Gagosian Gallery presenta due nuovi dipinti di Murakami in occasione della sua prima mostra monografica a Roma. Le due imponenti opere, Dragon in Clouds - Red Mutation e Dragon in Clouds - Indigo Blue, sono composte ciascuna da 9 pannelli per una lunghezza totale di 18 metri. I dipinti raffiguranti dragoni e nuvole, conosciuti come Unryuzu, sono stati fondamentali punti di riferimento anche per Soga Shohaku, artista giapponese del Settecento la cui creativita' eccentrica e coraggiosa e' stata di grande ispirazione per Murakami.
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L’associazione del rosso e del blu con una creatura che per lungo tempo è stata considerata simbolo del destino di ognuno è il tentativo di riaffermare la mia devozione per l’arte: il processo creativo di questi dipinti è stato come un’offerta votiva.
Takashi Murakami
Gagosian Gallery è lieta di presentare due nuovi dipinti di Takashi Murakami in occasione della sua prima mostra monografica a Roma.
Le due imponenti opere, Dragon in Clouds – Red Mutation e Dragon in Clouds – Indigo Blue, sono composte ciascuna da nove pannelli per una lunghezza totale di diciotto metri. I dipinti raffiguranti dragoni e nuvole, conosciuti come Unryūzu, sono stati fondamentali punti di riferimento anche per Soga Shōhaku, artista giapponese del Settecento la cui creatività eccentrica e coraggiosa è stata di grande ispirazione per Murakami. Queste peculiari rappresentazioni della tradizione mitologica giapponese hanno permesso a Shōhaku di immergersi in un mondo fantastico in cui ricche macchie di inchiostro tendono all’astrazione, trasformando il drago in un mostro animato che contrasta con rappresentazioni più benigne e convenzionali. A differenza delle connotazioni negative dell’iconografia occidentale, il dragone giapponese – risultante dell’iconografia buddhista nata in India e migrata poi in Cina e Giappone – è considerato simbolo di buona fortuna ed ottimismo. Numerosi templi shintoisti e buddhisti in Giappone sono dedicati al dragone, denotando così il prestigio della creatura.
Nonostante queste opere monocromatiche in acrilico si differenzino dalla precedente tavolozza multicolore dell’artista, Murakami continua a trarre ispirazione da varie fonti: dai simboli religiosi del Giappone fino al popolare videogioco Blue Dragon. In Dragon in Clouds – Red Mutation, i contorni volumetrici delle energiche forme circolari e dei grandi artigli si distendono sulla tela, mentre il gioco di chiaroscuro delle squame sul corpo del dragone replica gli effetti dei dipinti saturi di inchiostro di Shōhaku.
Il “drago rosso” fa riferimento all’eponimo romanzo di Thomas Harris, ispirato alla serie di acquerelli Great Red Dragon di William Blake, oltre che ai generosi poteri attribuiti dalla cultura orientale a questa creatura. In Dragon in Clouds – Indigo Blue, segni vorticosi circondano le pupille del drago e, assieme alle narici dilatate e ai baffi serpeggianti, creano un turbolento insieme visivo. Le dimensioni dei dipinti di Murakami rimarcano l’intensità psicologica necessaria alla creazione di un’immagine che ha provocato forti reazioni quando fu per la prima volta collocata nei templi giapponesi secoli fa. Nelle rielaborazioni monumentali di Murakami, il dragone diventa un elemento anticipatore del legame intrinseco fra arte e psiche.
Nel suo caratteristico stile “Superflat”, che utilizza raffinate tecniche pittoriche della tradizione giapponese per creare una rappresentazione bidimensionale carica di contenuti pop, manga ed otaku, Murakami spazia liberamente all’interno di un campo in continua espansione di problematiche estetiche e spunti culturali. Parallelamente ai rinomati temi utopici e distopici che raffigurano masse di fiori sorridenti, fumettistiche scene apocalittiche e le figure cult di DOB, Mr. Pointy, Kaikai e Kiki, l’artista rivitalizza storie di trascendenza ed illuminazione spirituale, spesso includendo ulteriori figure di sapienti. Riprendendo i soggetti religiosi e secolari prediletti dagli artisti giapponesi del periodo moderno cosiddetti “eccentrici” o anticonformisti (comunemente considerati controparte della tradizione occidentale romantica), Murakami si pone nell’eredità di forte individualismo da questi lasciata ma in una maniera che gli è propria e che rispecchia la sua epoca.
Takashi Murakami nasce nel 1962 a Tokyo, dove effettua gli studi universitari ed il dottorato presso la Tokyo University of the Arts. Nel 1996 fonda a Tokyo la Hiropon Factory, successivamente trasformata in Kaikai Kiki, società di management e produzione artistica. Oltre a realizzare i progetti artistici di Murakami, Kaikai Kiki funge anche da promotore di artisti emergenti. L’artista è inoltre curatore, imprenditore culturale, e osservatore critico della società giapponese contemporanea. Nel 2000, Murakami organizza un’esposizione di arte giapponese dal titolo “Superflat”, che in modo paradigmatico rivela tracce dell’arte tradizionale giapponese nella cultura visiva pop del Giappone odierno. L’artista ha proseguito questa ricerca in mostre di grande impatto quali "Coloriage" (Fondation Cartier pour l'Art Contemporain, Parigi, 2002) e "Little Boy: The Art of Japan's Exploding Subcultures" (Japan Society, New York, 2005).
Tra le recenti mostre personali dell’artista si annoverano il Museum of Contemporary Art di Tokyo (2001), il Museum of Fine Arts di Boston (2001), e "Kaikai Kiki" presso la Fondation Cartier pour l'Art Contemporain di Parigi e la Serpentine Gallery di Londra (2002). Un’ampia retrospettiva è stata inaugurata nel 2007 presso il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, presentata poi fra il 2008 ed il 2009 al Brooklyn Museum di New York, il Museum für Moderne Kunst di Francoforte, ed il Guggenheim Museum di Bilbao. La sua attuale mostra al Château de Versailles è in corso fino al 12 dicembre 2010.
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The combination of red and blue with a creature that has long been thought as a symbol of one’s destiny is my attempt to reaffirm my devotion to art - the creative process for the paintings resembled a prayer offering.
Takashi Murakami
Gagosian Gallery is pleased to present new paintings by Takashi Murakami. This is his first solo exhibition in Rome.
Two epic paintings - Dragon in Clouds – Red Mutation and Dragon in Clouds – Indigo Blue – each comprise nine panels and measure eighteen meters long. Cloud- and-dragon paintings, known as Unryūzu, were also key references for Soga Shōhaku, an eighteenth century Japanese artist whose eccentric and daring visual inventiveness has been a great inspiration for Murakami. The distinctive representations from traditional Japanese mythology allowed Shōhaku to conjure a fantastic world where overloaded ink drips verged on abstraction, transforming the dragon from more conventional depictions into a vivid, animated monster. Unlike the dragon’s dark associations in Western iconography, the Japanese dragon - an amalgam of the Buddhist iconography that originated in India before reaching China and then Japan - is considered a symbol of good fortune and optimism. Several Buddhist and Shinto temples in Japan are designated as dragon shrines that denote the creature’s exalted status.
While these monochromatic acrylic paintings depart from Murakami’s usual technicolor palette, he continues to draw on a wide range of influences, from Japanese religious symbols to the popular Japanese video game, Blue Dragon. In Dragon in Clouds – Red Mutation, the volumetric outlines of energized swirls and vast claws sprawl across the panels while the shaded scales of the dragon’s body replicate the effects of saturated ink in Shōhaku’s paintings. The “red dragon” refers to the eponymous novel by Thomas Harris that hinges on an encounter with William Blake’s Great Red Dragon watercolors as well as the munificent powers associated with it in Eastern culture. In Dragon in Clouds – Indigo Blue, frenetic swirls surround the dragon’s pupils and combine with its flared nostrils and serpentine whiskers to create visual turbulence. The scale of Murakami’s paintings underscores the psychological intensity required to create an image that provoked strong reactions when it was first placed in a Japanese temple centuries ago. In Murakami’s gigantic reimaginings, the dragon becomes a prescient reminder of the intrinsic link between art and the psyche.
In his distinctive "Superflat" style, which employs highly refined classical Japanese painting techniques to depict a super-charged mix of Pop, animé and otaku content within a flattened representational picture-plane, Murakami moves freely within an ever-expanding field of aesthetic issues and cultural inspirations. Parallel to the familiar utopian and dystopian themes that feature masses of smiling flowers, elaborate scenes of toonish apocalypse, and the ever-morphing cult figures of DOB, Mr. Pointy, Kaikai and Kiki, he recollects and revitalizes narratives of transcendence and enlightenment, often involving outsider-savants. Mining religious and secular subjects favored by the so-called Japanese "eccentrics" or non-conformist artists of the Early Modern era commonly considered to be counterpart to the Western Romantic tradition, Murakami situates himself within their legacy of bold and lively individualism in a manner that is entirely his own and of his time.
Takashi Murakami was born in 1962 in Tokyo, and received his B.F.A., M.F.A. and PhD from the Tokyo University of the Arts (formerly the Tokyo National University of Fine Arts and Music). He founded the Hiropon Factory in Tokyo in 1996, which later evolved into Kaikai Kiki, an art production and art management corporation. In addition to the production and marketing of Murakami's art and related work, Kaikai Kiki functions as a supportive environment for the fostering of emerging artists. Murakami is also a curator, a cultural entrepreneur, and a critical observer of contemporary Japanese society. In 2000, he organized a paradigmatic exhibition of Japanese art titled "Superflat," which traced the origins of contemporary Japanese visual pop culture in historical Japanese art. He has continued this work in subsequent impactful exhibitions such as "Coloriage" (Fondation Cartier pour l'art contemporain, Paris, 2002) and "Little Boy: The Art of Japan's Exploding Subcultures" (Japan Society, New York, 2005).
Murakami's recent major solo exhibitions include Museum of Contemporary Art, Tokyo (2001); Museum of Fine Arts, Boston (2001); "Kaikai Kiki," Fondation Cartier pour l'art vontemporain, Paris and the Serpentine Gallery, London (2002). A comprehensive survey exhibition opened at the Museum of Contemporary Art, Los Angeles in 2007 and traveled to the Brooklyn Museum, the Museum für Moderne Kunst, Frankfurt and the Guggenheim Museum, Bilbao in 2008-2009. His exhibition at the Château de Versailles, France is on view through December 12, 2010.
Murakami currently lives and works in Tokyo, New York, and Los Angeles.
Press Office: Francesca Martinotti at +39 0 697 848 570 or martinotti@lagenziarisorse.it.
For more information please contact Gagosian Gallery Rome at +39.06.4208.6498 or at roma@gagosian.com.
Inaugurazione alla presenza dell’artista: Sabato 13 novembre, dalle 18 alle 20
Gagosian Gallery, Rome
Via Francesco Crispi 16, 00187 Rome
Hours: Tue-Sat 10:30-7 & by appointment
free admisison