Poesia delle emozioni. La linea curva dei suoi dipinti, in un continuo confronto con il colore acrilico, rivela un singolare connubio di fantasia narrativa e spirito surreale che evoca un riferimento organico: la cellula.
La pittrice Lucia Abbasciano, è nata a Oppido Lucano (PZ), vive e lavora a Milano dal 1980.
Ha insegnato Educazione Artistica nella Scuola Media Statale prima in Basilicata, poi a Milano.
Attualmente è impegnata per l’insegnamento di Disegno in Corsi per adulti a Milano.
Ha un ricco curriculum di esposizioni collettive e personali, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Ha frequentato l’Accademia serale del Nudo a Brera, laboratori di Munari
e corsi specifici di Arte.
E’ inserita nell’enciclopedia dei PITTORI e SCULTORI del NOVECENTO:”IL QUADRATO”
Nel 2000e nel 2001.
Il fondamento dell’arte astratta è sempre e comunque la natura. Anche la famosa “greca”, la decorazione a nastro della Grecia arcaica, riflette ,o meglio riordina, se non le onde del mare.
La pittura di Lucia Abbasciano non può essere imprigliata in una forma “ non posso stare nella gabbia di una forma”con queste parole l’artista mi presenta i suoi lavori che sfilano sulle pareti della casa studio in una sequenza coerente, senza intervalli, di paesaggi mentali che vibrano di colori dalle tonalità piene, là dove il tratto lo richiede o liquide fino alla trasparenza, là dove il gesto sfuma nel brano successivo del racconto.
La linea curva dei suoi dipinti, in un continuo confronto con il colore acrilico, rivela un singolare connubio di fantasia narrativa e spirito surreale che evoca un riferimento”organico” in senso lato: la cellula, l’origine della vita, ma anche moto dell’anima, la tastiera infinita e inafferrabile delle emozioni.
La sua ampia produzione e i lavori che qui mostra in particolare, si sono sempre nutriti delle suggestioni dei Maestri del Novecento; l’artista ha guardato soprattutto all’astrattismo di Kandinskij e al dinamismo dei futuristi, non come valore fine a se stesso, ma come presa di coscienza che tutto può emergere dalle proprie emozioni.
(Cristina Rossi)
La poesia è fatta di segni della vita, di suoni e immagini “fioriti dalla parola”, come ricorda Ungaretti.
La pittura è anch’essa fatta di segni della vita. Tuttavia, a differenza della poesia, essa vive non di parole, ma di colori e immagini, di visioni geometriche.
“Poesia delle emozioni”, la mostra che espone al pubblico i più recenti dipinti di Lucia Abbasciano, coniuga poesia e pittura in un originale crogiolo.
Ciascuna delle sue tele ha, infatti, nessuna esclusa, un titolo di poesia. E sono tutti titoli ricavati dai versi di Rabindranath Tagore.
La circostanza e la scelta non devono sorprendere. Lucia Abbasciano crea i propri dipinti di getto, quasi con impeto (l’impiego dell’acrilico lo dimostra ampiamente).
Ella dona, in maniera immediata e istintiva, originali forme e insiemi di colori a emozioni, ricordi, suggestioni dell’anima, dipingendo contemporaneamente su molte tele.
Ella non avvia le sue creazioni partendo da temi definiti o circoscritti. Le immagini, cui di getto dà vita, hanno origine nelle sedimentazioni dell’anima, nei ricordi, nelle esperienze, ma anche nei propri sogni dimenticati.
Le ricorrenti linee curve dei suoi dipinti sono la memoria delle dolci colline della sua terra lucana; i colori sono reminiscenze mediterranee; l’oro, a suggello dei quadri, è la sua adesione piena alla spiritualità pittorica del Trecento.
L’intitolazione dei quadri della mostra è venuta dopo la loro creazione. Ed è stato assai naturale, per la Abbasciano, dare un nome alle sue creature ricavandolo dai versi del poeta orientale.
La sua pittura, infatti, come la poesia di Tagore, contiene cieli fatti di “insonne azzurro”, una luce che “si rifrange in oro” spargendo “gemme in profusione”, mutazioni di “forme e pieghe innumerevoli di cangianti colori”, un canto triste “in lacrime di molti colori e sorrisi e timori e speranze”, sogni che “si formano e s’infrangono”, figure innumerevoli dipinte “col pennello della notte e del giorno”, “meravigliosi misteri di curve da cui la linea retta è bandita”, il tuffo “nell’oceano delle forme”, la vita immersa “nella dolce carezza della totalità dell’universo”.
Come la poesia di Tagore, la pittura di Abbasciano è anch’essa intrisa di spiritualità panteistico-mistica, di una continua e incessante ricerca di “fusione con l’Essere”.
(Vincenzo Cutolo)
Inaugurazione sabato 23 ottobre ore 17,30
Spazio Rocco Scotellaro
via Cesarea 49 – Vigevano (Pv)
orari: mart-sab 17,00/19,00 dom 10,00/12,00 – 17,00/19,00
Ingresso libero