promuove un percorso artistico personale all’interno dei luoghi di ritrovo giovanili per sensibilizzare l’utenza al significato di arte popolare e popolarità dell’arte.
Il “progetto guida” rappresenta l’inizio di un percorso di performance itineranti in cui l’artista si muove tra la gente, promuovendo il vero significato della sua arte. Con quest’intento “Tra colori e verità”,”Elefanti nel negozio di Cristalli” e “Sole di Giorno,Sole di Notte”, percorrono la realtà dell’ambiente delle discoteche dell’hinterland milanese, attraverso delle esposizioni itineranti, dall’anno 2001 ad oggi.
Inaugurazione sabato 9 ottobre alle ore 18.00
Spazio Zero
via Ronchetti n. 6 Gallarate
Orario: da martedì a sabato 17-19, domenica 10-12/16.30-19; lunedì chiuso
ingresso libero