Galleria Valiani
Pistoia
via Cavour, 55
0573 367795

Domenico Asmone
dal 29/10/2010 al 19/11/2010
feriali e festivi 16.30-19.30, chiuso martedi'
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Galleria Valiani




 
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29/10/2010

Domenico Asmone

Galleria Valiani, Pistoia

Rebus sic stantibus. Appunti cromatici 2010. Collage recenti che prevedono l'impiego di carte monocromatiche che, incollate vicine o sovrapposte, sostituiscono completamente il segno e il colore.


comunicato stampa

Appunti cromatici 2010. Collage

La ricerca continua.

E' con queste parole che mi piace iniziare questo intervento, ricollegandomi a un mio precedente contributo nel quale evidenziavo come l'esperienza artistica di Domenico Asmone, iniziata nel segno di un figurativo attento al particolare oggettivo, negli anni si sia evoluta verso un modo espressivo più immediato e soggettivo, e nello stesso momento individuavo nella ricerca della luce e del colore due dei caratteri fondamentali del suo modo di fare arte.

Immergersi nei quadri luce e colore di Domenico Asmone, infatti, è ritrovarsi in una realtà viva e palpabile nella quale il colore assume un’importanza fondamentale nel trasmettere emozioni e sentimenti. Ma i suoi cromatismi non sono casuali o dovuti a una intuizione improvvisa, ma sono il frutto e la logica conseguenza di un lavoro iniziato vari anni fa e proseguito con coerenza e attenzione ad assimilare ed evidenziare quegli aspetti emotivi ed estetici che nel corso della sua ricerca di volta in volta gli si sono presentati.

Sono i luminosi paesaggi, dipinti dal vero per catturare la luce e i colori, alla base di tutto. Ma è quel gusto del colore, della luce piena, della sintesi del colore inteso come elemento preponderante nella costruzione dell’opera, a stravolgere l’usuale visione della realtà, portando l’artista a fare del colore l’unica rappresentazione del mondo oggettivo che, man mano che si procede nel lavoro, diventa sempre più intima e soggettiva, fino a farsi solo rappresentazione delle sensazioni e delle emozioni più profonde e immediate.

La sua esperienza artistica, quindi, comincia con paesaggi dalle forme ben delineate e leggibili; ma a poco a poco il colore tende a prendere il sopravvento sulla forma: talvolta è un solo colore a dar vita a tutta la rappresentazione, più spesso però sono i vari colori a prendere consistenza e a farsi soggetto in quello che l’artista definisce “paesaggio cromatico”.

Da questa fase il passaggio a un cromatismo puro che apparentemente sembra negare ogni riferimento con la realtà oggettiva è facile, e non a caso il pittore comincia a intitolare i suoi quadri con la parola “cromatico” seguita dal colore di volta in volta interessato nella stesura dell’opera (”cromatico rosso, verde, blu, ecc.). Ma a ben guardare, anche in queste opere monocromatiche, i riferimenti con la realtà che le ha generate sono evidenti e sono rappresentati dal costante tentativo di recuperare una forma oggettiva o attraverso brevi variazioni di colore, o tracciandola con segni o incisioni, o scavandola nella consistenza del colore stesso.

Si arriva, così, alle opere presentate in questa mostra che vanno sotto il titolo di “Rebus sic stantibus” con il significativo sottotitolo di “Appunti cromatici 2010. Collage” che fanno seguito ai collage, alle tempere e agli oli dei “Cromatici – 2009”.

Questa volta si tratta, dunque, esclusivamente di collage. E qui bisogna subito precisare che Asmone ha iniziato a fare collage già alcuni anni fa, i primi, però, erano realizzati nella maniera più comune ritagliando pezzi di giornali, di foto, di illustrazioni per dare vita a un'immagine finita che risultava costruita da un insieme di elementi di provenienza e importanza diversa che concorrevano a dare completezza e significato all'opera; poi, e questi collage sono stati presentati nel 2009 nella mostra tenuta alla Galleria “La Pergola Arte” di Firenze, cominciano ad apparire e prendere sempre più importanza le carte monocromatiche che sono assemblate insieme ad altre riportanti segni, immagini e spesso parti di opere dell'artista stesso; infine si arriva a questi collage più recenti, che prevedono solamente l'impiego di carte monocromatiche che, incollate vicine o soprammesse, sostituiscono completamente il segno e il colore.

Quindi abbiamo un uso, se non nuovo, certo abbastanza raro della tecnica del collage: con la carta che, senza l'ausilio di alcun segno, scritta o immagine, viene a sostituire completamente la matita che traccia il segno, delimita gli spazi e costruisce le forme, e sostituisce anche il pennello che dà colore, spessore e luce all'immagine. La carta incollata sulla tela, quindi, non porta altri messaggi o immagini impresse, ma solo il suo colore e la forma voluta dall'artista, che costruisce la sua opera in maniera assolutamente autonoma e personale non introducendovi elementi estranei, ma realizzandola attraverso un sapiente lavoro di accostamenti e di sovrapposizioni che costruiscono le luci e le ombre, le forme e gli spessori.

Si può parlare, dunque, di un nuovo periodo nell'attività artistica di Domenico Asmone: un periodo che segue in maniera logica e consequenziale quegli precedenti; ed è proprio in questo senso che voglio leggere quel “Rebus sic stantibus”, quel “Così stando le cose”, che il pittore ha voluto mettere a titolo della sua mostra e che presuppone un attento esame della situazione e una piena presa di coscienza della stessa per poi trarne le conclusioni. E poiché le cose, le situazioni, gli intenti cambiano con il passare del tempo, a questi dovranno essere adeguati anche i provvedimenti e le soluzioni da prendere e, nel nostro caso, potrà e dovrà essere cambiato il modo di rappresentare una realtà e un pensiero sempre in continua evoluzione.

Questo è quello che da sempre ha fatto Domenico Asmone che, non accontentandosi dei risultati raggiunti e dei consensi del pubblico e della critica, cerca sempre nuove risposte e nuove soluzioni adeguate a esprimere la sua voglia di procedere alla scoperta e alla rappresentazione di un mondo esteriore che lui sente parte integrante del suo essere: un mondo che assimila ed elabora, per una certa parte forse anche inconsciamente, e che poi istintivamente riporta sulla tela.

Per questo nella tecnica del collage ha trovato certamente una soluzione che gli permette, usandola come lui ultimamente la usa, di ricostruire nel vero senso della parola, tagliando e incollando frammenti di carta colorata, quella realtà che filtrata dal suo pensiero e dalla sua sensibilità si presenta certo modificata, ma che ancora contiene ampliati quegli aspetti e quei particolari sui quali si era accentrata la sua attenzione e quelle sensazioni che questi avevano in lui procurato.

Su di un ultimo aspetto vorrei soffermarmi, ovvero sulla capacità di Domenico Asmone di saper realizzare opere sempre piacevoli e non è cosa da poco: opere nelle quali un colore è predominante sugli altri e questo è uno dei caratteri distintivi della sua arte; opere che talvolta sembrano variazioni sul tema alla ricerca di nuove e diverse interpretazioni di un unico soggetto; opere che subito attraggono l'attenzione trasmettendo sensazioni ed emozioni; opere sempre costruite con sapienza e pazienza e con l'evidente intento di una ricerca oltre che espressiva anche estetica; in definitiva opere che fanno di Domenico Asmone uno dei pittori più originali e interessanti del nostro panorama artistico.
Andrea Bolognesi

Inaugurazione 30 ottobre ore 18

Galleria Valiani
via Cavour, 55 Pistoia
Feriali e festivi dalle 16.30 alle 19.30, chiuso il martedì.
Ingresso libero

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