Laboratorio Kunsthalle Lugano
Lugano
Salita Chiattone, 18
+41 919210400 FAX +41 797321543
WEB
Gregorio Pedroli - Urs Cavelti
dal 12/11/2010 al 17/12/2010
giov e ven 14-19, Sabato 13-16

Segnalato da

Desiree Vringer



 
calendario eventi  :: 




12/11/2010

Gregorio Pedroli - Urs Cavelti

Laboratorio Kunsthalle Lugano, Lugano

Thresholds & Obstacles. I lavori dei due artisti si collocano in un discorso relativo a nuove forme artistiche legate a pittura e scultura che intrecciano figurazione e astrazione, e introducono lo spettatore nello 'Zeitgeist' odierno.


comunicato stampa

Se ci si dedica a un medium classico come la pittura o la scultura, la consapevolezza della tradizione e dell’eredità che gli sono proprie deve essere integrata nel processo creativo. Questo perché, in realtà, pittura e scultura sono in grado, o meglio erano in grado, di fare già tutto e miravano in passato a simboleggiare la totalità (il cosmo e dunque anche il mondo) nella sua bellezza assoluta, universale. E oggi, in una di quelle epoche incerte così frequenti nella nostra storia culturale e in cui ci troviamo sulla soglia di una nuova era, una soglia che forse abbiamo già varcata senza tuttavia sapere con chiarezza dove ci troviamo e dove stiamo andando, i media classici come pittura e scultura hanno il compito, come qualunque altro mezzo, di meditare sul momento attuale. L’insieme di immagini che ne scaturisce, per collocarsi sulle o alle pareti, gli oggetti che determinano lo spazio, devono allora non solo permetterci di gettare uno sguardo sul mondo di un artista, per riuscire a osservare le cose in maniera diversa, bensì anche, in qualità di veicoli simbolici, raccontare che cosa significa vivere nel nostro tempo.

I lavori di Urs Cavelti, grigionese nato nel 1966, e quelli del ticinese Gregorio Pedroli, classe 1952, si collocano di fatto in quel discorso relativo a nuove forme artistiche (legate a pittura e scultura) che intreccia figurazione e astrazione, e cerca di introdurre lo spettatore allo Zeitgeist odierno. La modernità è onnipresente, non però come citazione: sta invece all’interno di un processo di superamento che si rivela sia intenzionale, proprio perché la modernità è profondamente incisa nella nostra coscienza, sia allusivo, poiché suggerisce che, nonostante la sua presenza visiva, essa appartiene definitivamente alla storia.

Non si tratta di una ricerca concettuale di tracce nel mondo dei segni, delle forme, delle strutture, quanto piuttosto di uno scandagliare, qui e ora, condizioni e possibilità – un riconoscimento di soglie e di ostacoli. Questo richiede un’interazione produttiva con l’incertezza del nostro tempo, un’interazione che nei due artisti si manifesta in modi differenti.

Se si osservano le loro opere, si possono individuare due generazioni diverse ma simultanee. Pedroli, il più anziano, lavora instancabile a sempre nuove variazioni di un linguaggio visuale, per conferire dinamismo a un processo visivo marcato da quotidianità e tradizione; questo dinamismo si spinge a guardare sempre più nel presente, alludendo a un cambiamento costante e facendo in modo che lo spettatore possa seguire la graduale genesi del lavoro strato dopo strato. La percezione della trasparenza conferisce alle opere qualcosa di aereo, ma consente anche di penetrare con lo sguardo in gelide profondità. Segni, strutture, costruzioni di linee emergono per poi dissolversi subito – paesaggi, architetture, scorci dentro micromondi, dentro l’arte moderna e dentro l’universo d’immagini dopo la fine della pittura sono elementi associativi che sgorgano dalla memoria visiva e appaiono per poi di nuovo svanire. Lo sguardo sul mondo esterno effettua qui un’altra valutazione, e quasi all’improvviso si trasforma in una visione nuova.

Urs Cavelti, colui che, in tale contesto, è “nato tardi”, ha fatto sua l’ampia gamma del vocabolario artistico di una generazione, frutto dell’intenso sentimento vitale di una gioventù per la quale cavalcare l’onda dell’effetto a ogni costo, in bilico sulla lama dell’estetica pubblicitaria, è diventato ovvia necessità. Le sue opere non rispecchiano solo con nonchalance un elysium paradisiaco surreale, ma anche, o sempre più, una minaccia a stento comprensibile ma al tempo stesso chiara. La tradizione – ripresa – dell’opera d’arte come gioiello estetico, come spettacolo gioioso di un mondo che prende forma visiva, appare a un secondo sguardo malinconico segnata da elementi irritanti di ottima fattura, che si collocano al di fuori della norma. Il grazioso gioiello commuove e spaventa insieme, così che attrazione e minaccia, presenza nello spazio e appropriazione dello spazio si porgono gentilmente la mano.

Text: Esther Maria Jungo
Traduzione: Paola Tedeschi
Cordiali saluti
Désirée Vringer

Vernissage sabato 13 Novembre 2010, ore 17
Saranno presenti Gregorio Pedroli e Urs Cavelti
Testo: Esther Maria Jungo

Laboratorio KUNSTHALLE Lugano
Piccolo spazio d‘ arte contemporanea
Salita Chiattone 18, Lugano
Orari d’apertura: giovedì e venerdì ore 14.00-19.00 Uhr
Sabato ore 13.00-16.00 Uhr
ingresso libero

IN ARCHIVIO [15]
Francisco Sierra e a Stefano Spinelli
dal 22/3/2013 al 10/5/2013

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede