Rotte: sculture di Giovanni Bianchini. Storia di un povero cristo: installazione video di Andrea Minoglio. Harmonia mundi: installazione audio di Gianpaolo Pedroni. Gli artisti indagano l'immagine di colui che per necessita' fugge dalla sua terra verso uno stato ricco. "Apertura come paradigma comunicativo con lo straniero, per uno scambio omeostatico tra l'altro e noi stessi". (Dal catalogo della mostra, a cura di Mauro Zanchi)
Sculture di GIOVANNI BIANCHINI: ROTTE; installazione video di ANDREA MINOGLIO: STORIA DI UN POVERO CRISTO; installazione audio di GIOVANNI PEDRONI: HARMONIA MUNDI
Nei sistemi non totalitari
una frontiera non è una barriera: è un ostacolo
simbolico, un invito a passare nell’altro campo.
Marc Augé
La linea di frontiera tra un luogo e un altro è solo una convenzione. Forse è una proiezione immaginativa pure il confine tra l’identità e l’alterità. Nella duplice dicotomia “individuale/collettivo” e “medesimo/altro” - oltre ogni rivendicazione dell’alterità prodotta dal nazionalismo, dal regionalismo o da ogni fondamentalismo - potrebbe essere interessante innescare un ritorno a se stessi attraverso l’esperienza dell’altro.
Il tentativo della mostra “Open.Aperture” è legato alla comprensione di chi viene definito “non-persona” della globalizzazione: migranti, nomadi, profughi, ovvero coloro che minaccerebbero la convivenza del ricco Occidente, tollerati come ospiti lavoratori, prossimi all’espulsione. La questione è sottilmente complessa. Gli artisti qui indagano l’immagine di colui che per necessità fugge dalla sua terra per cercare una via salvifica in uno stato ricco. Chi fugge dalla propria terra desolata si affida all’illusione che viene mostrata dalle televisioni dei Paesi occidentali, passa dalla previsione di trovare un futuro migliore, all’azzardo, per approdare alla consapevolezza che la realtà poi è molto diversa.
Una mostra quindi sull’apertura e sulla comprensione, per cercare di andare oltre il modello filosofico occidentale della complementarietà, che la storia ha rilevato come inadeguato per l’incontro tra le culture. Apertura come paradigma comunicativo con lo straniero, per uno scambio omeostatico tra l’altro e noi stessi. Uno sforzo per un’effettiva comprensione dello straniero che potremmo diventare. (Dal catalogo della mostra, a cura di Mauro Zanchi)
Il progetto artistico, “site-specific”, è suddiviso in tre interventi, tutti in parte ispirati anche al contesto in cui sono situati.
Un’installazione di Giovanni Bianchini. Dal titolo “Rotte“, è formata da tre grandi scatole aperte ricoperte da innumerevoli frammenti di quotidiani stranieri (cinesi, tailandesi, giapponesi, serbi, cirillici, arabi…) incollati uno accanto all’altro, per creare raccordi di casualità e nuove relazioni di senso. Vuole rappresentare un omaggio all’apertura, all’inizio e alla disponibilità.
Una videoinstallazione di Andrea Minoglio. Dal titolo “La vera storia di un povero cristo”, racconta la “vicenda esemplare” di un immigrato - arrivato in Italia su un barcone di disperati e finito a raccogliere pomodori - attraverso 4 + 1 “video-quadri”. È un atto di denuncia della nuove forme di schiavitù e, dal punto di vista formale, un tentativo di trasformare qualcosa di strutturalmente diacronico, come il video, in una narrazione simultanea: un po’ come avviene in certi quadri, dove avvenimenti svoltisi in diversi momenti temporali coesistono in un unico spazio. Quattro degli attori che prendono parte al video, tra cui il protagonista, sono rifugiati politici e hanno vissuto realmente sulla loro pelle alcune delle vicende che il video stesso cerca di rappresentare: l’attraversamento del deserto, il viaggio su un barcone della speranza, la morte di un loro amico durante il viaggio, l’arrivo stremati, il lavoro nei campi in condizioni di schiavitù.
Un’audioinstallazione di Gianpaolo Pedroni. Omaggio contemporaneo al concetto di “Harmonia Mundi“, è un percorso sonoro che vuole sottolineare l’aspetto spazio-temporale e umano del luogo e delle installazioni in esso contenute. I suoni - che hanno una provenienza naturale, dagli oggetti e dal lavoro umano, come nella migliore tradizione della musica concreta - si stagliano nello spazio per colmare il silenzio interiore, rapportandosi al concetto dell’apertura all’altro da sé.
L'iniziativa partecxipa a the blank, il nuovo network dell’arte a Bergamo. Ventiquattro tra musei, gallerie, istituzioni pubbliche e private della città insieme per mettere in rete esperienze, informazioni, idee e promuovere l’arte moderna e contemporanea a Bergamo.
In concomitanza alla Sesta Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, sabato 9 ottobre inaugurazioni, performance, incontri con gli artisti e aperture prolungate degli spazi espositivi fino le ore 22.00. Programma completo: http://www.theblank.it
Inaugurazione sabato 9 ottobre, ore 17
Basilica di Santa Maria Maggiore
via Piazza Vecchia, 6 - 24129 Bergamo