Cartiere Vannucci - Magazzini dell'arte
Milano
via Vannucci, 16
02 58431058 FAX 02 58440119
WEB
Gianfranco Ferroni
dal 3/11/2010 al 14/1/2011
mart-sab 10-13, 16-19

Segnalato da

Cartiere Vannucci




 
calendario eventi  :: 




3/11/2010

Gianfranco Ferroni

Cartiere Vannucci - Magazzini dell'arte, Milano

A tre anni di distanza dalla grande antologica di Milano e Bergamo, la mostra mette a fuoco un periodo preciso nella produzione dell'artista attraverso la selezione di una sessantina di pezzi, fra dipinti, disegni, acqueforti e litografie, realizzati negli anni Ottanta e Novanta del Novecento.


comunicato stampa

a cura di Arialdo Ceribelli In occasione dell’apertura del nuovo spazio espositivo dedicato all’arte moderna e contemporanea, le Cartiere Vannucci – Magazzini dell’arte, in via Atto Vannucci 16, presentano una mostra dedicata a un maestro assoluto della pittura italiana del secondo Novecento.

A tre anni di distanza dalla grande antologica allestita in contemporanea al Palazzo Reale di Milano e al Palazzo della Ragione di Bergamo, la mostra curata da Arialdo Ceribelli intende mettere a fuoco un periodo preciso nella produzione dell’artista livornese e milanese d’adozione, attraverso la selezione di una sessantina di pezzi, fra dipinti, disegni, acqueforti e litografie, realizzati prevalentemente negli anni Ottanta e Novanta del Novecento. Si tratta di una scelta mirata di opere che ripercorrono la fase creativa in cui l’artista, chiuso in una sorta di isolamento, nel suo studio di Milano, in via Bellezza, e poi in quello di Bergamo, concentrò il proprio interesse sul genere della natura morta come pretesto per uno studio sulle forme, lo spazio e la luce.

Roberto Tassi spiegò con queste parole l’intimità di tale ricerca: «Dal 1972 tutta la sua pittura, e di conseguenza anche l’incisione e il disegno, sono di un interno ridotto a una stanza, a volte ristretto al muro di una stanza. Si tratta quasi sempre del suo studio, dove gli oggetti di lavoro, i barattoli, qualche bottiglia, fanno natura morta; oppure di una stanza con un letto, o con un mobile. Oggetti e spazio: questi i temi della nuova pittura; con la presenza, ma molto rara, e solo per i primi anni del nuovo corso, dell’abitatore dello spazio, ombra, fantasma, o quasi oggetto egli stesso. È avvenuto un processo riduttivo; come se fosse rifiutata la ricchezza dell’immagine, l’invasione dell’esterno, l’entrata del mondo, la forza dei ricordi; e fosse accettata solo la semplicità, l’essenza, il senso “povero”, modesto e vero, dell’ambiente e degli oggetti, in contrapposizione reale, autentica, poetica, all’astrazione e alla retorica dell’arte minimale o “povera”».

A corredo della mostra di Gianfranco Ferroni, le Cartiere Vannucci - Magazzini dell’arte presentano una seconda mostra dedicata a Filippo Ambrosoli artista milanese scomparso prematuramente, autore di un nucleo significativo di incisioni e fotografie. Le opere esposte saranno messe in vendita per una raccolta di fondi destinata alla Sezione Provinciale di Milano della LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Biografia
Gianfranco Ferroni nasce a Livorno il 22 febbraio del 1927. Nel 1946 comincia a frequentare l’ambiente di Brera e del bar Giamaica. Nel 1949 si iscrive al Partito Comunista del quale straccerà, nel 1956, la tessera come gesto di protesta in seguito alla rivolta di Ungheria. Nel cuore di Milano, negli anni in cui a Brera s’incontrano, da un lato, Fontana e Manzoni, dall’altro gli ultimi naturalisti arcangeliani, Ferroni comincia a frequentare un gruppo di giovani allievi di Carpi, che tempo qualche anno saranno i portavoce del movimento del realismo esistenziale, come Banchieri, Ceretti, Guerreschi, Romagnoni e Vaglieri.

Dopo la personale alla galleria Schettini di Milano, spetta alla Galleria Bergamini rappresentare il suo lavoro fra il 1956 e il 1960. Nel 1957 Ferroni è invitato alla quinta edizione della rassegna «Italia-Francia», a Torino, curata da Luigi Carluccio, mentre, l’anno successivo, approda alla Biennale di Venezia. Nel 1959 partecipa alla Quadriennale di Roma, alla Biennale del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto. Dopo l’ultima mostra alla Bergamini nel 1960 e la presenza alla Biennale di Tokio nel 1964 e alla Quadriennale di Roma del 1965, Ferroni torna a Venezia per la Biennale del 1968 dove gli viene assegnata una sala personale. Dal 1968 al 1972, Ferroni abita a Viareggio, in una sorta di isolamento che preannuncia un nuovo stadio della sua pittura.

Dopo il 1975 si collocano alcuni eventi espositivi importanti, al Fante di Spade di Roma e Milano (nel 1974 e nel 1976), all’Eunomia di Milano (nel 1969 e nel 1970), alla Mulina di Modena (nel 1966, nel 1968 e nel 1978) e alla Galatea di Torino (nel 1964, nel 1966 e nel 1970). La personale alla galleria Documenta di Torino, nel febbraio del 1974, rappresenta un episodio significativo per la comparsa dei prototipi di quelle stanze silenziose. Cadono, in questo stesso arco di tempo, la pubblicazione della prima monografia di Duilio Morosini e la presentazione di Giovanni Testori per la mostra alla Galleria Du Dragon di Parigi, nel 1977, oltre a rassegne quali: «Dal Realismo esistenziale al nuovo racconto» curata da Mascherpa per la Galleria Ricci Oddi di Piacenza nel 1979 e la galleria del Centro Culturale San Fedele nel 1981; o ancora «Realismo esistenziale: momenti di una vicenda dell’arte italiana 1955-1965» allestita, nel 1991, al Palazzo della Permanente di Milano, a cura di De Micheli, Mascherpa, Seveso e Corradini.

Gli esordi degli anni ottanta sono marcati da una grande antologia a Napoli. Questo decennio è caratterizzato anche dall’adesione di Ferroni alla Metacosa, nome che identifica un gruppo di autori riunitisi nello suo studio milanese già dal 1979 e sostenuti dal critico Roberto Tassi.

Nel 1982 Ferroni è di nuovo a Venezia con una sala personale, scelto dai curatori (Dell’Acqua e Mascherpa) fra i rappresentanti di quel ritorno alla pittura in polemica con il mondo delle speculazioni concettuali e della Transavanguardia. Negli anni novanta ogni travaglio sembra improvvisamente quietarsi e le immagini di Ferroni ne sono la prova; gli oggetti fluttuano ora in un’aura di magia e sospensione. Dopo una prima rassegna allestita nel 1991 a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto, a cura di Marco Goldin, fra il 1959 e il 1990, Ferroni sarà al centro di altre manifestazioni. Insignito, nel 1993, del Premio Presidente della Repubblica dall’Accademia di San Luca, è protagonista nel 1994 di una antologica alla Galleria d’arte moderna di Bologna, con una presentazione di Fagiolo Dall’Arco. Nel 1997 è allestita la retrospettiva a Palazzo Reale a Milano e nel 1999 vince il primo premio alla Quadriennale d’Arte di Roma.

Gianfranco Ferroni muore a Bergamo il 12 maggio del 2001.

Nel 2007 il Palazzo Reale di Milano e il Palazzo della Ragione di Bergamo dedicano all’artista una doppia, grande retrospettiva.

Inaugurazione giovedì 4 novembre ore 18

Cartiere Vannucci – Magazzini dell’arte
via Atto Vannucci 16, Milano
orari: mart-sab 10-13/16-19
ingresso libero

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