Desire: a life sentence. La mostra personale della giovane artista raccoglie desideri individuali e intime ossessioni attraverso l'uso del collage, rielaborato attraverso le tecnologie digitali. Tema centrale della sua ricerca e' il corpo, interpretato in diverse forme e modalita'.
La stagione autunnale della Galleria Barbara Frigerio Contemporary Art prosegue, Giovedì 28 Ottobre, con l’opening dell’esposizione dedicata a Claudia Scarsella, giovane artista la cui ricerca, già riconosciuta in alcune collettive europee, da Barcellona a Berlino, debutta ora con la sua prima personale.
Classe 1979, con una formazione internazionale di tutto rispetto nel campo del fashion design – è ammessa e si laurea al prestigioso Central Saint Martins College di Londra, vince una serie di importanti concorsi promossi da L’Oreal e dal Victoria and Albert Museum con un abito-scultura – Claudia Scarsella completa la sua formazione con una seconda laurea in Architettura al Politecnico di Milano, proseguendo intanto l’aggiornamento nel campo della moda con collaborazioni freelance di alto livello.
Tema centrale della sua ricerca, fin da queste esperienze, è quello del corpo, motivo ricorrente interpretato in diverse forme e modalità: dal lavoro pluri-premiato dedicato alla Marchesa Luisa Casati, alle art performance con Maurizio Galimberti, instant artist noto a livello internazionale, dove lei stessa diventa protagonista e musa di enormi mosaici di polaroid, sperimentando in prima persona il tema del travestimento, della maschera come immagine e trascrizione di sogni, incubi e ossessioni.
Sono anche queste esperienze a definire la sua complessa ricerca estetica che si esprime, in arte, con una libera rivisitazione del collage, rielaborato attraverso le tecnologie digitali. È a questa tecnica, memore delle avanguardie dada-surrealista e delle pratiche del cadavre-exquis agite dal Novecento fino ad oggi, che l’artista riserva il potere e il diritto di comporre e scomporre, accorpare e frammentare l’intrigante repertorio di immagini che lei stessa raccoglie e seleziona, con una operazione di prelievo da supporti e fonti disparate: innumerevoli fotografie scattate dall’artista nei musei dell’eros di tutto il mondo, sex toys e cianfrusaglie “preziose” scovati in mercatini delle pulci, piccole botteghe, cassetti della nonna e della memoria, immagini tratte da tessuti e manifesti, cartoline, cataloghi e romanzi illustrati, riviste e stampe d’ogni tipo …il tutto selezionato, rimodellato e composto, attraverso il collage digitale, in pattern visivi di grande impatto ornamentale che giocano con l’impulso voyeuristico dello spettatore, complici anche l’utilizzo del bianco/nero e il calibrato dimensionamento delle immagini. Come allude il titolo della mostra da Barbara Frigerio Contemporary Art, Desire: a life sentence è al complesso e affascinante mondo del desiderio che l’artista guarda e si rivolge, proponendo al pubblico una selezione di opere rivolte agli oscuri oggetti ed agli infiniti orizzonti del desiderio, letto ora quale energia vitale che costantemente ci muove e stimola alla vita in tutte le sue forme ed espressioni, ora quale “condanna” dell’umanità ad un’eterna ricerca di ciò che ancora non ha, e forse neppure può sapere: la malìa del nuovo, del diverso, dell’oltre, dell’altro da sé.
Così suggerisce l’etimologia del nome: desiderio significa infatti osservare le stelle (sidera) con attenzione, alludendo alla tensione che l’uomo sente nei confronti dell’indeterminato, di ciò che esula dal nostro quotidiano. Ma le stelle servono anche all’orientamento, ci indicano la rotta, la via da seguire, e in un piano più ampio…i segni del destino. Inseguiamo e al contempo perdiamo l’orientamento, smarrendoci nei nostri stessi desideri, rimpiangiamo e aspettiamo con nostalgia il ritorno delle stelle che ci illuminino il tragitto.
È a questa costante alternanza tra desiderare e attendere, immaginare e rimpiangere, che l’artista si rivolge, selezionando un’intensa raccolta di desideri individuali, di intime ossessioni: ecco allora il desiderio del cibo, vissuto tra rabbia e fame, anger e hunger, come con ironia suggerisce il titolo dell’opera; altrove s’impone il desiderio di contenere le cose, debordanti e stravaganti abitanti dello spazio intimo della casa e di quello misterioso della memoria; il desiderio della salute si esprime con dure immagini, dove sul tavolo anatomico di surrealista memoria incontriamo occhi spalancati e tracce di corpi ridotti a epidermide o a struttura arborea. Un mondo metamorfico e irriverente, delicato e provocatorio, raccontato in un delirio compositivo che contempla repertori vegetali, icone mitologiche e simbologie antiche, pezzi di corpi diversamente agghindati e denudati, à la page o demodé: puttini e puttane, satiri e sapienti, giarrettiere e sacri ornamenti, ascetici ex voto e debordanti peccati.
In esclusiva per Barbara Frigerio, l’artista dà allora spazio – e sfogo – ai propri desideri, guardati con l’animo inquieto delle generazioni attuali, e al contempo carezzati con l’occhio attento di chi sa muoversi con abilità nel panorama iconografico che dà forma ai nostri sogni e alle nostre ossessioni.
Ilaria Bignotti
Immagine: Desiderio di sentirmi sana, collage, 76 x 61
Inaugurazione giovedì 28 ottobre alle ore 18
Barbara Frigerio Contemporary Art
Via Fatebenefratelli 13 - Milano
Orari: mar-sab 10-13 e 16-19.30