Il Centro Culturale La Firma sottolinea l'impegno ad essere punto di incrocio culturale, luogo di confronto e di scoperta nella promozione della ricerca artistica. Opere di Amaranta De Francisci, Titou Vergier, Puccio Pucci.
Il Centro Culturale La Firma vuole Sottolinea l’impegno ad essere punto di incrocio culturale, luogo di confronto e di scoperta nella promozione della ricerca artistica indipedente libera dai condizionamenti delle leggi del mercato. Presenta i seguenti tre artisti:
AMARANTA DE FRANCISCI
Lo spazio di Amaranta De Francisci, da anni presente nel panorama artistico italiano e internazionale, è quello del colore.
Ma non si tratta di un arcobaleno rassicurante che annuncia la fine della pioggia. E' il colore della poesia, di un momento fermo nel tempo che acceca e che illumina, della delicatezza e del mistero delle favole.
Sia nei suoi lavori figurativi, dove racconta di posti e città e scorci di un ricordo, che in quelli astratti dove ci si imbatte quasi in un suono, in un ritmo, è il colore a dominare a partire dal giallo. Il giallo dei girasoli di Van Gogh, verrebbe da dire, fosse anche perché è carico di una simile dolce passione. Anche se non di solo giallo Amaranta vive. In un ogni favola, in ogni poesia, in ogni ricordo c'è il lato d'ombra.
Isabella Di lavello ottobre 2010
PUCCIO PUCCI
L’artista ispeziona le sponde solitarie dell’Arno per recuperare ogni tipo di materiale trasportato dal fiume; miseri avanzi decomposti di oggetti destinati alla totale distruzione sono così trasformati in soggetto artistico e dotati dell’alone magico proprio di ogni opera d'arte.
Pucci è architetto, scultore e pittore; le differenti competenze di questo artista si integrano in una interdisciplinarietà che gli serve per creare le sue opere. Si afferma nel 1996 con esposizioni in Italia, a Mantova e a Firenze e, già dal 1998, all’estero: un padiglione all’Expò di Lisbona, poi anche Parigi, Beirut, Hong Kong, Nürnberg, Barcellona, Madrid, Miami, Berlino, San Francisco e Nairobi. Continuando a divulgare la sua arte in varie città italiane, riscuote ovunque ampi successi di critica e di pubblico. Nel 2007 interviene al restyling degli uffici UMS (United Medical Software) di San Casciano (Fi), dove ogni singolo elemento ideato diviene parte dell’architettura preesistente e realizza, in un progetto globale, la rinascita del luogo.
Figlio ideale di quel filone d’arte povera scaturito in Italia per opera di Burri, Pucci investe la sua inesauribile curiosità a ispezionare le sponde solitarie dell’Arno per recuperare ogni tipo di materiale trasportato dal fiume: pezzi arrugginiti e informi di lamiera, tavole di legno macerate ed erose, congegni meccanici, bulloni, utensili vari. Miseri avanzi decomposti di oggetti destinati alla totale distruzione sono così trasformati in soggetto artistico, sottratti all’annientamento e dotati dell’alone magico proprio di ogni opera d’arte.
«Il suo campo di ricerca è il territorio dove sono presenti le forme della natura e i manufatti dell’uomo che però sono stati usati e abbandonati:non interessano più e si lasciano. Diventano “cose”. Cose interessanti per qualità insospettate, per colori, dove la vista e il tatto percepiscono i segni del degrado sulla loro superficie, segni che ne generano altri, cose che suscitano piccole o grandi emozioni, che la mente riorganizza e le mani riassemblano mediante pinze, martelli, chiodi, saldature, pennelli. Cose recuperate dalla quotidianità della loro funzione abituale ne assumono altre» (John F. Reed).
TITOU VERGIER
Il y a du volume dans le cœur de Titou,
il y a des courbes et des rondeurs, des abris utérins,
des ventres, des mamelles,
des croupes impertinentes.
Il y a quelque chose de l’enfance, dans les dondons, dans le prénom,
quelque chose qui nous parle, qui rassure comme un bain chaud,
tout un halo de générosité.
N’y cherchez pas les sirènes de la mode, les sinuosités de l’ombre, la distance de la fierté, l’arrogance du sophistiqué,
ses dondons s’exposent, transparentes, grosses et libres, légères et les bras grands ouverts, émancipées.
Comme elles, intuitivement, sans bruit ni paillettes, avec une ténacité solide et créative,
avec tempérament,
Titou découpe, déchire, colle et façonne son rapport franc et direct à la vie,
dans un appétit joyeux pour les nanas du quotidien, les saltimbanques du cirque, les divas de l’arène, elle observe, invente, surfe sur l’équilibre des matières
et file son chemin rebondissant de dondon, entre papier, fil de fer et carton.
Ainsi, dans le tricotage de cette amplitude insouciante, Titou nous offre-t-elle un univers en apesanteur, car ce qu’elle donne à voir, c’est l’espace du dedans.
C.Dessis
Inaugurazione 24 ottobre
Galleria Civica G. Craffonara
Giardini di Porta Orientale - Riva del Garda (TN)