Chiedo perdono ai Finzi - Contini. La personale dell'artista presenta alcuni dipinti composti come puzzle di colori, tra immagini inventate e immagini vere, tra finzione fantastica e realta'.
Piersandro Coelli è nato ad Arona nel 1947 e, in una sua lettera, si presenta così:
“…non bisogna pensare prima di fare un quadro, si pensa mentre lo si fa. E così questa cosa che ho dipinto è venuta da sola, come devono nascere tutti i quadri. Venuta bene, venuta male? Non lo so. È fatta da me. E, qualcuno, questo "me" lo apprezza, almeno spero, come le Gallerie con cui ho rapporti continuativi: Schubert a Milano, soprattutto, e poi lo Studio Virando di Torino, Artetadino6 a Milano e Artestudio sempre nella mia città. Ma dalla mia città mi sono allontanato con una cinquantina di personali negli ultimi dieci anni: chilometri verso Chicago, Barcellona, Londra, Roma, Genova... No, mi fermo: sto scivolando nella vanagloria di un curriculum. Mi sto costruendo un piedistallo. E ne ho vista di gente che dai piedestalli è caduta. Quindi, per non sbucciarmi le ginocchia, io me ne sto a dipingere nel mio studio a pianterreno. E se a qualcuno i miei quadri piacciono, non voglio sia perché prendo l'ascensore per il sesto o ventiduesimo piano. Lì, magari qualche volta, mi ci hanno messo i critici, citandomi in qualche rubrica”.
I critici, a loro volta, lo presentano così:
Per Coelli la pittura è sogno, memorie anche di cose che non ha visto né conosciuto, solitudine con se stesso, e la possibilità di parlare il suo linguaggio, usando un alfabeto che è fatto di forme e colori.
Fernanda Pivano
Le immagini di Coelli sono composte come un puzzle di colori: frammenti bidimensionali contornati da righe nere, affastellati con un ritmo da discomusic.
Francesca Bonazzoli
Coelli è un irriverente pittore serio le cui opere invadono lo spazio sia con totale noncuranza nei confronti di confini e tele, sia con ironia e voglia di giocare con i nonsense.
Silvia Dell'Orso
Coelli se la deve vedere solo con se stesso quando perde, e ci fa perdere, la testa per le sue fantastiche femmine discinte disegnate alla maniera di un fumetto: pupe da sballo, senza chiaro scuro, soltanto un contorno netto (e crudele).
Melisa Garzanio
Nelle opere di Coelli si produce un effetto straniante tra immagini inventate e immagini vere, tra finzione fantastica e realtà, ma tutto all'interno dell'universo della rappresentazione virtuale, in un iconico gioco di rispecchiamenti linguistici.
Francesco Poli
Ai ferraresi, dunque, è dato di conoscerlo attraverso questa mostra, dal titolo sottilmente beffardo:
“… chiedo perdono ai Finzi – Contini…”
Uff. stampa:
Centro Multiservizi Febo
via U. Bassi 20/a, Ferrara
Tel/Fax 0532764510/Cell.3489326635
info@multiservizi-febo.it
Inaugurazione: venerdi 15 ottobre ore 18.30
Galleria d'Arte Marchesi
via Vignatagliata, 41 - Ferrara
Orari: tutti i giorni 10.30-14.30 e 18.30-22, chiuso il giovedì.
Visite fuori orario su prenotazione
ingresso libero