Personale di scultura. Contorti, doloranti, feriti, scarnificati, i personaggi delle sue sculture parlano, senza mezze misure, di tormenti, di solitudini, di prigionia esistenziale.
Antonio Franzetti
Il tormento della materia
Contorti, doloranti, feriti, scarnificati. I personaggi di Antonio Franzetti parlano, senza mezze misure, di tormenti, di solitudini, di prigionia esistenziale. L’artista ha lavorato per molti anni nel silenzio del suo studio di Gemonio, riascoltando idealmente i suoi grandi Maestri: la preziosità vitalistica di Marino Marini, la segreta carica umana di Giovanni Paganin e l’amicizia fraterna di Floriano Bodini.
L’essenza della religiosità, pur tanto diversificata, non risulta mai fine a se stessa nella caratterizzazione plastica molto particolare: lo scultore compone la fragilità umana dell’esistere nell’immanenza della fede, commisurata al destino dell’uomo in un equilibrio formale sempre coerente.
Oggi Franzetti si affaccia alla scena dell’arte contemporanea, dialogando, nel suo gesto fortemente vibrato nella materia, con i tumulti del nostro tempo, tra introspezione drammaticamente viva e sacralità dell’essere umano.
Dentro il Tempo storico e, insieme, fuori dalla dimensione temporale.
Una sorta di Prometeo che invita alla metafora, nella nudità corporea che cela un’inquietudine indifesa davanti alla vita.
Fabrizia Buzio Negri
Inaugurazione Sabato 30 ottobre 2010, ore 18
Galleria d'Arte Ottonovecento
viale De Angelis, 6a, Laveno Mombello (VA)
orario: martedì-venerdì 15,00 - 19,00 – sabato-domenica 10,30 – 12.30/15,00-19,00
ingresso libero