La mostra presenta i lavori di tre artisti: Nello Bocci utilizza il linguaggio scultoreo per rappresentare un concetto di continua e progressiva innovazione, Pietro Archis propone dipinti dalla luce soffusa e Ferruccio Ramadori elabora materiali e codici diversi.
Come nella creazione, anche l'arte di Bocci, di archis e di ramadori ci offre, seppure nella specificità delle diverse espressioni, lo spaccato di un'orchestrazione di forme e di colori pienamente in armonia con lo spirito che muove il salmista nel momento in cui immortala le bellezze del creato. in tutti c'è un profondo rispetto per la natura, poiché saperla guardare equivale a saper creare. l'arte è, in fondo, la parte più nascosta dello spirito, che si pone alla luce solo dopo aver coinvolto l'uomo nel suo stesso gioco. tra l'artista e l'arte, infatti, si instaura un rapporto che è sì di convivenza, ma anche di diletto, poiché accondiscendono allo stesso bene senza alcun dissenso. è in questa indivisibile unità che si genera l'armonia, che è del pensiero come delle immagini.
Nello Bocci, scultore, ha attraversato il secondo Novecento muovendosi nella linea del rinnovamento come un testimone dei linguaggi plastici. Dall'accademia eredita la postura delle forme, dai dibattiti e dalla filosofia del tempo il linguaggio, da cui deriva la scelta di agganciare l'opera al sociale. E', però, dalle poetiche visuali degli anni sessanta che eredita l'interesse per il segno, nel quale ravvisa la percezione archetipale di una scrittura capace di rimuovere le incrostazioni della "modernità". Ad essa si deve la riscrittura della sua storia, nella quale si ha l'abbandono del consueto percorso figurazione-astrazione per uno che, puntando al futuro, coglie nel segno primigenio il concetto di continua e progressiva innovazione.
Al suono introverso di Bocci si affianca quello di Pietro Archis, tanto solitario quanto istintivo. E' l'artista il cui rapporto sentimentale con la natura emana da ogni pennellata e le cui tonalità cromatiche lo individuano come compagno della luce soffusa, quasi serotino, priva di violenza o di contrasti che possono destare irruenza o disturbare la quiete. Un personaggio apparentemente schivo, la cui sensibilità, però, lascia sbigottiti i curiosi o quanti vorrebbero svelare la ragione d'ogni dato nascosto, d'ogni turbamento o entusiasmo dell'animo umano: niente di più impensabile portare alla luce l'inamovibile senso dell'attesa. Archis, nonostante la maestosità della sua pittura, è impenetrabile come un bosco al dissolversi del sole, e quando crediamo di aver trovato il giusto sentiero, eccoci davanti al burrone o ad un itinerario dagli sbocchi impossibili.
Quando ciò accade, è meglio fermarsi, attendere che il giorno torni a rischiarare la via: è l'unico modo per entrare nel mondo dell'artista.
La pittura di Ferruccio Ramadori allaccia l'istanza religiosa della vita; ridefinisce nelle forme il messaggio. La comunicazione, che elabora per mezzo di materiali e codici diversi, persegue motivazioni che inducono spesso ad un'immediata acquisizione. Ma è nell'ordine delle armonie. L'artista mutua dalla natura non solo l'architettura ma anche l'orchestrazione dei colori: i suoi accostamenti, che vanno dal caldo al freddo, dal graduale ed armonico sviluppo ai contrasti tra i complementari e i primari, nascono proprio da una rilevazione tempestosa della realtà e da una stretta integrazione concettuale. Lo spazio di ramadori non è quello euclideo ma mentale, mistico. Le forme che vi albergano possono anche uniformarsi a strutture geometriche o fisiche, ma ciò che predomina sono le forme originate dal pensiero. se non fosse per la difficoltà di traslazione suono-colore, si potrebbe dire che nell'opera sono riprodotti i silenzi e i rumori che l'artista ha raccolto nel corso della sua peregrinazione, che l'estrosità dei movimenti cadenza la metrica dello spartito musicale.
Eugenio Gianni' (estratto dal testo “Armonie”, settembre 2005)
Inaugurazione: venerdì 8 ottobre alle ore 19.30. Intervento musicale di Carlo gallicchio e il turismo
Conestabo Artgallery
via della Fonderia, 5 - Trieste
orario: dal martedì al venerdì dalle ore 17.00 alle 19.30