B/W. L'artista utilizza differenti medium e realizza la propria "tempesta (creativa) perfetta" nell'installazione, a partire da un pensiero che prende corpo tramite la manipolazione di vecchie fotografie.
a cura di Viviana Siviero
Come si fa a spiegare la terza dimensione a chi ha sempre e solo vissuto nei confini di uno scatto?
Pensare che l'immagine fotografica sia solo riproduzione di un attimo di realtà sarebbe un pensiero angusto. Il risultato del fotogramma inganna l'occhio, impossessandosi della sembianza del tangibile, per costruire un universo autonomo, che si compie in una geografia parallela che possiamo solo immaginare.
Eugenio Percossi utilizza differenti medium ma realizza la propria "tempesta (creativa) perfetta" nell'installazione, a partire da un pensiero che impazzisce, per prendere corpo perlopiù tramite la manipolazione di vecchie fotografie, che sono un semplice passato senza memoria, perchè di certi volti e dei loro ambienti non potremo mai sapere...
Ecco che l'immagine non rappresenta affatto le persone ritratte che, nel frattempo hanno poi compiuto la propria vita ma, una nuova realtà, che gioca se stessa nelle due dimensioni e gli accordi fra il bianco e nero.
Viviana Siviero
Inaugurazione: sabato 20 novembre ore 18
3)5 Arte Contemporanea
via Cerroni, 3 - Rieti