viamoronisedici spazioarte
Bergamo
via Moroni, 16/A
347 2415297 FAX 035 4592486
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Paolo Baraldi e Samuel Fortunato
dal 12/11/2010 al 19/11/2010
mart-sab 16-19.30

Segnalato da

Viamoronisedici spazioarte




 
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12/11/2010

Paolo Baraldi e Samuel Fortunato

viamoronisedici spazioarte, Bergamo

Settimanale n.4 ANO(ni)MIA. Il progetto, ideato da Francesca Martinoli e Stefano Romano, vuole essere una micro vetrina in citta' di alcuni tra i lavori piu' interessanti sviluppati dagli studenti dell'accademia di Belle Arti di Bergamo. Per la IV edizione di 'Settimanale' la scelta curatoriale cade sui due giovani artisti, che non nuovi alla collaborazione a due mani, hanno sempre scelto come luogo privilegiato per i loro interventi, la strada, gli spazi dismessi, nascosti, dimenticati, anonimi.


comunicato stampa

Progetto ideato da Francesca Martinoli e Stefano Romano.

Il progetto vuole essere una micro vetrina in città, di alcuni tra i lavori più interessanti sviluppati dagli studenti dell’ac- cademia “Carrara” di Belle Arti di Bergamo, una sorta di primo approccio professionale ad un mondo che finora hanno conosciuto soltanto tra i banchi dell’Accademia.

Questa rassegna di mostre che si svolgerà con cadenza regolare ogni due mesi per una settimana negli spazi della galleria viamoronisedici a Bergamo, può davvero essere considerata una prova d’autore. Un rafforzamento dell’idea fondante della galleria di far dialogare gli artisti affermati con i giovani artisti. Settimanale vuole essere anche il tentativo di soddisfare il desiderio, da parte dell’accademia, di dialogare in maniera incisiva e nuova col territorio.

Settimanale #4
ANO(ni)MIA
A cura di Francesca Martinoli

Per la quarta edizione di “Settimanale” la scelta curatoriale cade su due giovani ma già rodati artisti, Paolo Baraldi e Samuel Fortunato; essi, non nuovi alla collaborazione a due mani, hanno sempre scelto come luogo privilegiato per i loro interventi, la strada, gli spazi dismessi, nascosti, dimenticati, anonimi.
Chiamati a concepire un’installazione site-specific per una galleria d’arte (luogo tutt’altro che anonimo, anzi ben con- notato e deputato all’esposizione d’opere d’arte), i due tentano di portare una riflessione sul concetto di anonimato diversa da quella a cui sono soliti far riferimento, cioè l’agire anonimo dei writers, il “terrorismo poetico”.

Ci troviamo così di fronte a due rassegne di ritratti: i soggetti con passamontagna immortalati da Paolo Baraldi si con- cedono all’obiettivo della macchina fotografica a volto coperto, ma la loro identità si perde in realtà nella trasparenza del plexiglass; i volti disegnati da Samuel Fortunato sono di uomini e donne qualunque, scelti tra immagini anonime di gente comune; la finestra nera intagliata sugli occhi, finge di proteggere la loro identità, in verità già inesistente. La visione di questi lavori, su pareti opposte, lascia intravedere una sorta di società “anomica”, priva di leggi, regole e ordine, più morali che giuridiche. Durkheim, che coniò il termine “anomia” nel 1897, vi identificava “quello stato di tensione e smarrimento che affliggerebbe l’individuo qualora posto in un contesto sociale debole, incapace di proporre norme e valori sociali condivisi e riconosciuti”. Forse la patologia sociale più diffusa in occidente, ed ecco che questi volti anonimi formano in realtà un unico grande ritratto della nostra società “anomica”.

L’iper-regolazione a cui essa è sottoposta, ha probabilmente provocato, oltre al totale smarrimento dei suoi membri, un effetto paradosso di disordine anarcoide; in effetti, il concetto di “anomia” in sociologia, indica una situazione di insuffi- cienza legislativa sul piano delle norme sociali che potrebbe condurre all’anarchia.

Infine, potremmo affermare che, ritrovandosi ad operare a volto scoperto e con il proprio nome dichiarato, Baraldi e Fortunato riescono ad offrirci dei ritratti in un certo senso “incompleti”, poiché non sono rivelatori di identità.. è come se i due artisti fossero colpiti da quella disfunzione del cervello che in medicina si chiama (ancora una volta!) “anomia”, e che comporta “l’inabilità a chiamare persone e soggetti che sono concepiti correttamente”. Essi osservano e ritraggono il mondo che li circonda, ma non sanno più dare un nome agli individui persi che vi abitano.

Inaugurazione sabato 13 novembre 2010, ore 17

viamoronisedici spazioarte
via Moroni 16a - Bergamo
orari d’apertura da martedì a sabato, ore 16 -19.30
ingresso libero

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