Un'ipotesi di post>pop. Una mostra collettiva, a cura di Antonio Zimarino, con opere realizzate da Francesco Di Bernardo, Alessandro Rietti, Francesco Toppeta.
a cura di Antonio Zimarino
artisti: Francesco Di Bernardo - Alessandro Rietti - Francesco Toppeta
Scrive Antonio Zimarino:
(…) In questo caso, il nesso, il legame va cercato su diversi piani perché la diversità di forme può essere disorientante, ma con una maggiore attenzione, i nessi, il terreno comune può rivelarsi estremamente interessante: personalmente l’area comune tra questi artisti la riconosco nell’approccio linguistico e immaginale del “Pop” riferendomi alla scelta di elementi e atteggiamenti di un linguaggio figurativo, proprio della seconda metà degli anni Sessanta, con precise scelte di cromie, di modalità di affrontare lo spazio e di organizzazione della narrazione visiva.
Per i dipinti di Di Bernardo appare chiaro il riferimento grafico fumettistico nel suo disegno realistico ma non illusorio; per il video “HeadAche” di Francesco Toppeta, c’è la costruzione ironica, paratattica che crea attesa, disorientamento ad una serie di “prese dirette” della realtà; per l’installazione di Rietti c’è la gamma cromatica alta e vivace delle letterine e il senso dissolutorio del caos della loro caduta. (…)
Ma qualcosa in queste opere fa andare oltre la radice formale o comportamentale originaria del Pop: all’interno di queste forme, di questo approccio emerge una coscienza disincantata di una complessità, di una costante modificazione e contraddizione dei simboli, dei significati, delle azioni, dei discorsi. Per questo mi sembra convincente l’idea di definire queste opere “post- Pop” cioè profondamente ancorate dentro quel linguaggio (e le sue implicazioni) ma altrettanto consapevoli dell’inesauribile complessità di un presente. Desiderio di giocare con l’esistenza e riproporre una immaginazione, unitamente alla consapevolezza della labilità delle cose.
La contraddittoria modificazione continua è il centro unitario concettuale di questa mostra: essa si rappresenta Toppeta - si cerca di armonizzare e gestire Rietti - si congela in tratti e cromie essenziali e irrealistiche Di Bernardo. Più della giocosità ironica e dissolvente del linguaggio originario, che riformava l’immaginario di una generazione, qui prende corpo la coscienza di vivere l’incontro/scontro tra desiderio e impossibilità. Da un lato c’è la convinzione della capacità che l’arte e i suoi linguaggi possono avere la forza di “dare senso” al percepito, dall’altra c’è l’incertezza e la confusione riguardo che cosa si percepisce e accade.
Più problematico, introspettivo ed esistenziale Toppeta, più lucido, speculativo, concettuale Rietti, più decorativo, leggero, enigmatico Di Bernardo, ma nell’insieme si può cogliere l’origine del senso “pop” nella disillusione, nel disincanto ironico e autoironico, nella fondamentale idea di disgregazione che attraversa ciascuno dei lavori: la sabbia che distrugge la scritta, la cromia scarnissima e serigrafica, la riverberazione di piccoli colori di lettere che non appartengono più ad alcun discorso.
Resta il senso logico formale che tiene insieme questi pezzi giustapposti di mondi, figure, azioni, discorsi frammentati: in Rietti una rigida dinamica ascendente/discendente che organizza lo spazio, che contiene e da senso all’insieme, un segno essenziale, primordiale che definisce spazio e figura nei dipinti di Di Bernardo, una idea narrativa “il fluire” il trascorrere, il procedere che tiene insieme le sequenze giustapposte di Toppeta. (…)
Inaugurazione 27 novembre ore 18:00
Officine Indipendenti
Corso Porta Romana, 79 - Teramo
Orario: 19-02
Ingresso libero