Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci
Prato
viale della Repubblica, 277
0574 5317 FAX 0574 531900
WEB
Paladino
dal 11/10/2002 al 6/1/2003
0574 5317 FAX 0574 531900
WEB
Segnalato da

Davis&Franceschini




 
calendario eventi  :: 




11/10/2002

Paladino

Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato

Una grande mostra dedicata all'intensa e poliedrica attivita' dell'artista, pittore, scultore, incisore e illustratore, che fa di lui uno dei maggiori protagonisti dell'attuale scena artistica. La mostra ripercorre, secondo un progetto originale dell'artista e del curatore Bruno Cora', i maggiori cicli dell'opera di Paladino, dalla meta' degli anni '70 fino alle ultime creazioni inedite.


comunicato stampa

Il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato dedica una grande mostra all'intensa e poliedrica attività di Mimmo Paladino, pittore, scultore, incisore e illustratore, che fa di lui uno dei maggiori protagonisti dell'attuale scena artistica.
La mostra ripercorre, secondo un progetto originale dell'artista e del curatore Bruno Corà, i maggiori cicli dell'opera di Paladino, dalla metà degli anni '70 fino alle ultime creazioni inedite.

Paladino nasce il 18 dicembre 1948 a Paduli, in provincia di Benevento.
Nel 1964 visita la Biennale di Venezia, dove ha modo di vedere la Pop Art americana.
Nel 1968 si diploma al liceo artistico di Benevento.
Nel 1969 tiene la sua prima mostra personale allo Studio Oggetto di Enzo Cannaviello a Caserta.
Negli anni successivi inizia le prime sperimentazioni con il mezzo fotografico, influenzate dalla Pop Art.
Nel 1976 espone alla Galleria Nuovi Strumenti di Brescia alcune opere che si inseriscono perfettamente nel clima artistico concettuale del momento.
Alla Galleria Lucio Amelio di Napoli e alla Galleria Franco Toselli di Milano Paladino dipinge grandi pareti a pastello, come Il Brasile, si sa, è un pianeta dipinto sul muro (1978): un murale che viene proposto in apertura della mostra di Prato.

Nel 1977 si trasferisce a Milano lasciando il Sannio, a cui tuttavia rimarrà sempre legato da un affetto che si manifesterà in tutte le sue opere e verso cui farà spesso ritorno, alternando in seguito il suo lavoro tra Milano, Bologna, Roma e Paduli.
I dipinti del 1977-78 presentati nella prima sala del Museo testimoniano come, in questo periodo, l'interesse dell'artista si sposti verso il disegno: "Il disegno è scrittura, è traduzione immediata di un'emozione, mentre la fotografia raggela questo stato emozionale a causa della sua lenta temporalità tecnica. (...) Il disegno è un frammento di creatività pura" (Paladino).

Nel 1978 si reca per la prima volta a New York.
Riscopre la figurazione e recupera il colore sia nella sua valenza espressiva sia nella matericità del pigmento; il suo interesse si concentra soprattutto sulla peculiarità della figurazione a divenire linguaggio, narrazione. Le sue figurazioni astratte e oniriche si oppongono alle teorie di Clement Greenberg che dichiaravano una contrapposizione netta tra astrazione e figurazione.

Nella mostra sono presenti alcuni dei più significativi sviluppi dell'arte di Paladino di questi anni, grandi tele dalle tinte timbriche, capeggiate da strutture geometriche, rami e maschere che avvolgono lo spettatore in suggestive atmosfere.

L'elemento della maschera accompagnerà lungamente il lavoro di Paladino non soltanto sul supporto pittorico, ma soprattutto come elemento scultoreo.

Nel 1980 partecipa alla sezione Aperto della Biennale di Venezia, curata da Achille Bonito Oliva.
Nello stesso anno tiene due personali a New York alle gallerie di Marian Goodman e Annina Nosei e pubblica EN DE RE con Emilio Mazzoli a Modena.

All'inizio degli anni '80 l'attenzione al lavoro di Paladino si fa sempre più crescente: le sue opere vengono esposte in musei e gallerie di tutto il mondo.
L'attrazione verso il rito, l'elemento magico, il misticismo presente già dalle opere iniziali, si arricchisce tra il 1981 e il 1985 nei numerosi viaggi in Brasile.
Per Paladino l'arte è soprattutto metafora e ciò emerge in modo decisivo nelle opere realizzate a partire dai primi anni '80, momento in cui l'artista aggiunge alle tele oggetti scolpiti, che in seguito si staccheranno dall'iniziale supporto per vivere autonomamente nella terza dimensione.

La scultura è parte fondamentale del lavoro di Paladino, come dimostrano alcune delle opere inserite nel percorso espositivo, fusioni in bronzo o in alluminio, legni spesso dipinti, ma anche rame, ferro, acciaio e altri materiali.
Pur nella loro apparente fissità le opere di Paladino conservano sempre un'intensità densa di allusioni. Le maschere senza sguardo, i profili arcaici delle teste, custodiscono sfumature che sfuggono ad un'interpretazione univoca, anzi appaiono serbare enigmi e misteri volutamente insondabili, o allusioni.

Nel 1985 tiene la sua prima mostra retrospettiva alla Lenbachhaus di Monaco di Baviera.
Il dialogo tra pittura e scultura si fa serrato: Paladino realizza installazioni di grandi dimensioni, alcune delle quali presenti in mostra, basate sulla combinazione di elementi scultorei figurativi con scansioni pittoriche monocromatiche.

Nella seconda metà degli anni '80 i lavori di Paladino risultano fondati su una composizione che va via via semplificandosi. Il colore suggerisce l'intero spazio dell'opera, mentre si restringe l'inventario dei segni: pochi attributi sono sufficienti per delineare l'intera struttura.
Ciò emerge anche nelle opere presentate nel 1988, a Europa Oggi, mostra inaugurale del Centro per L'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato e alla XLIII Biennale di Venezia, la cui sala personale viene ricostruita filologicamente nell'attuale mostra di Prato.

Nel 1990 Paladino realizza la scenografia dell'opera teatrale La Sposa di Messina di Schiller, messa in scena a Gibellina (Trapani) per la regia di Elio De Capitani, dove costruisce per la prima volta la Montagna di sale.
Nel 1992 cura le scenografie e i costumi di Veglia, per la regia di Mario Martone, e realizza Hortus Conclusus, l'installazione permanente nel chiostro di San Domenico a Benevento, dove pittura, scultura, architettura e botanica sono fuse in modo armonico e indissolubile.
Nel 1993 espone al Forte Belvedere di Firenze, dove riesce a creare un dialogo ideale con l'arte rinascimentale presente in città. Paladino concepisce l'arte come somma di due elementi: immagine e linguaggio, strettamente dipendenti dal contesto dell'allestimento e dal fruitore.
Nel 1994 Paladino è tra i primi artisti contemporanei a esporre in Cina, alla Galleria Nazionale di Belle Arti di Pechino.

Nel 1995 Napoli dedica all'artista una grande mostra dislocata i tre spazi diversi: le Scuderie di Palazzo Reale, Villa Pignatelli Cortes e Piazza del Plebiscito, nella quale ripropone la Montagna di Sale, un cumulo di sessanta tonnellate di candido sale, nelle cui pendici sono conficcati quaranta cavalli di legno nero, disseminati in diverse posizioni apparentemente casuali.

Nel 1998 realizza Zenith, un ciclo di venti opere che combina serigrafia e smalto su alluminio, originariamente collocati ad integrare un'installazione a terra di venti sculture di pietra. Montati in alto sul muro, i pannelli formano un fregio continuo, stabilendo un rapporto architettonico immaginario tra scultura e bassorilievo che richiama gli antichi templi greci. Questo accostamento viene riproposto nella sala centrale del Museo Pecci, sostituendo alle sculture in pietra l'installazione di 200 "piedi" in bronzo recentemente esposti a Roma.

Realizza inoltre un'installazione di Dormienti in terracotta, alla Fonte delle Fate di Poggibonsi (Siena), che riproporrà nel 1999 a Londra, in una collaborazione con il musicista Brian Eno.

Alla fine degli anni '90 Paladino realizza diversi cicli pittorici, quali Esercizi di lettura e Il principio della prospettiva. In queste opere si rende evidente l'aspetto più problematico della sua ricerca, ovvero il continuo interrogarsi sul linguaggio dell'arte: la geometria, la frammentarietà, la molteplicità e l'accumulazione dei segni, insieme a improvvise cesure e cambi di registro, costituiscono alcuni fili conduttori della sua opera.

Infine, in una sala del Museo, viene presentata la serie inedita dei Negativi (2002), grandi tele dominate da composizioni a campiture monocrome.

Il percorso espositivo si sviluppa, oltre che nelle sale espositive, anche in altri spazi del museo: nel giardino, nel piazzale del teatro all'aperto e nel vano d'ingresso al primo piano dell'edificio museale vengono presentate alcune grandi sculture in ferro, bronzo o alluminio; sotto la gradinata del teatro è ricostruita per la prima volta dal 1988 la sala personale realizzata dall'artista alla XLIII Biennale di Venezia; nelle sale della grafica è allestita un'ampia selezione di disegni e piccole sculture in bronzo, mentre al CID / Arti Visive sono esposti vari libri illustrati, a documentazione dell'interesse per la stampa d'arte sviluppato da Paladino.

Accompagna la mostra un catalogo completo delle opere esposte, con un vasto repertorio sull'attività di Paladino. Edizione: Gli Ori, Prato.

PALADINO
Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Viale della Repubblica, 277 - Prato
13 ottobre 2002 - 6 gennaio 2003

Orari d'apertura
La mostra è aperta tutti i giorni, dalle 10 alle 19, chiuso il martedì

Biglietti
Adulti 6 euro
Ragazzi 11-17 anni, studenti, adulti oltre 65 anni 4 euro
Gruppi, min. 10 persone 4 euro a persona

Prevendita biglietti on line www.tkts.it

Visite guidate su prenotazione
Dipartimento Educazione, tel. 0574 531825 / 531835, edu@centropecci.it
Gruppi, min. 10 persone 6 euro a persona
Gruppi di studenti, min. 10 persone 5 euro a persona
Informazioni tel. 0574 5317

Ufficio Stampa
Davis&Franceschini, Ufficio Stampa mostra, tel. 055 2347273, davis.franceschini@dada.it
Ivan Aiazzi, Ufficio Stampa museo, tel. 0574 531828, press@centropecci.it

Come raggiungerci
Autostrada A11 (Firenze-Pisa Nord), uscita Prato Est, direzione centro città
Autobus urbani 7 e 8 dal centro di Prato
Autobus extra-urbani Cap and Lazzi dalla stazione ferroviaria Firenze S.M.N., Piazza Adua

IN ARCHIVIO [160]
Inferni Artificiali
dal 9/12/2015 al 9/12/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede