La conversione. L'opera fotografica dell'artista - quella storica e quella di oggi - e' il tema della mostra, che si sviluppa attraverso un'ampia selezione di lavori. Una fotografia capace di elaborare nel profondo alcune tematiche nodali del pensiero contemporaneo, a partire dall'intimita' dei suoi stessi soggetti. L'idea e' quella di far emerge la poetica di Jori, autore per il quale la fotografia ha sempre dialogato con la pittura, la scrittura, la musica, il fumetto e il design.
La Galleria De' Foscherari presenta la mostra Marcello Jori - La Conversione, a cura di Elena Re.
L'opera fotografica di Marcello Jori - quella storica e quella di oggi - è il tema della mostra, che si sviluppa attraverso un'ampia selezione di lavori. Lo spazio stesso della Galleria diventa così teatro della "novità" di Jori, occasione per presentare al pubblico una fotografia capace di elaborare nel profondo alcune tematiche nodali del pensiero contemporaneo, giusto a partire dall'intimità dei suoi stessi soggetti.
Presentando lavori storici a fianco degli ultimi lavori realizzati dall'artista, l'idea curatoriale di questa importante personale è quella di far emerge nel suo complesso la poetica di Marcello Jori, autore per il quale la fotografia ha sempre felicemente dialogato con la pittura, la scrittura, la musica, il fumetto e il design, addentrandosi nei territori dell'arte totale. L'opera fotografica di Marcello Jori solo così può dunque esprimere il suo vero valore, e lo fa attraverso due momenti distinti. Il primo, nel cuore degli anni '70, nel clima tardo concettuale della ‘ripetizione differente', dove Jori sperimenta l'intimo legame tra spirito e natura, tra arte e vita ("Prima della neve" dopo la neve, 1976 oppure Scoperta e conquista dell'"Insula Dulcamara", 1976). Con l'uso della fotografia, Jori fa corrispondere la propria dimensione esistenziale con quella degli artisti da lui più amati - primo fra tutti Paul Klee - innescando una intensa e vitale narrazione. (Contaminazione: Jori-Klee, 1974 oppure Io ero lui, 1974). Il secondo momento, attualissimo, è quello in cui Jori torna alla fotografia dopo essere passato nel vortice della pittura, perseguendo un'idea di profonda rigenerazione. La propria identità di artista è ora al centro della scena (Monocromo, 2009). Ma anche l'anima di un amico - Lucio Fontana - adesso è lì, tangibile, attraverso la presenza fisica della sua stessa opera (La guarigione, 2010 oppure Direzione Fontana, 2010). E la fotografia, mai come ora, diventa tramite per dare corpo al pensiero, per realizzare l'idea romantica dell'unità tra spirito e natura. Per ritrovare l'assoluto (Orizzonte Fontana, 2008 oppure La Conversione, 2010).
«Non sono mai stato un fotografo quando ho utilizzato la fotografia. Negli anni '70 si fotografavano soprattutto pensieri e lo scatto serviva a condurre altrove, rispetto alle immagini rappresentate. Si trattava di testimonianze di azioni, dichiarazioni di intenti. Si faceva del non professionismo e dell'ignoranza del mezzo, un grande valore. Si indagava la musica senza essere musicisti, si trattava la scrittura come pittura parlante, si usava la critica d'arte per fare arte. Quando sono arrivato io, si preferiva guardare, piuttosto che il mondo, la sua rappresentazione. L'intelligenza e il progetto prendevano il sopravvento sull'involucro». Marcello Jori, 2007.
Mercoledì 20 ottobre 2010, in occasione dell'inaugurazione della mostra, in Galleria verrà presentato il libro Marcello Jori - La Conversione, a cura di Elena Re (ed. Gli Ori): il quarto volume dalla collana Progettosettanta - Arte e fotografia dalla ricerca anni '70 in Italia.
Con questa pubblicazione che approfondisce il lavoro fotografico di Marcello Jori, l'autrice intende aprire una riflessione sull'opera di Jori come artista a tutto tondo, sottolineando l'importanza culturale e la singolarità di tutto il suo contributo. Completano il testo una serie di testimonianze, in forma di intervista, a figure autorevoli, in vario modo partecipi del percorso dell'artista: Danilo Eccher, Giorgio Marconi, Attilio Rappa, Hermann Nitsch.
Marcello Jori nasce a Merano nel 1951. Arriva a Bologna agli inizi degli anni '70 e, contrario a una preparazione di tipo accademico, sceglie di concludere gli studi classici alla facoltà di Storia dell'arte, dove incontra Renato Barilli che nel 1977 sarà il curatore della sua prima mostra fotografica alla Galleria De' Foscherari di Bologna. Da subito inizia il suo lavoro chirurgico sul corpo e l'anima dell'artista, sulla sua opera. L'artista scomparso e l'artista vivente. Pratica che non abbandonerà mai e che lo condurrà a servirsi della fotografia, della pittura e della scrittura come di materia ugualmente necessaria alla costruzione di un mondo così complesso come quello che oggi lo rappresenta. Fra i protagonisti della scena artistica italiana, partecipa a due Biennali di Venezia, alla Biennale di Parigi, a due Quadriennali di Roma. Tiene mostre in gallerie e musei nazionali e internazionali, tra cui: Galleria d'Arte Moderna Roma, Studio Morra e Galleria Trisorio Napoli, Studio Marconi Milano, De' Foscherari Bologna, Corraini Mantova, Hayward Gallery Londra, Kunstverein Francoforte, Holly Solomon New York, Galleria Civica d'Arte Contemporanea Trento, Castel Sant'Elmo Napoli, Galleria d'Arte Moderna Bologna. Fin dall'inizio della sua attività, persegue un progetto di arte totale che oggi lo porta a rivestire una posizione di grande attualità nella definizione dell'eclettismo contemporaneo. Negli anni '80 è tra i fondatori del Nuovo Fumetto Italiano. Pubblica in Italia per Linus, Alter e Frigidaire, in Francia per Albin Michel su L'Echo des Savanes. Collabora anche con le riviste Vogue e Vanity. Dal 1992 al 1998 disegna in esclusiva per la casa editrice giapponese Kodansha. Nel 1996 pubblica il libro La Città Meravigliosa degli artisti straordinari con testi di Stefano Benni e Alessandro Mendini, accompagnato da una mostra al Palazzo comunale di Siena, dove ha inizio la costruzione concettuale e pittorica di una città destinata a ospitare e celebrare abitanti speciali: gli artisti originali destinati all'immortalità. Artisti ritratti dal vero e circondati di edifici a misura dei loro corpi. Negli anni Duemila, pubblica Nonna Picassa, un romanzo per Mondadori e compie utili perlustrazioni in nuovi ambiti della creatività che gli servono a comprendere altri livelli di comunicazione artistica come ad esempio quelli della musica di massa: il Rock. L'esperienza lo porta a realizzare per Vasco Rossi la scenografia di Rock sotto l'assedio, concerto tenutosi allo stadio San Siro di Milano.Una città dipinta di 20 metri per 70. Nel 2000 tiene una personale al Museo d'Arte Moderna di Bologna a cura di Danilo Eccher, nella quale viene riproposta l'opera fotografica degli anni '70. A Milano nel 2003, alla galleria Emi Fontana, presenta per la prima volta le Predicazioni, libri opera scritti e illustrati a mano dall'artista in copia unica. Per riportare in vita artisti leggendari, inventa un nuovo modo di raccontare in forma di ‘predicazione'. Un testo accompagnato da illustrazioni, pensato per essere letto ad alta voce. Sarà Jori stesso a farlo, al MAMbo di Bologna e al Macro di Roma. Nel 2007, il fumetto che l'artista aveva abbandonato si ripresenta in nuove forme nella collaborazione con l'azienda Alessi, che ha inizio con la serie intitolata Figure. Così come la pittura trova nuova espressione nella collaborazione con l'azienda Moroso. Nel 2010 viene presentato al Salone del mobile di Milano il suo primo lavoro per Moroso: Alì Babà, il tavolo del tesoro.
Inaugurazione 20 ottobre ore 18.30
Galleria De' Foscherari
via Castiglione, 2b Bologna
da Lunedì a Sabato 10-12.30 e 15.30-19.30
Domenica su appuntamento.