Spazio Gianni Testoni La 2000+45
Bologna
via d'Azeglio, 50
051 371272 FAX 051 4153252
WEB
Elisa Saggiomo
dal 28/10/2010 al 14/1/2011
mart-ven 16-20, sabato 10.30 -13 e 16-20

Segnalato da

Spazio Gianni Testoni La 2000+45




 
calendario eventi  :: 




28/10/2010

Elisa Saggiomo

Spazio Gianni Testoni La 2000+45, Bologna

Alta/tensione. I fili che trasportano elettricita' sono protagonisti delle opere, ''Attimi'' come li definisce l'artista, che scorrono rapidi, impercettibili, difficili da essere bloccati, sfuggenti come i sogni, ma altrettanto indelebili nella mente se portano al loro interno la magia dell'immaginazione.


comunicato stampa

a cura di Alberto Mattia Martini

La galleria SPAZIO TESTONI LA 2000+45 presenta la personale di ELISA SAGGIOMO “ALTA/TENSIONE” a cura di Alberto Mattia Martini, che verrà inaugurata venerdì 29 ottobre 2010 alle ore 18,30 negli spazi di Via D’Azeglio 50 a Bologna e resterà visibile fino al 15 gennaio 2011.
Il curatore della mostra, Alberto Mattia Martini, ci porta con sé in un viaggio alla scoperta dei suoi lavori, che definisce “Moto Perpetuo” e ci racconta come sono nate dagli stimoli e dalla curiosità dell’artista le opere, le installazioni e il video che formeranno l’esposizione:

“Potremmo iniziare affermando che la ricerca artistica di Elisa Saggiomo equivale ad un viaggio, non solo per il significato dei contenuti, ma indubbiamente perché è proprio dal viaggio che sono scaturite alcune delle opere. È dalla fine dei suoi lavori, “dall’ultima nata” della Saggiomo, che voglio partire per addentrarmi nel mondo dell’artista, un viaggio a ritroso per comprenderne ogni recondito significato.

Eccoci seduti in treno, durante un lungo viaggio che ci porta attraverso il nostro Bel Paese, più esattamente nella zona Appenninica che congiunge l’Emilia con la Toscana. Come si sa, i nostri treni, tranne pochi, non offrono i migliori confort e soprattutto sono spesso in ritardo sulla tabella di marcia. Il viaggio, le ore trascorse seduti, divengono allora momenti dove poter dedicarsi alle più svariate attività: dalla classica lettura di giornali o di libri, all’utilizzo del computer o del cellulare, trasformando così il nostro posto in un piccolo ufficio viaggiante dover poter ottimizzare ogni momento e non perdere tempo e “connessione” con la dimensione reale, che ci attenderà al nostro arrivo. Il tragitto può essere anche l’occasione per fare conoscenza con il nostro dirimpettaio, con il quale a volte si innescano animate discussioni sulla politica, sull’attualità del mondo e perfino sul senso della vita, oppure, perché no, può essere l’occasione per recuperare un po’ di forze ed abbandonarsi tra le braccia di Morfeo!

L’aspetto del tempo trascorso in treno, che personalmente mi appassiona maggiormente, è senza ombra di dubbio quella di viaggiare oltre che con il corpo anche con la mente: lasciarmi trasportare dal pensiero, unire in un’indissolubile esperienza eventi reali a sogni vissuti nella veglia. Fonte inesauribile di opportunità e di stimoli in questa direzione è il finestrino del treno, più esattamente quel mondo che possiamo osservare attraverso una sorta di schermo, che fa concorrenza alla televisione e come qualità al 3D.

Tra i vari paesaggi, elementi, luoghi e oggetti in cui è possibile imbattersi con lo sguardo, tra i più affascinanti sono a mio avviso i fili elettrici, retti da tralicci a volte imponenti e a volte esili come l’essenza del paesaggio dove sono radicati. Geometrie, intersezioni, fili corti, lunghi, che si innalzano per poi repentinamente abbassarsi e correre all’infinito alla ricerca di una meta che non arriverà mai.

I fili che trasportano elettricità sono protagonisti anche nelle opere di Elisa Saggiomo, Attimi come li definisce lei stessa, che scorrono rapidi, impercettibili, difficili da essere bloccati, sfuggenti come i sogni, ma altrettanto indelebili nella mente se portano al loro interno la magia dell’immaginazione. Il tempo, il pensiero di un attimo, visto e quindi vissuto per un istante, e poi svanito per sempre. Luoghi reali, ma al contempo anche astratti, surreali nelle loro sinfonie geometriche; armonie che trovano la loro linfa vitale veleggiando tra cieli, nubi e montagne.
L’attimo registrato dall’occhio, non svanisce perché viene fissato per sempre sulla tela, istanti ad Alta/Tensione, che ci catapultano in mondi lontani, tanto da non comprendere più se ci troviamo in Italia o immersi nella natura asiatica, avvolti nella nebbia durante un’escursione sul monte Fuji.

La via intrapresa dalla Saggiomo possiamo dire che inizia da dove finisce: dal video 6719 Attimi, ultimo nato in ordine di tempo e, secondo l’artista, l’elemento che chiude il cerchio di questa indagine sul viaggio e sul tempo. È tuttavia la fine che dà vita all’inizio, che dona il movimento perpetuo alla ricerca dell’artista toscana, un movimento che è insito dentro di lei, che è la storia della sua vita, trascorsa e intersecata come i suoi fili tra Firenze, Carrara, Napoli e attualmente immersa tra le montagne Tosco-Emiliane.

Passaggi, spostamenti tra differenti luoghi, che a volte si uniscono divenendo un’unica realtà e in altri casi rimangono distanti per l’eternità. Sono i ponti, entità che ci permettono di passare da un luogo all’altro, architetture sospese nel nulla che consentono il passaggio dalla terra al cielo, dallo stato umano a quello sovraumano, dal mondo sensibile al sovrasensibile. La base di partenza è una fotocopia di un ponte, accuratamente scelta tra tante fotografie direttamente scattate dall’artista; a questo punto la fotocopia viene posta sulla tela o sulla tavola, precedentemente preparata per essere infine il tutto dipinto con i colori ad olio. Siamo innanzi ad una scelta, una tradizione fra due stati interiori, fra due desideri in perenne conflitto, uno ci condanna e l’altro ci salva o perlomeno ci permette di continuare a sperare, a questo punto ci conviene tentare il tutto per tutto e arrischiare l’attraversata.

“Bisogna tornare a dipingere con gli occhi. Per vedere una cosa occorre vederle tutte. Il paesaggio si deve dipingere con gli occhi e non con i pregiudizi che stanno nella nostra testa. Magari con gli occhi chiusi, ma con gli occhi. Poi, […] puntando il dito in direzione di un’enorme tazza di porcellana isolante all’incrocio dei fili dell’alta tensione, disse: ‘sarebbe bello dipingere quel solo particolare. Ho tentato, ma per capirlo e trasformarlo in immagine occorre dipingere l’intera veduta che lo fa esistere così. Non è possibile dipingerlo direttamente senza tutte le sue infinite relazioni.’…”. Queste parole appartengono a Pablo Picasso e sono tratte da un’intervista rilasciata nel 1953 al critico Antonello Trombadori. Nascono anche da tali considerazioni gli stimoli e le curiosità che portano alla creazione delle serie Infinite relazioni e Isolatori: elementi intriganti per il ruolo che rivestono, una sorta di responsabilità sulla vita altrui, in modo che la corrente non divenga pericolo per l’uomo, pur simultaneamente dovendosi assicurare dell’emissione elettrica. In queste opere l’immagine viene impressionata direttamente su tavola, precedentemente preparata con il gesso, per mezzo di una macchina a stampa in piano, per essere infine dipinta ad olio.

Gli isolatori, custodi immobili senza tempo di un movimento perpetuo, sono protagonisti indispensabili ormai da molti anni nella vita dell’uomo, oltre a fornirci la luce, l’energia per la vita di ogni giorno, sembrano poter disporre della facoltà di condurci attraverso una rete mentale che collega i vari antri della psiche: è il punto da cui partire o è l’arrivo al quale ambire?”.

Elisa Saggiomo, giovane artista fiorentina e ormai bolognese di adozione, ha lavorato un intero anno alla preparazione di questa sua prima personale importante su invito della Direzione Artistica di Spazio Testoni dopo essere stata selezionata dalla stessa galleria insieme ad altri nove giovani artisti per la partecipazione al Premio d’Arte Contemporanea “Val di Sambro” nel settembre 2009, del quale è stata proclamata prima vincitrice dalla Giuria presieduta dalla Professoressa Vera Fortunati, Direttrice del Dipartimento Arti Visive del Dams di Bologna “per la capacità di elaborare la memoria dei luoghi tra tradizione ed innovazione, con una notevole efficacia cromatica”.

Inaugurazione venerdì 29 ottobre 2010 alle ore 18,30

Spazio Gianni Testoni La 2000+45
via d'Azeglio, 50 - Bologna
Orari di Apertura: dal martedì al venerdì dalle 16.00 alle 20.00 sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00
domenica e lunedì su appuntamento

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